Questo circolo però non è indenne da conseguenze poco accettabili;
per molti versi produce effetti indesiderati per i singoli e l’umanità
nel suo insieme, oltre che per la totalità del pianeta, che ha necessità
di non subire turbamenti per l’armonia totale del complesso
dinamismo.
In questi ultimi anni si sta creando il mito della tecnologia; questa è
importante per dare una vita migliore per i quotidiani bisogni.
Diciamo subito che la tecnologia non è qualcosa di innaturale,
rimane nei limiti delle leggi naturali chimico-fisiche, della
conoscenza delle proprietà dell’insieme terrestre. Come tutte le cose
di questo mondo è limitata e sempre soggetta ad inconvenienti di
varia natura.
In questo periodo si insiste sul rispetto ecologico che garantiscono
molti prodotti tecnologici: le relative promozioni pubblicitarie sono
assillanti. Diciamo che sono soltanto enfatizzazioni non vere poiché
non possono esistere prodotti tecnologici ecologici. Questi prodotti
possono essere più o meno i n q u i n a n t i ma non saranno mai in
accordo con i criteri ecologici per una serie di cause che sono in
contrasto insanabile con l’ecologia; per brevità e non generare
patimenti omettiamo un inquietante elenco. Si afferma che le
attività nucleari rispettano le necessità ecologiche perché non
causano l’inquinamento atmosferico prodotto utilizzando i
giacimenti fossili. Se si eliminasse l’utilizzazione del fossile, nel giro
di mesi o qualche anno l’atmosfera ritornerebbe pulita e salubre
come qualche secolo fa; se si eliminasse immediatamente l’attività
nucleare, il tempo per una normalità ecologica sarebbe
tremendamente incalcolabile
La tanto discussa sicurezza non sarà mai assoluta e più abbondanti
saranno le parti assemblate, i sempre più numerosi componenti di
esse, maggiormente difficile sarà aumentare i livelli di sicurezza e
sempre più gravi i disastri che potranno derivarne. Creato il mito, ci
stanno convincendo che la tecnologia possieda in se la soluzione di
quasi tutti i problemi che sempre hanno ostacolato il “progresso”
della umanità; il costante sviluppo tecnologico risolverà, poco alla
volta, la maggior parte delle difficoltà e l’uomo vivrà nel bene e nella
felicità. Dobbiamo disilluderci, purtroppo non sarà come detto. Già
oggi siamo invasi materialmente da prodotti tecnologici di scarsa
utilità. Basta entrare in un negozio adatto per accorgersi che una
grande quantità di prodotti esposti, il comune visitatore non sa a cosa
servano; i conoscitori vanno in visibilio per piccoli miglioramenti
che li stimolano a comprare la novità. Questi sono inconvenienti di
poca entità, se non considerati nella totalità della tecnologia;
purtroppo sono accaduti disastri molto preoccupanti e non possiamo
escludere che il prevedibile incremento tecnico ne determini altri,
gravissimi per gli ecosistemi e l’economia. Un oculato sviluppo
tecnologico può essere utile se non si superano certi limiti, se non si
accettano passivamente interessi commerciali di grandi gruppi,
lontani nella loro operatività da visioni un poco più ampie; una
lungimiranza prevalentemente, o peggio esclusivamente economica.
Bisogna chiedersi quanto la tecnologia sciupi risorse preziose per
l’altro tipo di avanzamento umano di certo più importante. Quanto,
nel complesso, la sottovalutata ragione ecologica, messa da parte
dalle grandi industrie per aumentare guadagni immediati, aggraverà
nel futuro le possibilità necessarie alla società per il regolare
inserimento della vita umana nella totalità ambientale. L’autentico
avanzamento umano non può prescindere da un organico, dinamico
livellamento delle possibilità vitali di ognuno e dell’intera società.
Non può verificarsi avanzamento in una situazione in cui agiscono
t r o p p i consumatori inquinatori che, anche se animati da buoni
propositi e comportamenti, squilibrano i rapporti armonici di tutto
l’insieme.
La maggior parte degli intellettuali e politici non riescono o non
vogliono staccarsi da fossilizzate visioni non più accettabili; concetti
e valori discutibili continuano ad essere seminati e coltivati nelle
menti e nei comportamenti dei più, valori che spesso sbilanciano gli
essenziali equilibri ecologici ed etici.
Miliardi di I O singolarmente, con il patrimonio di gioie e dolori,
di conoscenza, di affetti e tendenze, devono sentirsi obbligati a
pretendere l'equilibrata acquisizione delle prerogative
fondamentali; chiedere il necessario conseguimento della piena
dignità dei Singoli, a coloro che hanno accettato la responsabilità di
dedicare il loro impegno alla attività pubblica.
Siamo portati a fare un ragionamento più complesso, anche se
sostanzialmente più lineare, a dire qualcosa che quasi nessuno dice; i
motivi di questo quasi silenzio sono vari, ma non molto numerosi.
Partiamo da discussioni e conferenze sul clima che, da Kioto in poi
sono presenti in molti ambiti. Diciamo che le preoccupazioni sugli
andamenti ambientali sono giustificate e le proposte, relative anche
se ridotte, sicuramente utili.
Sono utili ma di certo insufficienti sia nel presente che nel futuro
anche lontano. Una immediata osservazione --
decisamente importante per il futuro remoto, di impossibile
soluzione in tempi brevi -- è il progressivo aumento numerico della
popolazione umana, in confronto alla superficie terrestre utilmente
disponibile e in rapporto con gli altri componenti fisici e biologici.
Bisogna provare a trovare un poco di quell’amore rivolto al proprio
figlio ed agli altri intimi; estendere quel sentimento o almeno un
profondo rispetto, sia al prossimo vivente umano ed extra-umano,
che al fisicamente esistente.
Decisamente non accettabili le sollecitazioni addotte continuamente
dalle considerazioni economiche e consumistiche per la necessaria
“crescita” delle nazioni e per creare posti di lavoro con produzioni
inutili o dannose. Che significato dare al concetto, al termine
p r o g r e s s o; non possiamo accettare, con l’intollerabile
semplicismo che oggi coinvolge un copioso argomentare, una
situazione estesamente diffusa. Inaccettabili disparità, sia etiche che
di pratica vita quotidiana, contraddicono spietatamente vane parole
ed irrealizzabili programmi. Di fatto quello di oggi è un progresso
disarmonico; un autentico progredire può ammettere picchi positivi e
negativi in una dinamica, ma poco ampi e limitati nel tempo.
Uno sviluppo, un progresso corretto non può basarsi soltanto su
novità e miglioramenti tecnologici, deve necessariamente
comprendere un aumento delle conoscenze non elitario ma diffuso e
ridurre determinatamente i disumani baratri che insultano la dignità
di ogni componente della società umana. Dice Eduardo Galeano “lo
sviluppo è un viaggio con molti più naufraghi che naviganti”....
continua
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