Nel
quotidiano possiamo fare alcune riflessioni sulla “neonata” Unione Europea. Le
idealità che avevano reso possibile questa nascita erano sorte dalle
riflessioni fatte da un gruppetto di alte personalità esiliate dal fascismo.
Alla fine del disastroso conflitto mondiale quelle luminose illuminanti
idealità potevano vedere un inizio di realizzazione; un esempio pratico la
comunità del carbone e dell’acciaio. Finalmente poteva nascere la stupenda
idealizzazione della Comunità Europea. Come tutte le cose umane queste idealità
incontravano sul loro cammino giganteschi macigni. Per realizzare al massimo le
suddette idealità sarebbe stato più opportuno parlare di Unità Europea che ha
significati ben diversi dalla comunità. Queste riflessioni ci porterebbero
molto lontano quindi è preferibile fermarsi in questo punto. Ad ogni buon conto,
però, una unione tra diversi dovrebbe presupporre una paritaria importanza tra
i componenti pur nelle notevoli fruttuose diversità. Non ho nessuna intenzione
di immettermi nella diatriba contemporanea tra le notevoli differenze
comportamentali tra la Grecia e la Germania. Eccessiva, superba, improponibile
la posizione da prima della classe della Germania che disturba e può ferire a
morte le idealità della Unità Europea.
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