Trascrivo
quanto pubblicato nel 2005 in “ Sovvertitor di cuore e di costumi”, quella
parte finale che riflette una serie di deduzioni ricavate da elementari osservazioni
di diffusa conoscenza.
Il nostro
mondo è un pianeta che occupa una piccola parte di un universo la cui
estensione spaziale è immensa, un universo che non trova il suo inizio, la sua creazione
nel super citato Big Bang; questo si può considerare un evento evolutivo di un “qualcosa
“ che è sempre esistito o che comunque esisteva prima. Quanto detto ci porta a
riconsiderare comportamenti inesorabilmente quadri cosmologici che hanno
imperato incontrollatamente nel passato;… Tommaso Campanella in una lettera a Galilei
del 1614 chiedeva e già osservava “ non si può filosofare senza un vero e
accertato sistema della costruzione de’mondi, quale da lei aspettiamo; e già
tutte le cose sono messe in dubbio tanto che non sapemo s’il parlare è parlare”….da
quei quadri cosmologici fantasiosi sono nate concezioni, ideologie, comportamenti
umani, illuminazioni teologiche che onestà vorrebbe fossero coerentemente
rivedute per essere aggiornate in modo che l’essere umano, in umiltà, si renda
che è “soltanto” una magnifica esaltante espressione, una grande parzialità terrestre
dispersa in un “infinito” inimmaginabile, probabilisticamente popolato da altri
esseri dotati di intelligenza anche superiore alla nostra.
Per molti
anni, per un’ alta percentuale dei miei anni ho assorbito, mi hanno fatto
assorbire( con buona dose da parte mia di quieta acquiescenza ) la mentalità
generale che non teneva conto di tutte quelle conoscenze, nuove conoscenze che
avrebbero arricchito giorno dopo giorno le possibilità personali di un
allargamento concettuale; il lavorio mentale impostomi di continuo, con fatica
e col necessario rigore, per controbattere i germi perniciosi infettanti mi ha
portato ad una individuazione, umilmente, delle cause della velatura
concettuale ed alla eliminazione dei germi verosimilmente responsabili, avendo
sempre presente la possibilità che altri germi possano agire per inquinare da
altri versanti il quadro concettuale. L’azione principale della razionalità
dovrebbe consistere a parere mio, nel cercare di capire quello che è fondante,
primario per liberarlo da tutte le sovrastrutture, le incrostazioni, sub
costruzioni successive che snaturano o addirittura ribaltano le basi su cui
poggia l’esistenza di ognuno di noi e della società umana nel suo complesso.
È l’individuo,
la persona il protagonista, umile ma protagonista, della realtà umana; la
società, le istituzioni con tutto il carico delle norme, delle leggi e loro
doveri e diritti sono soltanto successive e servono a regolare l’esistenza del
singolo protagonista che non può permettersi di disconoscere l’altro, di sopraffarlo,
di sfruttarlo. Soltanto (ne sono convinto) quando la maggior parte delle
persone prenderà coscienza di quanto detto potrà iniziare il vero progresso
dell’umanità.
Nessuno può
permettersi di affermare di possedere la verità assoluta, di possederla in
proprio o sorretto, spalleggiato da illuminazioni, rivelazioni o quanto altro
può metterlo in una situazione di supremazia rispetto ad altri e non può
esserci chi ha il diritto di imporre la propria visione ritenendosi autorizzato
(da chi?) a stabilire qual è il bene qual è il male; la persona con il proprio
giudizio cosciente è in grado di distinguere se lo vuole. Le leggi, i
regolamenti intervengono sui fatti delittuosi commessi, quando cioè il giudizio
cosciente personale ha ignorato e calpestato la presenza ed i giusti diritti
dell’altro.
L’umanità ha
il dovere di rendersi conto che è solo una parte di tutto il complesso della
realtà terrestre si vanta d’avere il dono della razionalità (nessuno lo mette in dubbio) ha il preciso
compito di usarlo tenendo conto del contesto totale terrestre; non distruggere,
sfruttare insensatamente un equilibrio naturale che ha regolato la vita della
terra fina dalla nascita e nel corso dell’evoluzione e questo sia in considerazione
dell’interesse immediato che delle generazioni che verranno….continua
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