Un passerotto lontano un miglio
. . . . .Un passerotto lontano un miglio
Non facile vedere un passerotto lontano un miglio; non vederlo non vuol dire che non
c’è, vive la sua vita nonostante la nostra incapacità per percepirne la
innegabile presenza. L’impossibile o difficoltosa percezione da parte nostra, significa
soltanto che i nostri sensi naturali hanno possibilità sicuramente
limitate.
Le “stampelle tecnologiche”
favoriscono o permettono la possibilità di un cammino più lungo.
Le stampelle sono il frutto, uno dei frutti,
della “intelligenza” umana così come la
rete che costruisce il ragno è frutto dell’intelligenza istintuale dei ragni, ed il favo, costruito con elegante
geometria, delle api.
Sono numerosi gli esempi di intelligenza istintuale in campo animale extra-umano.
Gli
esempi proposti hanno il preciso significato di connette la vita del singolo inserendola nell’ armonica vita della comunità di appartenenza.
I processi intellettivi devono tener conto che le “stampelle” non possono essere
utilizzate in maniera incongrua (per non essere maleducato) turbando l’equilibrio e l’armonia della
società umana di cui tutti facciamo parte.
E' necessaria una concreta ripartizione di doveri e diritti.
La meritocrazia, i meriti personali (non
confondiamoli con i personali talenti naturali ) sono sbandierati enfaticamente da coloro che quasi
sempre possiedono “meriti” per situazioni economiche indipendenti dal proprio
lavoro, dalle loro fatiche, o
pervenuti da eredità immeritate; accenniamo soltanto alle furbe illegalità, ai
comportamenti delittuosi, alle leggi
promulgate per favorire immeritatamente gruppi e persone.
L’intelligenza, anche se fosse il doppio, o dieci volte di più di quella che
abbiamo, non può bastare da sola a capire,
a prendere consapevolezza dei numerosi aspetti della vita di ognuno di noi e della intera società
umana, non dimenticando i variegati ed
armonici componenti della realtà planetaria.
Un concreto aiuto lo possiamo, lo
dobbiamo trovare nelle sottovalutate
ricchezze che giacciono, spesso sconosciute,
nel più riposto patrimonio della
nostra umanità; quel patrimonio di sensazioni, affettività ed
emozioni, di ripulsa per inconcludenti
egoismi, di comprensione, di (diciamolo
pure) amore sempre presente anche se svilito.
Questo fruttuoso patrimonio, nella umana
limitazione, potrà consentire ai
nostri ristretti cinque sensi di percepire ciò che è concretamente impossibile
senza l’uso delle “stampelle”; anche un
cieco potrà vedere il passerotto lontano un miglio che saltella
gioioso da un ramo all’ altro di
quell’ albero.
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