martedì 3 aprile 2007

J'ACCUSE

Tutti i "grandi" delle Terra, governanti democratici e non, politici, religiosi, proprietari di immense risorse, in piena coscienza, coscienza straziata, dal profondo del cuore, un cuore dolente, ACCUSO TUTTI di superbia, arroganza, stupidità, malversazioni continue a danno della grandissima maggioranza degli esseri umani; tutti quei potenti individui che prima di poter essere imputati di colpe che ricadono sotto i rigori della "legge" sono colpevoli di gravissima
D I S U M A N I T A'
Questi "grandi" sotto tutti i paralleli e meridiani, per tutto il corso della storia, hanno rubato ricchezze, risorse che sono di TUTTI, se ne sono appropriati usando ed incrementando tutti i poteri a disposizione con cinico disinteresse verso la vita degli altri.
La prima semplice aspirazione che si dovrebbe tentare di realizzare è l'equa ripartizione delle risorse.; non esistono giustificazioni per il loro strapotere utilizzato ignobilmente. 

Le doti personali, l'intelligenza, la meritocrazia e tutti gli altri appigli sono scuse e difese completamente inaccettabili.
Lo sconforto ed il pessimismo che ci assale genera afflizioni ed uccide la speranza.
Nell'attuale situazione generale (tenendo presente il grandissimo numero di persone che sopravvivono con il minimo di risorse) l'arraffare ed accumulare beni da parte di coloro che si discolpano con le meritevoli rodomontate, le solite baggianate giustificatorie, può essere considerata VIOLENZA, subdola, intollerabile aggressività, stupido, superfluo egoismo? Questo criticabile comportamento quanto è influenzato dal perverso operare, dalle carismatiche fanfaronate dei super-potenti?
Una sola la via da auspicare: la presa di coscienza, la consapevolezza che tanta ignominia dipende da noi "miserabili" che, dimentichi della grandezza intrinseca di ogni essere umano, chiniamo vigliaccamente il capo nella speranza di poter raccogliere qualche briciola di tanto potere e ricchezza. Ognuno di noi deve coltivare il giusto orgoglio che quei signori non sono migliori di noi, che non hanno diritto a particolari diritti e pertanto dobbiamo avere l'obbligo morale di insegnare loro ragionevolezza, di far capire che, come tutti, sono piccoli esseri che non meritano particolarità di alcun genere.
Questa è la priorità, l'essenziale priorità da avere continuamente presente nella nostra mente e nel nostro cuore: Non diventiamo complici di grassatori, respingiamo con sdegno questi disumani inviti: "obbedite ai vostri capi e siate sottomessi" - "siate soggetti ad ogni istituzione umana, tanto al re quanto ai governatori" - . . . "servi siate soggetti ai vostri padroni".
Ci rubano i beni economici, non permettiamo che ci rubino la dignità, almeno questo.

Cerchiamo di prendere consapevolezza, in estrema sintesi, del quadro della realtà totale (secondo le conoscenze - sempre in divenire - di oggi). Sono conoscenze essenziali, irrinunciabili, anche se sono pochi quelli che ne parlano.
Il nostro mondo è un pianeta che occupa una parte piccolissima di un universo la cui estensione spaziale è immensa, un unicum che sicuramente non ha il suo inizio col big bang poichè questo si può considerare un evento evolutivo di "qualcosa" che esisteva prima. Quanto detto ci porta a riconsiderare quadri cosmologici che hanno imperato, senza possibilità di un qualche controllo, nel passato. Da quei quadri cosmologici, basati su osservazioni estremamente lacunose nascevano concezioni, ideologie, illuminazioni teologiche e vari comportamenti umani che per obbligo di coerenza sono da sottoporre a drastici aggiornamenti.
Sul nostro pianeta l'essere umano, compimento provvisorio di una evoluzione di milioni di anni, è il massimo in una natura che comprende tutti i gradi di vita animale e vegetale. L'uomo è l'unico essere biologico che, consapevole, regola il suo esistere; la persona è l'unica realtà naturale, così come sono naturali i singoli alberi ed i singoli animali. L'intelligenza umana, pur con le sue contraddittorietà, costruisce la società e le relative istituzioni al fine di una regolazione della vita del singolo in rapporto con il suo prossimo. L'armonizzazione tra l'animalità e lo spirito del singolo protagonista umano dovrebbe improntare l'aspirazione più importante ed i nostri pragmatici comportamenti quotidiani.
Possiamo azzardare le seguenti considerazioni:
1) Nessuno può permettersi l'affermazione di avere la verità assoluta (intollerabile superbia).
2) Abbiamo il dovere di renderci conto di essere solo una PARTE del complesso della realtà terrestre.
3) Le risorse planetarie sempre limitate difficilmente potranno adeguarsi equamente alle esigenze della intera umanità.
4) Le leggi economiche che regolano la produzione e la distribuzione dei beni materiali non devono dimenticare che esiste qualcos'altro altrettanto importante delle leggi di mercato; il progresso economico per essere veramente progresso non deve creare intollerabili squilibri umani ed ambientali.
5) Religioni: Non può esistere, su un piano di razionalità umana, nessuna possibilità di conoscenza dell'ente supremo che per sua natura è eterno e la sua onnipotenza si esplica su tutto l'universo che conosciamo e su tutto quell'altro che difficilmente potremo conoscere. L'uomo non può essere così superbo da credersi un privilegiato nell'immensità dell'universo; proviamo ad immaginare quello che stà al di là del del nostro limitato angolo visuale. Le numerose religioni si contraddicono, si limitano a vicenda; possiamo pensare che non hanno niente a che vedere con Dio. Il bene ed il male, se vogliamo, lo percepiamo senza che nessuno ci ammaestri, indirizzi il nostro operare; ci guida l'intima, naturale consapevolezza che siamo parte di un tutto immenso e meraviglioso, pervasi da quell'amore che fa muovere "il sole e le altre stelle".
Potenti contemporanei assortiti, vi prego, lasciateci semplicemente vivere i nostri giorni, non complicatecili inutilmente, non arraffate risorse NON VOSTRE; non infiorate con squallidi orpelli la nullità esistenziale separandola da una luminosa unicità; immensa è la grandezza di essere parte consapevole di una immensità.
Quanto detto sono soltanto sofferte considerazioni personali nate, abbozzate alcuni decenni fà e sviluppate (tentativi insufficienti, forse inutili) cercando una difficile coerenza, un rigore altrettanto difficile.
Spero sempre che qualcuno abbia l'affettuosa bontà di correggere quel poco o molto di non accettabile.

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