Trascriviamo un argomento che ad una superficiale considerazione non sembra tenere conto dei drammatici anzi tragici avvenimenti della quotidianità. Mi sembra utile portare all'osservazione degli attenti lettori del blog, le riflessioni già esposte nel capitolo" Sano di mente?" tratto da Deep Revolution edizione 2011
SANO DI MENTE ?
Il misticismo è una componete minoritaria, ma costantemente
presente in tutte le religioni, ma non solo in esse; anche in regimi
totalitari (mistica nazista, mistica fascista …) sono presenti
integrazioni mistiche o supposte tali. Nel corso del tempo è stato
definito variamente e varie sono state le modalità di viverlo; la
mistica è considerata sostanzialmente come l’esperienza
contemplativa diretta e personale del sacro, conoscenza “al di là” di
un pensiero logico e razionale e pertanto difficile da inquadrare
chiaramente e da esprimere. Questa esaltazione, illuminazione,
questa “irruzione” di un qualcosa di divino, di un Immenso che
inonda il mistico, lo avvolge in un manto d’amore intenso, purissimo
è il momento abbagliante, l’esplosione, il massimo di uno stato
continuato, di un atteggiamento “psicologico” ascetico che pervade
il quotidiano, un’ascesi che ha preparato il sopraggiungere dello stato
sublime. Questa ascesi è vista in maniera molto variabile nelle varie
religioni. Il distacco, l’allontanarsi dagli interessi più carnali, dagli
affetti e dallo egoismo comuni alla quasi totalità degli esseri umani, è
lo stato ascetico; operare in semplicità, in genuina festosità, nella
osservazione, contemplazione di una bellezza diffusa nelle realtà più
concrete. Sarebbe questo il più accettato ed ampio modo di
percorrere la via dell’ascesi.
Questi inquadramenti mentali hanno imperato, con modeste
variazioni, per tempi lunghissimi in cui fatti reali poco conosciuti e
frammisti a fantasticherie, cercavano di spiegare quello che, per i
tempi, era impossibile o difficilissimo conoscere. Le varie concezioni
sviluppate dai sapienti erano, per necessità di cose, nebulose ed
imprecise; portavano a considerare la Terra centro universale e
l’umanità, l’apice di tutto, il massimo della intelligenza e razionalità
possibile in assoluto. Inoltre il rapporto uomo-dio era soltanto una
paterna ingerenza divina nelle piccole necessità del singolo e in
quelle più grandi delle varie comunità. Da un tenero ed ingenuo
punto di vista umano, era gratificante e giusto, forse avvolto da un
po’ di superbia perché l’uomo, piccola parte di un piccolo creato,
godeva dell’amorevole interessamento del Dio di quel creato;
un universo limitato al sistema solare o poco più. Le cose erano
diverse, anzi notevolmente diverse, da come apparentemente si
presentavano e come sicuramente lo sono anche per noi, che
abbiamo una cognizione più larga, anche se sempre ridotta.
Siamo obbligati pertanto ad adeguare la visione totale e relativa
operatività, alle nuove realtà conosciute, sempre in costante
ampliamento conoscitivo.
Il panorama ascetico-mistico non può essere osservato come prima;
la base, i pilastri su cui si fondava sono inadeguati a reggere una
costruzione consona all’ oggi. Bisogna costruire su una base,
compatibile con la più approfondita conoscenza del terreno
edificabile, usare pilastri più adatti per la nuova costruzione.
E’ l’attuale conoscenza della immensità dell’universo che deve
guidarci per fondare un misticismo che faccia perno su questa
immensità. L’al di là non è più accettabile come diversificazione,
tra un pensare comune alla grande maggioranza umana, ed un
particolare stato di sublimazione di pochi; deve considerarsi uno
stato esteso alla intera umanità. Comunità comprendente il totale
terrestre e l’esistente oltre il nostro pianeta, parte integrale ed
inscindibile di un immenso Tutto. Un “sacro empireo” che forse
è la mistica epifania, la manifestazione materico-energetica
pluridimensionale ed a-temporale, di un Assoluto.
Questa impostazione, ci porterebbe ad aprire uno spiraglio
conoscitivo sulla essenza divina, una conoscenza del rapporto Dio –
Universo; un azzardato indagare, impossibile per i limiti di una
creatura. Ad ogni buon conto, nei fatti, l’idea, l’immagine di Dio,
nella variabilità espressa da tutte le religioni, configura una entità di
completa inaccettabilità; un piccolo dio di un piccolo uomo.
Il distacco ascetico di cui parlavamo prima, la fuga saeculi ed il
contemptus mundi così presenti nel pensiero meditativo medioevale,
specie della scolastica, può essere compreso, nel quadro delle
conoscenze del tempo, ma accettato solo in parte; il mistero insito già
nel termine misticismo lo consideriamo qualcosa di diverso da quello
che può essere il mistero visto con gli occhi di oggi.....continua
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