martedì 3 novembre 2015

EQUILIBRIO parte 3°

“Non abbandonarsi al  sonno dell’ignoranza  ma magari  sbeffeggiato
da tutti, cercare l’eccezione che non conferma la regola:”
Tutti  gli  uomini  nascono  liberi  ed  uguali  in  dignità  e  diritti.  Base
fondamentale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Tutte  le  cose  necessarie  per  la  quotidiana  vita  fisica   del  Singolo
costituiscono  i  Beni  Primari,  quelli  che  ogni  società  civile  d  e  v  e
impegnarsi a distribuire equamente  ai propri Cittadini;  ciò di  cui i
Cittadini hanno indispensabile bisogno per condurre la propria vita,
vivere  la  loro  corretta  libertà,  senza  la  degradante  preghiera  ai
potenti.
I  Diritti E s i  s t e  n z i  a l i    sono quei diritti  vitali, di intrinseca
dignità  acquisiti  all’atto  della  nascita  di  ogni  essere  umano  (e  non
solo), indipendentemente dal luogo di nascita, dall’etnia dei  genitori,
dalla  loro  posizione  sociale  e  da  quanto  altro  può  caratterizzare  un
essere umano; una Persona che vive la propria esistenza correlata con
gli  altri  e  porta  in  se  la  caratterizzante  diversità  ed  unicità  del
personale   ciclo  vitale  che,  in  societaria  sintonia  con  tutti  i
componenti biologici e fisici, anima questo pianeta.
Questa semplice constatazione deve imprimere una precisa svolta in
mentalità  e  comportamenti,  ancora  oggi  largamente  diffusi  nelle
società di tutti i continenti.
Quello  che  propongono  i  governi  dei  popoli  ricchi  (  anche  se  la
maggioranza  del  popolo  non  è  affatto  ricca)  sono  “aiuti”  settoriali,
progetti  di  solidarietà,  carità,   qualche  ospedale,  ricerca  di  fonti
idriche, qualche scuola e quello che può migliorare un poco la vita di
piccole  comunità.  Esseri  umani  sfruttati,  intere  popolazioni
massacrate,  spogliate  di  tutte  le   ricchezze  asportabili,  da  dirigere
verso   altri  per  incrementare  le  loro  ricchezze,  incuranti  dei
gravissimi  danni  alle  economie  locali  ed  alla  dignità  degli  sfruttati.
Non  elargire  superbamente  caritatevoli  aiuti,  ma  riconoscere
ineliminabili  diritti.     Dolenti  bisogna  ammettere   che  la  “civiltà”
occidentale,  guidata  da  altrettanto  civili  capi,  già  nel  passato  ha
compiuto  azioni  di  criminalità  e  disumanità  estreme,  tentando  la
discolpa con ipocrite idealità. Per il bene della umanità nella propria
complessiva unità, le sole vere azioni da compiere sono quelle il cui
fine  coincide  con  il  sentito  dovere  di  dare  a  ciascuno  i  diritti
esistenziali di cui è detentore (non bisognano enfatiche e disattese
Dichiarazioni), nel più breve tempo possibile, evitando al massimo le
difficoltà  che  esistono  concretamente  e  senza  addurre  scusanti  non
accettabili; il bene che se ne ricaverà sarà per tutti, anche per coloro
che sono convinti che il mondo sarà sempre diviso e la ricchezza è la
ricompensa per i loro meriti, la loro intelligenza e l’operosità, di cui
sono privi i “morti di fame”.
S E  si  vuole veramente una umanità migliore nel suo complesso,
più  armonica,  equilibrata  e  pacifica,  la  sola  strada  da  percorrere,  è
quella  della  riduzione  graduale   delle  disparità  socio-culturali,
seminate  dall’alterigia  di  una  elite  che  si  crede  meritevole  dei
privilegi  acquisiti  con  l’intraprendenza,  il  “duro  onesto  lavoro”,
spregiudicata laboriosità, l’evasione fiscale e le altre meritevoli doti.
Intollerabile  il  divario  tra  le  varie  condizioni  di  vita  della  intera
società; inaccettabile, crudele divario che svilisce l’intelligenza e la
dignità  di  ogni  singolo  che  continua  a  tollerare  tanta  barbarie,  e
dell’intera  umanità  che  non  abbia  come  priorità  essenziale  la
equanime ripartizione dei beni primari e l’indispensabile fruizione
dei diritti esistenziali, semi insostituibili per effettuare la semina che
faccia  nascere  e  sviluppare  la  necessaria  equità,  correttezza  ed  il
consequenziale dinamico, operoso equilibrio, una pace duratura.
Inevitabilmente  si  presenta  all’attenzione  la  riflessione  che  Miguel
Hirsch  esprime,  dicendo  che  la  peggior  forma  di  violenza  è  la
ingiustizia  economica, perché  genera ed esaspera tutte le violenze,
specie se da troppi è accettata come “normale”.
Purtroppo,  questo  diffuso   accettare  come  normalità  ineliminabile,
sia la ingiustizia economica che le varie forme di violenza, da sempre
attribuito  alla  connaturata  cattiveria  dell’uomo  (dote  del  peccato
originale?),  ha  influito  determinatamente  a  rallentare  il  cammino
verso  una  ubiquitaria  parità  esistenziale  con  i  conseguenti  vantaggi
psicologici ed economici per tutti.
I  pochi  miliardi  di  miliardi  di  molecole,  che  sostanziano  i  corpi
animali e vegetali nelle loro armoniche correlazioni, in sintonia con
il  non  vivente  e  con  il  resto  dell’universo  (per  come  oggi  lo
conosciamo)  ci  dicono   con  semplicità  che,  i  diritti  esistenziali  nel
totale delle diversità e variabilità, costituiscono una regola valida per
l’intero  universo.  Cerchiamo  di  non  scordarci  della  nostra
connaturata relatività, non alimentiamo stupide superbie.
Sappiamo  tutti  che  in  un  millimetro  cubico  del  nostro  sangue  sono
contenuti  cinque  milioni  di  globuli  rossi;  molti  non  sanno  (anche
coloro che dovrebbero sapere) che un singolo globulo è composto da
parecchi milioni di molecole che svolgono diverse funzioni, correlate
con l’intero organismo. Quasi incredibile.
Le elementari esigenze vitali dei singoli sono insopprimibili, devono
diventare esigenze fondamentali degli Stati; essere presenti al primo
punto dei loro programmi.

molto gradite osservazioni e critiche su quanto pubblicato
sugerencias y crtica muy bienvenida y de lo que se ha publicado

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