Vi sono
molte possibilità probabilistiche offerte dalla miriade di stelle che
costituiscono la piccola immensa galassia di cui siamo parte.
È verosimile
che molte stelle della nostra galassia abbiano oggetti planetari che orbitano
intorno ad esse; è altrettanto verosimile che alcuni di questi corpi possano
essere abitati da esseri viventi, possessori di vari gradi di intelligenza con
conseguente conoscenza di quel che li costituisce e li contorna.
Quanto detto
potrebbe essere utile ad orientare le essenzialità che sono dentro e intorno a
noi.
Nelle
concretezze delle possibilità che animano gli evidenti effetti delle più varie
quotidianità, sarebbe utilissimo prendere consapevolezza del relativistico
significato della nostra esistenza. Ridimensionare alla luce di fatti prima non
conosciuti, l’improponibile, tracotante geo-antropocentrismo, deleteria
conseguenza di favolistiche convinzioni.
Convinzioni
nate e cresciute nella totale sconoscenza del concreto fatto che il nostro
mondo è uno dei mondi che costituiscono la via lattea, la nostra galassia; è
più che sufficiente limitarsi alla concreta rivoluzione copernicana che
naturalmente ha corretto la superba, improponibile posizione geocentrica creata
e spavaldamente mantenuta da ignoranti posizioni di eccelsa unica soluzione che
riteneva l’umanità, l’essenza giustificante dell’intero universo.
Un universo
semplicisticamente limato a poche stelle e pochi pianeti e l’arrogante,
improponibile presenza di un essere che assomma in sé un privilegio di cui non
può appropriarsi. Convinzioni improponibili gravate da tracotanti sicumere che
inquinano ancora oggi verosimiglianze di semplice naturalità. Probabilità e verosimiglianze hanno trovato
concreti e ripetutamente controllati dati di fatto relativisticamente
inoppugnabili, che annullano inesorabilmente fantasiose certezze circolate per
millenni nelle menti di tanti convinti di possedere certezze “documentate” in
numerosi testi spesso sacralizzati.
L’antropocentrismo
è elementare dimostrazione della modesta intelligenza umana che nonostante
tutto potrebbe vantaggiosamente utilizzare le naturali doti del libero pensare,
della logica, della razionalità. Questa intelligente operatività dovrebbe
portare, non in tempi brevi, purtroppo, alla necessaria consapevolezza che
l’umanità, nei concreti limiti planetari, fa parte di un armonico tessuto
connettivo, di una stupefacente rete relazionale di strabiliante significato.
Quanto detto
dovrebbe formare una naturale comunione con gli altri componenti della galassia
di cui siamo parte, semplici interconnessioni.
Certamente
non è necessario spingersi oltre quanto detto e coinvolgere la totalità
dell’universo nato dal super citato Bang.
Questo ha
utilizzato, secondo le recenti acquisizioni soltanto una parte delle
fluttuazioni quantistiche esistenti che probabilisticamente potrebbero aver
creato universi paralleli.
A tal
proposito concrete verosimiglianze potrebbero essere indagate da quelle poche
persone che compiono osservazioni in accordo con quei pochi altri che cercano
di spingersi in un passato di miliardi e miliardi di anni e in un futuro
cosmico altrettanto lungo.
Queste
relativistiche deduzioni annullano millenni di inconsistenti elucubrazioni avanzate
e sviluppate da sopravvalutate personalità che hanno operato ignorantemente,
superficialmente negli ultimi ventimila, trentamila anni e più; un complesso
storiografico, artistico, culturale drasticamente improponibile, fatto salvo il
lavorio, l’impegno di tutte le personalità che hanno elaborato accettabili
ipotesi pur nella più grave sconoscenza di dati di fatto evidenzianti nuove
acquisizioni di ineccepibili evidenze.
Quanto detto
potrebbe essere già sufficiente per inquadrare con coerenza la continua serie
di quegli effetti della quotidianità che coinvolgono determinatamente una
miriade di piccoli dettagli. Le cause che determinano gli effetti di cui sopra
vengono prese assaI difficilmente in considerazione; la preoccupazione, che modeste
posizioni di altisonanti prestigi possano essere accantonate ed intasare
archivi di secondaria importanza, mantiene posizioni improponibili.
È difficile
che tutti coloro che si reputano all’apice di una grandiosa piramide che
comprende una quantità di umane eccellenze, cerchino di capire l’enorme
distanza tra le leggi della società umana e quelle della naturalità.
Opportunamente
mi sento spinto a rivedere quanto precedentemente avevo detto a proposito
dell’importantissima attività di Caleb Scharf, direttore dell’ Astrobiology
Center della prestigiosa Columbia University e del suo testo dal titolo “Il
complesso di Copernico”.
Quel titolo
non mi piace per nulla; ci vedo un che di denigratorio nella fondamentale
rivoluzionaria inversione che ridimensiona senza nessuna possibile
accettabilità, un dato di fatto esclusivamente limitato al nostro pianeta.
Quel titolo
accomuna quella rivoluzione ad alcune elaborazioni psico analitiche, può essere
valido soltanto per il nostro pianeta; per i vari componenti planetari e
semplicemente, drasticamente per essi. Non può essere semplicisticamente
trasferito oltre questi limiti. Ancora più difficilmente condivisibile quello
che modestamente ritengo un maldestro tentativo di rivalutare un geocentrismo
inesorabilmente distrutto dalla planetaria rivoluzione copernicana.
Confermo la
mia piena aderenza all’immensa apertura che Scharf ha operato nel mio modesto
angolo visuale.
Il mio
ringraziamento è totale e duraturo. Detto questo mi addolora constatare che il caro
Caleb non riesce a scrollarsi di dosso l’opprimente convinzione della
particolare luminosa eccellenza della
società umana; come spesso ripetuto l’umanità
è una parte dei numerosi componenti che formano il meraviglioso tessuto
connettivo, la luminosa correlazione dei numerosi componenti della rete
planetaria.
Soltanto
immettendosi gioiosamente, emotivamente nella totalità planetaria si potrà
completare la stupefacente unità che coinvolge biologia e fisicità.
Assurda,
improponibile una burocratica gerarchia che non può di certo assolvere i
gravosi compiti di equiparazione che animeranno un futuro in atto imprevedibile, in considerazione della tracotanza
che annebbia le menti e le operatività di coloro che dovrebbero adoperarsi per
la auspicabile interconnessa realizzazione.
A parer mio,
il punto fondamentale che dovrebbe orientare le dette doti umane, deve essere
la convinzione che l’ antropocentrismo è da considerare come una delle più
comuni patologie psichiatriche.
Patologie
che affliggono esclusivamente quelle arroganti elite che si auto considerano il
massimo dell’intelligenza e di quel culturame in corsa affannosa per acquisire
visibilità, considerazione e vantaggi economici; se vogliamo azzardare una
statistica, quella eccelsa parte potrà raggiungere una percentuale non
superiore all’ 1% della popolazione umana. Questo immenso resto deve adattarsi
per necessità, ai comandamenti dei gradi più alti di quella gerarchia.
Opportunamente possiamo aggiungere a quanto detto, quelle persone e quei gruppi
che si accontentano di raccogliere le briciole sparse da quella piccola
percentuale.
Possiamo
dire in piena convinzione però che l’umanità, ha grandissime possibilità di
accogliere nel proprio tessuto connettivo e nella propria rete relazionale
alcune eccellenze che consolidano quelle eclatanti qualità umane che sono
meritevoli di apprezzamenti di altissima, coinvolgente emotività.
A tal
proposito, voglio evidenziare alcune figure femminili che a parer mio sono di
altissima eccellenza.
La più
lontana nel tempo (1310-1345) è la siciliana di Messina il cui nome è Camiola
Turinga che con sdegno e motivato rifiuto non acconsentiva al pattuito
matrimonio con Orlando di Aragona per l’altezzoso e superbo comportamento di
colui che sarebbe dovuto diventare suo sposo e per cui aveva sborsato una
notevole somma per la sua libertà.
Un altro
esempio di eccellenza è quello offerto da Marie Olympe de Gouges che in piena
rivoluzione francese pubblica la “Dichiarazione universale dei diritti della
donna e della cittadina”. Come giusto premio e con il generoso contributo di
Robespierre viene ghigliottinata.
Il terzo
esempio, abbastanza recente riguarda la cittadina inglese Emily Hobhouse che ha
avuto il semplice, naturale, ma immenso coraggio di opporsi da sola all’arroganza,
ai criminali comportamenti dell’imperialismo inglese, sostenuto dalla casa
reale e dalle istituzioni democratiche!!!
Queste eccellenze opprimevano le naturali, correttissime aspirazioni dei boeri.
Decisamente ammirevole anche la personalità
di Emma Goldman "siamo nel 1887" per lo sdegno nato dall’ indegna montatura costruita da una super
valorizzata giustizia statunitense
I
comportamenti attuali del così detto califfato possono essere equiparati con
facilità a certi comportamenti obbrobriosi che la superba ignoranza della
società umana ha sviluppato negli ultimi trenta, quaranta mila anni. Situazioni
di alta criminalità che hanno comune origine nella modesta intelligenza umana
incapace di percepire condizioni che sono di indiscutibile e ripetutamente
documentata accettabilità. L’intelligenza umana con netta evidenza è molto
modesta e per di più annebbiata da una tracotanza che genera profondi dolori.
Non ci si
vuole rendere conto che l’umanità è soltanto una delle componenti di quel
meraviglioso tessuto, quelle connessioni che unificano la totalità degli
equilibri planetari.
Non dovremmo
mai dimenticare che il nostro mondo fa parte della piccola immensa galassia che
chiamiamo via lattea e dipendiamo totalmente dall’energia che ci invia la
nostra stella madre.
Che disastro
per tante sicumere, per tante evidenti inaccettabilità è stato rendere
operativa la ricerca del DNA che con concreti dati di fatto può annullare pagine
e pagine di esaltanti mitologie, idolatrie facevano risalire ad innaturalità, ad
interventi extra umani, la creazione di improponibili ed inaccettabili persone
avvolte in fumose descrizioni.
Queste umane
creazioni venivano circondate da presunte verità che non avevano, non potevano
avere riscontri concreti, pur nel relativismo più evidente in cui questo nostro
mondo è vissuto e continua a vivere.
Per limitarci a concretezze quotidiane da un
esame del sangue condotto con le tecniche più rigorose ed approfondite, come si
fa a ricavare la regalità di tante, tante dinastie? Riconoscere il gruppo
sanguigno non ha significato di decisive concretezze. Solo la ricerca del DNA
dove e quando è possibile, può consentire una corretta, documentata e
ripetutamente controllata linea guida che possa portarci su un percorso relativisticamente ineccepibile valido
hic et nunc, certamente non un ignorante e presuntuoso semper et ubique. La
quotidiana, ripetizione della transustanziazione officiata nella parte centrale
della liturgia della messa cattolica quanto può essere presa in considerazione?
Mi fermo qui per non turbare la credula convinzione di tanti.
Chiedo
sommessamente scusa ai miei lettori se mi permetto di riferire su una mia
inaspettata recente conoscenza derivata dal personale emotivo apprezzamento offertomi
dalla prima Sinfonia di Edward Elgar (1857-1934) un compositore fino a pochi
mesi fa per me perfettamente sconosciuto. Puntuali e condivisibili le esegesi
degli esperti, ma per me non addetto ai lavori, non aggiungono molto all’
allargamento emotivo e alla concreta aderenza al mio mondo musicale che questa
sinfonia ha determinato in me. Nessun’altra delle composizioni musicali che
hanno allietato la mia vita, si è così spontaneamente impressa in quelle che
sono le mie più profonde essenzialità, alla luce del naturale necessario
adeguamento alle conoscenze sempre in divenire.
Il
grandissimo numero degli eventi quotidiani in cui siamo immersi, rientrano di
fatto nel quadro conoscitivo generale delle probabilità, anche se è difficile
essendo continuamente sommersi da accidentalità discernere ciò che ha
importanza maggiore rispetto ad altre che possano essere provvisoriamente
accantonate. Riconoscere in questi fatti particolarità che abbisognano di
verosimiglianza è un po’ più difficile perché questo comporta una maggiore
attenzione e qualche modesta ulteriore conoscenza; nonostante queste evidenti
difficoltà questa metodica dovrebbe essere profondamente attuata se si vuole
cercare di capire il più chiaramente possibile il profondo che spesso si
nasconde sotto le ovvietà più semplici e accettate. Numerosissima la serie di
essere umani che hanno costellato le operatività più storicamente e
intellettualmente più accettate. Questi appartenenti alla mia razza animale sono
da inserire senza nessuna esclusione nelle quotidianità planetarie; totale il
rispetto per il loro inquadramento logico razionale nella stupefacente rete
relazionale planetaria. Bisogna ricordare però l’immensa distanza tra le
rigorose ed accettabili leggi della natura ed il prodotto di millenari,
discutibili inquadramenti elaborati dalla varia e variabile razionalità umana
che non si è resa sufficiente conto che le varie nazionalità operanti sulla
superficie planetaria non possiedono nulla che può avvicinarle alle leggi della
natura.