ACQUA
CALDA
Ho scoperto l’acqua calda; da alcuni millenni ad oggi, le comunità umane sempre più
interconnesse nel tempo, hanno acquisito comportamenti abbastanza simili,
pur nelle loro diversità. I
vari “capi” con intelligenza e capacità direttive ( si fa per dire) hanno
orientato e guidato le masse verso luminosi progressi; l’ignoranza di
conoscenze elementari e fondamentali
avviluppata alla convinzione di possedere una intelligenza superiore a
quella del restante mondo vivente ha sviluppato una grave superbia, segno certo
che la intelligenza (inaccettabile vanagloria) era nettamente inferiore a
quella vantata. La superbia con
la numerosa dotazione che l’accompagna e la sostiene è il
peccato originale commesso dalla stupidità
umana che inquina e non porta al giusto equilibrio tutti i componenti
di questa nostra casa. Unico antidoto e rimedio a questa malattia gravemente ed
ignobilmente cronica, è la corretta consapevolezza della nostra relativa posizione in seno a l'ambiente terrestre e di questo
nella nostra immensa galassia, sempre una parte infinitesimale, peraltro. La “cultura” di filosofi,
teologi, economisti, sociologi e così continuando, rufola sempre nel ristretto
campo del loro pensiero, di angusti interessamenti, non
tentando neppure un rapporto, un approccio conoscitivo, anche sintetico, con precise conoscenze che
non fanno parte del ristretto campo su cui si sentono obbligati a dire la loro;
azzoppano il cosiddetto progresso,
ristretto ad una elitaria società
di eletti che parlano e non producono idee accettabili da grandi
percentuali di esseri umani che non li seguono, non li capiscono. Troppo spesso il progresso da loro
enfatizzato è basato su novità tecnologiche, più o meno importanti, lontane però da un vero
progresso sociale, quello che dovrebbe ridurre
drasticamente il divario tra i componenti delle società umane, nonché la
ignobile dittatura (proprio così) dell’umanità su l’ambiente che consente la
vita, la dinamica armonia ecologica che
ha base su l’equilibrio dei componenti degli ecosistemi (ecologia profonda).
Noi la grande massa di ignoranti, carenti di acume, sprovveduti di sublimi
talenti, genuflessi onoriamo tutti
coloro che meritoriamente ci donano
luminose idealità; con la forza di leggi
ad hoc depredano risorse che sono di tutti, si
gratificano di emolumenti
incredibilmente eccedenti il salario di un modesto dipendente pubblico,
di un operaio, il reddito precario di un contadino, di un pescatore, di un
piccolo imprenditore. Onore al duro lavoro per una vita di superba
furbizia, di sudati impegni, forse più lodevoli se meno sudati, meno impegnati. Accorrere numerosi ed esultanti ad
ascoltare estasiati sempre gli stessi concetti, le ipocrite utopie, variazioni
stucchevoli di grandiosi impegni ripetuti da secoli e realizzati solo in
parte, frange di poca incisiva
importanza. Il geocentrismo nelle idee
correnti e nei comuni comportamenti non
si elimina facilmente; l’eliocentrismo
non cambia di molto la situazione. L’uomo rimane sempre il R E
del creato (?); può fare e
disfare a sua graziosa discrezione, stupidamente incurante dei conseguenti disumani effetti.
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