“Non abbandonarsi al sonno dell’ignoranza ma magari sbeffeggiato
da tutti, cercare l’eccezione che non conferma la regola:”
Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Base
fondamentale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Tutte le cose necessarie per la quotidiana vita fisica del Singolo
costituiscono i Beni Primari, quelli che ogni società civile d e v e
impegnarsi a distribuire equamente ai propri Cittadini; ciò di cui i
Cittadini hanno indispensabile bisogno per condurre la propria vita,
vivere la loro corretta libertà, senza la degradante preghiera ai
potenti.
I Diritti E s i s t e n z i a l i sono quei diritti vitali, di intrinseca
dignità acquisiti all’atto della nascita di ogni essere umano (e non
solo), indipendentemente dal luogo di nascita, dall’etnia dei genitori,
dalla loro posizione sociale e da quanto altro può caratterizzare un
essere umano; una Persona che vive la propria esistenza correlata con
gli altri e porta in se la caratterizzante diversità ed unicità del
personale ciclo vitale che, in societaria sintonia con tutti i
componenti biologici e fisici, anima questo pianeta.
Questa semplice constatazione deve imprimere una precisa svolta in
mentalità e comportamenti, ancora oggi largamente diffusi nelle
società di tutti i continenti.
Quello che propongono i governi dei popoli ricchi ( anche se la
maggioranza del popolo non è affatto ricca) sono “aiuti” settoriali,
progetti di solidarietà, carità, qualche ospedale, ricerca di fonti
idriche, qualche scuola e quello che può migliorare un poco la vita di
piccole comunità. Esseri umani sfruttati, intere popolazioni
massacrate, spogliate di tutte le ricchezze asportabili, da dirigere
verso altri per incrementare le loro ricchezze, incuranti dei
gravissimi danni alle economie locali ed alla dignità degli sfruttati.
Non elargire superbamente caritatevoli aiuti, ma riconoscere
ineliminabili diritti. Dolenti bisogna ammettere che la “civiltà”
occidentale, guidata da altrettanto civili capi, già nel passato ha
compiuto azioni di criminalità e disumanità estreme, tentando la
discolpa con ipocrite idealità. Per il bene della umanità nella propria
complessiva unità, le sole vere azioni da compiere sono quelle il cui
fine coincide con il sentito dovere di dare a ciascuno i diritti
esistenziali di cui è detentore (non bisognano enfatiche e disattese
Dichiarazioni), nel più breve tempo possibile, evitando al massimo le
difficoltà che esistono concretamente e senza addurre scusanti non
accettabili; il bene che se ne ricaverà sarà per tutti, anche per coloro
che sono convinti che il mondo sarà sempre diviso e la ricchezza è la
ricompensa per i loro meriti, la loro intelligenza e l’operosità, di cui
sono privi i “morti di fame”.
S E si vuole veramente una umanità migliore nel suo complesso,
più armonica, equilibrata e pacifica, la sola strada da percorrere, è
quella della riduzione graduale delle disparità socio-culturali,
seminate dall’alterigia di una elite che si crede meritevole dei
privilegi acquisiti con l’intraprendenza, il “duro onesto lavoro”,
spregiudicata laboriosità, l’evasione fiscale e le altre meritevoli doti.
Intollerabile il divario tra le varie condizioni di vita della intera
società; inaccettabile, crudele divario che svilisce l’intelligenza e la
dignità di ogni singolo che continua a tollerare tanta barbarie, e
dell’intera umanità che non abbia come priorità essenziale la
equanime ripartizione dei beni primari e l’indispensabile fruizione
dei diritti esistenziali, semi insostituibili per effettuare la semina che
faccia nascere e sviluppare la necessaria equità, correttezza ed il
consequenziale dinamico, operoso equilibrio, una pace duratura.
Inevitabilmente si presenta all’attenzione la riflessione che Miguel
Hirsch esprime, dicendo che la peggior forma di violenza è la
ingiustizia economica, perché genera ed esaspera tutte le violenze,
specie se da troppi è accettata come “normale”.
Purtroppo, questo diffuso accettare come normalità ineliminabile,
sia la ingiustizia economica che le varie forme di violenza, da sempre
attribuito alla connaturata cattiveria dell’uomo (dote del peccato
originale?), ha influito determinatamente a rallentare il cammino
verso una ubiquitaria parità esistenziale con i conseguenti vantaggi
psicologici ed economici per tutti.
I pochi miliardi di miliardi di molecole, che sostanziano i corpi
animali e vegetali nelle loro armoniche correlazioni, in sintonia con
il non vivente e con il resto dell’universo (per come oggi lo
conosciamo) ci dicono con semplicità che, i diritti esistenziali nel
totale delle diversità e variabilità, costituiscono una regola valida per
l’intero universo. Cerchiamo di non scordarci della nostra
connaturata relatività, non alimentiamo stupide superbie.
Sappiamo tutti che in un millimetro cubico del nostro sangue sono
contenuti cinque milioni di globuli rossi; molti non sanno (anche
coloro che dovrebbero sapere) che un singolo globulo è composto da
parecchi milioni di molecole che svolgono diverse funzioni, correlate
con l’intero organismo. Quasi incredibile.
Le elementari esigenze vitali dei singoli sono insopprimibili, devono
diventare esigenze fondamentali degli Stati; essere presenti al primo
punto dei loro programmi.
molto gradite osservazioni e critiche su quanto pubblicato
sugerencias y crtica muy bienvenida y de lo que se ha publicado
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