L' ho chiamata Principessa, per i suoi comportamenti
schivi ed austeri, affettuosamente coinvolgenti anche se contenuti in precisi
limiti.
Sono sensazioni, ricordi infrequenti che affiorano
dopo decine di anni, sopravvissuti ad una concreta piccola realtà.
Principessa è una gattina, affidatami poche settimane
dopo la sua nascita ed il colore del suo manto era simile a quello di una
leonessa.
E' diventata adulta in un ambiente sufficientemente
naturale; una casetta che aveva accanto un limitato contorno di terreno
incolto, in cui erano presenti alcune piccole querce e gruppetti di acacie.
Accettava il cibo che le portavo in un determinato posto vicino la casetta, lo
accettava solo da me; non tollerava nemmeno furtivi accarezzamenti.
Dopo alcuni anni di questa relazione, ho dovuto
assentarmi per quasi un mese.
Al mio ritorno i familiari mi informavano sul
comportamento di Principessa nel periodo della mia assenza.
Non aveva accettato cibo da nessuno, soltanto qualche
miagolio, via, via sempre più flebile.
Evidentemente si era lasciata morire per fame per
l'assenza di un componente fondamentale del suo mondo.
Senza voler tentare di sminuire la dignità di alcuno,
il delicato affettuoso ricordo di Principessa mi suggerisce qualche
considerazione che sicuramente valida per me ma difficile che possa essere
accettata da tutte quelle altre persone più o meno vicine alle mie propensioni
più profonde, alle considerazioni di coloro che per molti anni mi hanno aiutato
nello svolgimento delle abituali quotidianità. Principessa non è mai uscita dai
miei ricordi più coinvolgenti e dalla maggiore carica di simpatia che mi ha
pervaso. Nonostante il tempo abbastanza breve tra la presenza di Principessa e
gli avvenimenti quotidiani in cui sono coinvolto, partendo da quel coinvolgente
ricordo il mio iter residuale di vita non ha trascurato di inserire tra gli
avvenimenti sempre più contemporanei quel dolce ricordo.
Quel percorso suggerito dal comportamento della
gattina, oggi mi ha portato in coincidenza con altre e più difficoltose
aperture ad esiti che drasticamente criticabili dalla maggior parte dei miei
poco numerosi conoscitori, sarebbero difficili o addirittura impossibili da
condividere.
È inutile avanzare parafrasi addolcenti, infiorate
deduzioni per cercare di facilitare accettabili digeribilità, di sminuire
ignoranti superbie. L’ignorante persistente superbia antropocentrica è
difficile che rientri nella consapevolezza ineliminabile della evidente e
esplosiva relativistica di una semplice realtà. Una serie di piccole realtà che
coinvolgono la totalità biologica e fisica di questo pianeta. Un pianeta
bellissimo fascinosamente articolato ma indubbiamente limitato e inadatto per
consentire quella crescita illimitata propugnata da quelle persone incapaci di
vedere un poco più in là dei modesti confini in cui operano.
Sono coscientemente, dolorosamente convinto che le
numerose personalità che con il loro ammirevole impegno hanno cercato di
allargare il conoscibile,che hanno dato lustro, al genere umano negli ultimi
venti trenta mila anni e anche più non meritano purtroppo particolari
apprezzamenti.
Sono persone che hanno sviluppato la loro apprezzabile
personalità in un ancestrale geo-antropocentrismo.
Le improponibili, intollerabili tracotanze e le convinzioni geocentriche difficilmente
riusciranno ad essere sradicate dal preciso, incontestabile dato di fatto
evidenziato dalla rivoluzione copernicana.
Ritornando ancora a Principessa il suo comportamento,
può assumere un altissimo significato didattico per una serie di superbe, ignoranti
personalità. Diventa evidente che la vitale operatività di un animale anch’esso
insignificante possa insegnare splendidamente, consapevolezza per una
sfavillante relativistica serie di piccole verità. Un piccolo animale offre la
possibilità di essere portato ad esempio per una ignorante e superba
percentuale di appartenenti ad una razza, quella umana. Dolorosamente,
personalmente consapevole mi vergogno di essere parte ineliminabile di
quell’unica razza animale che negli ultimi millenni si è resa responsabile di
morti, distruzioni, di tutta una serie di degradanti ignominie che velano la
dignità, il valore di ogni componente di questo pianeta.
Improponibili e inaccettabili gli inutili tentativi escogitati per
caricare di eccelsi significati impossibili deduzioni. Numerosissima e
illuminante la serie di essere umani che hanno costellato le operatività più
storicamente e intellettualmente accettabili. Queste esemplari personalità sono
da inserire senza nessuna esclusione nelle quotidianità planetarie; totale il
rispetto per il loro inquadramento logico razionale nella stupefacente rete
relazionale planetaria.
Bisogna ricordare però l’immensa distanza tra le rigorose ed
accettabili leggi della natura ed il prodotto di millenari, discutibili
inquadramenti elaborati dalla varia e variabile razionalità umana che non si è resa
sufficiente conto che le varie nazionalità operanti sulla superficie planetaria
non possiedono nulla che può avvicinarle alle leggi della natura.
Solo la razza animale umana e soltanto questa ha
determinato nel corso degli ultimi trenta mila quaranta mila anni,
numerosissimi morti e gravissimi danni all’ambiente e a quelle costruzioni
umane degne di ammirazione. Nessun’altro componente che abita questo pianeta è
responsabile della serie di ignominie di cui si è caricata la modesta
squilibrata, intelligenza di questa mia razza che si crede di occupare
prepotentemente l’apice di una piramide arrogantemente,stupidante, ignorantemente gerarchica e non ha quella minima consapevolezza di considerarsi
parte di un armonico, luminoso tutto. Purtroppo in queste aberranti convinzione
si inseriscono “SPIRITUALMENTE” tutte le elucubrazioni religiose che non hanno,
non possono far base su concretezze naturali e su dati di fatto dimostrabili,
resistenti alle più drastiche critiche. Non tengono minimamente conto che le
leggi naturali sono le leggi create dall’Immensa divina Eternità; le leggi e i
comportamenti umani suggeriti dalle varie religioni, non dovrebbero devono
essere modificate da religiosità e convinzioni che non tengono conto di queste
essenzialità. Nel caso specifico per quanto riguarda la sessualità, legge
naturale che senza ombra di dubbio necessita della unione del gamete maschile
con quello femminile è una naturalità che merita rispetto totale e non può
essere sminuita da posizioni religiose aberranti e ridicole. Per creare degli
esseri che dovrebbero essere investiti da particolari funzioni salvifiche, è
semplicemente aberrante pensare ad interventi extra naturali. Necessario
ripetere determinatamente, che le leggi naturali devono essere considerate
manifestazioni normali nell’ambito di una generale normalità valida in maniera
incontrovertibile su tutto quello che succede su questo piccolo pianeta. È
vergognoso che numerose costruzioni religiose non tengano conto di queste
essenzialità e nessuno si può arrogare il diritto di sentirsi direttamente
ispirato dalla divinità per tentare di validare mentalità e situazioni che
potrebbero essere un insulto alla divinità ma che di fatto ricadono sulla modesta
razionalità umana.
L’umanità ha a disposizione alcune accettabili
prerogative, il libero pensare che ha orrore delle certezze assolute, le umane
doti della logica e della razionalità da utilizzare con doverosa accortezza, liberata
da indimostrabili, ignoranti e superbe convinzioni. Certe operatività
potrebbero essere considerate un insulto alla immensità eterna, ma
evidentemente l’insulto ricade sulla tracotanza di quei pochi che si auto
considerano il massimo possibile su questo piccolo, stupefacente pianeta.
Mi sento impegnato in quel paniere di emozioni,
inserita nella mia più profonda sensibilità, ad avere in me costantemente la
presenza nonostante i numerosi anni passati di quella meraviglia di gattina che
animava, che illuminava con i suoi bagliori di emotività la mia modesta
percezione che stimolava quell’intreccio di emozioni.
Le
problematiche gravi e spesso gravissime che animano le quotidianità planetarie
non cercano di rendersi conto che l’umanità è SOLTANTO una tra le numerose
componenti di questo pianeta e non può arrogarsi il diritto di considerarsi
all’apice di una impossibile piramide che ha come cardine una assurda
improponibile gerarchia.
Tutti coloro
che senza nessun obbligo si propongono di essere al servizio del “popolo”
non dovrebbero dimenticare che
questo fatto presuppone un impegno senza il quale la attività politica perde
qualsiasi significato e si inabbissa nell’egoismo personale e del gruppo di
appartenenza. Sento il dovere personale di chiedere scusa ai miei lettori se
purtroppo la mia vecchiaia con relativa e progressiva degenerazione dei neuroni
celebrali e conseguente perdita dei collegamenti sinaptici non mi consente
quella lucidità, quell’iter razionale necessario per rendere più facilmente condivisibile
situazioni di operatività che riescano ad utilizzare accettabilmente i
personali residui della modesta intelligenza di cui io e gli altri componenti
umani siamo dotati. In queste condizioni mi sento obbligato a ripetere riflessioni,deduzioni
già dette e ripetute. La inaccettabile, improponibile assurdità che ci inquina
da quando in epoca geocentrica l’uomo si auto considerava re del creato e
ancora più grave immagine della divinità. Purtroppo questa assurda,
improponibile convinzione è largamente diffusa tra quella piccola percentuale
umana che si auto considera l’apice di una improponibile piramide di
burocratica gerarchia. Non è la prima volta che pongo queste considerazioni
all’attenzione di coloro che vogliono cercare di capire quello che è al di
sotto della superficie. Evidentemente posizioni considerate di prestigio
impongono la continuazione della loro esistenza; costantemente presente la
paura di mettere in discussione situazioni di privilegio, che blocca nella
maggior parte di intellettuali, politici ed artisti la libera accettazione e
discutere le intoccabili privilegiate posizioni. Se la modesta intelligenza
umana fosse usata in maniera più equilibrata e consapevole delle relative
possibilità si potrebbe verificare un uso molto più corretto, equilibrato e
rapportabile paritariamente con la enorme prevalente quantità di persone
considerate di scarsa o nulla importanza.........
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