domenica 4 maggio 2014

VALORE QUASI ASSOLUTO DEL RELATIVO



Sono sicuro che quello che sto per esprimere  non troverà facilmente molte persone disposte a condividerlo. l’argomento è molto delicato e da millenni viene visto sotto un unico punto di vista.
Voglio trattare della proprietà delle cose e del diritto diffusamente espresso che consente questa proprietà.
Di passaggio voglio ricordare che perfino nei biblici dieci comandamenti gli ultimi 2 recitano così:non desiderare la DONNA D’ALTRI e non desiderare la ROBA D’ALTRI,questo vuol dire che già in epoca biblica il possesso proprietario era sancito come un obbligo divino;per di più non erano considerate di proprietà solo le cose fisiche ma anche la donna considerata di proprietà del marito;evidentemente il marito non era proprietà della donna.
Non saprei dire come questo senso di proprietà sia nato nei millenni abbondantemente passati.
E’ verosimile pensare che persone autoconsiderate intelligenti e dotate di particolari qualità, ed anche piuttosto furbe ed arrogante, si arrogavano il diritto di appropriarsi di quelle cose che soddisfacevano il loro tornaconto.
Evidentemente queste persone avevano l’arrogante  possibilità di costituire dei regolamenti che diventavano leggi assolute che  favorivano i  loro interessi .
Questo dato di fatto determinava di già  una suddivisione tra persone potenti (poche)che avevano la possibilità di fare e disfare a loro piacimento ed il grande gruppo subalterno che doveva o spontaneamente o  obtorto collo adeguarsi.
Sarebbe interessante sapere come questi potenti autogiustificavano la proprietà di qualcosa che naturalmente non era di nessuno ma di tutti .
In realtà la cosa fondamentale è cercare di capire una elementarietà fortemente connaturata al territorio ed alle risorse che questi territori possiedono.
Perché a giudicare serenamente ed elementarmente naturali,tutte le risorse che fanno parte del territorio del nostro pianeta sono  ad uso di tutti e proprietà di nessuno .
Da un punto di vista non solo etico ma anche pragmatico è intollerabile che parte di territorio e parte di relative risorse siano considerate di proprietà di singoli o di gruppi,qualunque possa essere il determinismo che ha portato a quelle situazioni di fatto.
L’attuale situazione di questo bellissimo pianeta che ha la sfortuna di essere sfruttato da una umanità che ha evolutivamente una intelligenza ancora abbastanza embrionale  per di più  malaccortamente usata,rompendo cosi l’equilibrio e la magnifica armonia che poteva essere operante in epoche purtroppo molto remote .
Lo spezzettamento della razza umana,di per se unitaria,anche a causa della differenza di linguaggio accumulate nei secoli ha consentito questo schizofrenico squilibrio .
In questa situazione alcune nazioni favorite per il fatto di abitare luoghi più provviste di risorse rispetto ad altri ha creato superbamente nazioni e porzioni di umanità arrogantemente più autoritarie e privilegiate rispetto ad altre che per vicissitudine storiche varie, sono considerati agli ultimi posti della scala umana  che per sua natura ha una unicità di dignità,qualunque sia il grado di sviluppo economico in cui si trova.
Troppe teste vuote parlano di progresso ,ma il progresso di cui parlano è un progresso di tipo tecnologico che di fatto esiste e può dare dei buoni frutti però è da distinguere dal progresso sociale che è indipendente  dal progresso tecnologico. 
Buona parte del progresso tecnologico è sviluppato non per influire sul progresso sociale, ma ci autorizza a sospettare che  il grande impulso della tecnologia abbia spinte  rivolte verso la supremazia di determinati gruppi ed il miglioramento dell’efficienza militare.
Esempio tipico è la cosi detta conquista del cosmo che fa molta presa su una parte della popolazione ben disposta verso queste  forme enfatiche di grandezza umana, riflettendo con semplicità sulla passeggiata sulla luna o l’invio del robot su marte è molto improbabile che migliorino la nostra conoscenza delle cose fondamentali ed è una aberrazione tentare di trasferire un certo gruppo di essere umani per periodi anche relativamente lunghi ,al di fuori delle obbligatorie necessità dell’ambiente naturale terrestre;la sopravvivenza in quelle condizioni è assicurata dal continuo viavai  delle navette che portano via gli scarti della vita fisica degli occupanti immettendo le necessarie sostituzioni,senza l’utilizzo di queste navette gli astronauti potrebbero resistere solo poche settimana.
La condizione prevalentemente dell’uomo su questa terra è una condizione di insignificanza perché è insignificante non solo l’uomo ma anche la terra che l’uomo abita ,ma anche la galassia che è una parte insignificante nell’universo, un complesso di insignificanze nell’universo,e l’uomo è così superbo da credere a cose che non stanno ne in cielo ne in terra,e potremmo fare una considerazione molto semplice,l’immenso patrimonio conoscitivo ed artistico che l’umanità ha accumulato nei millenni non è sufficiente a ricoprire nemmeno il fondo dell’insignificanza umana e terrestre in genere.

Quanto detto ci conferma che l’uomo e l’umanità,e quanto è al di là di essa fa parte di un immensa relatività per cui è da sciocchi  parlare di assoluto, l’unica cosa che può certificare la nostra intelligenza è non parlarne,meno parliamo di assoluto e più manifestiamo quella limitata intelligenza di cui siamo in possesso.
Non bisognerebbe mai dimenticare che tutto il complesso dei fattori ambientali fisico chimico e biologici è l'unico regno in cui l'uomo può e si deve trovare a suo agio perchè al di fuori di questa casa terrestre non  ne esiste altra.
Quasi sicuramente possiamo convincerci che se ne possa creare un altra dove questa umanità può esplicare le sue funzioni vitali,sia esclusivamente biologiche che intellettive.
E' inutile fare previsioni che rasentano la fantascienza che vadano oltre un tempo necessariamente breve,tutte le previsioni ottimistiche che possiamo fare non possono al momento spingersi oltre tempi che superino il secolo;è semplicemente superbo ed arrogante amplificare le capacità intellettive umane che da una miriade di constatazioni dimostrano la limitata intelligenza umana aggravata da un uso squilibrato e schizofrenico incapace di andare oltre i limitati interessi personali e di gruppo che ci costringono in un territorio asfittico.
Tutte le manifestazioni selettive dei vari comparti delle attività umane non tengono sufficientemente conto delle molteplici possibilità e comportamenti ed idealità che non riescono a varcare i limitati confini in cui si opera.
Le grandi intelligenze che i vari mezzi di comunicazione di massa esaltano offrono il fianco a critiche severissime che danno il sospetto che queste eccellenze intellettive siano tuttora invischiate nella superba convinzione del sistema tolemaico nonostante che da oltre 4 secoli sia avvenuta l' eliocentrica rivoluzione copernicana.
L'eliocentrismo costringe coloro che utilizzano in maniera anomala l'intelligenza umana a rendersi conto di ciò che più di una volta abbiamo definito insignificanza;però,e non è cosa da poco,la consapevolezza di questa insignificanza ha un contro altare altamente significativo,perchè ci fa capire da grandi uomini di un piccolo pianeta siamo assurti a degna e consapevole parte di un universo;volendo egoisticamente enfatizzare questa condizione potremmo dire che questa profonda consapevolezza ci porta a sfiorare l'assoluto,questa sublime convinzione enfatizza in maniera drasticamente incosciente piccoli segni di ricerca di una bellezza sognata e desiderata da quella quota di artisti di varia sensibilità ed estrazione che nei secoli hanno cercato e continuano oggi a cercare di rendere meno grette,chiuse e deprimenti le ordinarie necessità quotidiane.
Un ulteriore personalissima riflessione: la mia eternità è iniziata con la mia nascita e si è protratta regolarmente nel corso degli anni, e si esaurirà definitivamente, a suo tempo , con la mia morte.
A parer mio il modo corretto di vivere la propria eternità è adeguarsi con la maggiore consapevolezza possibile a quelle che sono gli episodi che costellano la vita personale usando sempre la massima attenzione possibile e la contemporanea umiltà esistenziale.
E' evidente che ognuno ha il diritto di vivere la propria vita secondo le modalità che ritiene più opportune anche se queste in maniera più o meno inconsapevole possono arrecare danni gravissimi a persone e cose.