lunedì 6 luglio 2015
Luminose personalità
Nei millenni passati l’umanità
ha prodotto pur nella completa sconoscenza di preganti causalità, espressioni
di altissimi significati umani, di luminose idealità. Ottimo esempio, Shakespeare
e la sua grandissima personalità; avrebbe dovuto però, in qualità di attento
intellettuale, percepire i vagiti del neonato eliocentrismo. Seguendo questo
ordine di idee possiamo giustificare Dante che totalmente intriso di
geocentrismo, necessariamente si doveva riferire alla concezione neo
testamentaria, ed alle numerose inaccettabilità; le anime dei giusti, devono
aspettare che la resurrezione della carne di là da venire ricomponga l’unità
corpo-anima per potersi avvicinare alla divina trinità. Questa agognata
aspettativa avrebbe reso possibile un’ avvicinamento al divino. Nel liturgico
credo odierno, i cristiani sono obbligati a credere nella resurrezione della
carne che unifica il binomio corpo-anima. Per quanto riguarda il corpo è di
estrema evidenza, che questo è il risultato di plurimillenari interventi di
atomi e molecole che sono stati patrimonio temporaneo di entità biologiche e di
realtà fisiche; non vi è per tanto una unicità definita ma soltanto occasionali
e temporanei incontri molecolari. È evidente che gli atomi, che costituiscono
la totalità del nostro pianeta, sono presenti fin dai primordi degli
assemblamenti planetari. Pertanto la vagheggiata illusoria unione corpo-anima è
assurda e inaccettabile. Le presunte ovvietà di cui sopra non possono essere messe
superficialmente da parte ma ad ogni buon conto, sistemarle in un organizzato archivio.
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