mercoledì 25 marzo 2015

Considerazioni (parte II)

Nel contesto suddetto bisogna inserire l'evidente osservazioni che le risorse terrestri non potranno adeguarsi equamente, proprio così, alle esigenze della intera umanità per cui, in contraddizione con quelli che sono i diritti della persona, la disparità saranno ancora più colossali di quanto non lo siano in atto.
Non si può essere di fatto liberi se non si ha la possibilità della fruizione dei mezzi adeguati alla propria libertà teorica.
Nessua "civiltà"  nessuna nazione può arrogarsi il diritto di ergersi alla guida, a gendarme dell'intera umanità perchè questo insulta, nel profondo, il restante; qualsiasi ricchezza, qualsiasi arrogante supremazia è anche un danno materiale, una criminale ruberia nei confronti di quelli che non hanno la possibilità di competere, di contrastare, di giusto contenimento.
L'ignominia verso l'intera umanità è resa ancora più grave quando si cerca di imporre "l'alta missione" con la più eclatante manifestazione di tutte le violenze, sopraffazioni e sfruttamento, l'uso criminalmente disumano della forza della guerra, qualsiasi tipo di guerra, distruttrice della vita e della dignità di tante persone, oltre ai danni materiali ed all'incosciente inquinamento ecologico.
La mediazione, la lunga diuturna azione di contatti, trattative diplomatiche, di vero dialogo condotto su base paritaria, di una ricerca di equilibrio tra le parti, di tutta un'azione di pace e di pacificazione tra opposti interessi e diverse visioni di una realtà, non vengono sufficientemente pratica.

Dev'esserci qualcosa di sbagliato, di grossolanamente incoerente nelle leggi economiche che regolano da qualche secolo a questa parte la produzione e la distribuzione dei beni materiali, la ricchezza di una nazione ed il rapporto con la ricchezza delle altre; il dato di fatto che è all'osservazione di tutti è la grande disparità esistente tra quei pochi che possiedono intollerabilmente, criminalmente beni economici notevolissimi e la stragrande maggioranza delle persone che combattono con l'indigenza, la grave povertà o peggio, sia all'interno della nazione che nell'equilibrio tra esse.

Considerazioni (parte I)

Il nostro mondo è un pianeta che occupa una parte piccolissima di un universo la cui estensione spaziale è immensa, un universo che non trova il suo inizio, la sua creazione nel super citato big-bang ; questo si può considerare un evento evolutivo di un “qualcosa” che è sempre esistito o che comunque esisteva prima.
Quanto detto ci porta a considerare inesorabilmente quadri cosmologici che hanno imperato in maniera incontrollata nel passato, da quei quadri cosmologici fantasiosi , sono nate idee , concezioni, ideologie comportamenti umani, illuminazioni teologiche che onestà vorrebbe fossero coerentemente rivedute per essere aggiornate in modo che l’essere umano, in umiltà si renda conto che è soltanto una magnifica esaltante, espressione , una grande parzialità terrestre dispersa in un “infinito” inimmaginabile, probabilisticamente popolato da esseri con superiore intelletto.

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Per molti anni , per una buona percentuale dei miei giorni, ho assorbito, mi hanno fatto assorbire, la mentalità generale che non teneva conto di tutte quelle conoscenze , nuove conoscenze che avrebbero arricchito giorno dopo giorno le possibilità personali di un allargamento concettuale; il lavorio mentale impostomi di continuo, con fatica ed il necessario vigore, per combattere i germi infetti, mi ha portato ad una individuazione ,umilmente, delle cause della velatura concettuale ed alla eliminazione dei germi verosimilmente responsabili, avendo sempre presente la possibilità che altri germi possano inquinare il quadro concettuale.
L’azione principale della razionalità dovrebbe consistere, a parer mio, nel cercare di capire quello che è fondante, primario per liberarlo di tutte le sovrastrutture le incrostazioni , sub costruzioni successive che snaturano o addirittura ribaltano le basi su cui poggia l’esistenza di ognuno di noi e della società umana nel suo complesso.

E’ l’individuo, la persona, il protagonista, umile ma protagonista, della realtà umana; la società, le istituzioni con tutto il carico delle norme, delle leggi e loro doveri e diritti, sono soltanto successive e servono a regolare l’esistenza del singolo protagonista che non può permettersi di disconoscere l’altro, di sopraffarlo.
Soltanto quando la maggior parte delle persone prenderà coscienza di quanto detto potrà iniziare il vero progresso dell’umanità.

Nessuno può permettersi di affermare di possedere la verità assoluta, di possederla in proprio, o sorretto, spalleggiato da illuminazioni, rivelazioni o quant’altro può metterlo in una situazione di supremazia rispetto ad altri e non può esserci chi ha il diritto di imporre la propria visione ritenendosi autorizzato a stabilire qual è il bene qual è il male; la persona con il proprio giudizio cosciente è in grado di distinguere se lo vuole.
Le leggi, i regolamenti intervengono sui fatti delittuosi commessi, quando cioè il giudizio cosciente personale ha ignorato e calpestato la presenza ed i giusti diritti dell’altro
L’umanità  ha il dovere di rendersi conto che è solo una parte di tutto il complesso della realtà terrestre e dato che si vanta d’avere il dono della razionalità, ha il preciso compito di usarlo tenendo conto del contesta totale terrestre;  non può distruggere, sfruttare insensatamente un equilibrio naturale che ha regolato la vita della terra fin dalla nascita e nel corso dell’evoluzione e questo sia in considerazione dell’interesse immediato che delle generazioni che verranno.
Il tanto decantato amore, decantato a parole, ma di fatto tradito, deve essere rivolto anche agli altri esseri viventi , nostri compagni, di viaggio, ed alla fisicità che rende possibile la vita umana e l’amore che la vivifica.
Per amore bisogna ridurre lo squilibrio causato dalla superba supremazia umana.
I tentativi molte blandi, poco efficienti sono soltanto pannicelli caldi che non curano le cause della malattia. 

venerdì 6 marzo 2015

INTERVALLO

ASSOLUTO RELATIVO
hic et nunc
proprio qui proprio ora
chiaro deciso
dato di fatto
umanamente specifico
relativamente assoluto.

Possibili altre
ideali effettività
assolutamente relative.


REALTA'
Da torme di realtà roditorie
attaccato rosicchiato
trascurato velato
dimenticato deriso
Ideale
compagno di Utopia
non vuole morire
testardo superbo
faro si considera.

Vuole convincerti che nessuno
su questo scoglio di galassia
è migliore di te
ricordare
tutti nascono liberi
uguali in dignità e diritti.

Religio (parte III )

La consapevolezza di essere una parte dell'universo può liberarci dall'angoscia della morte e dalla "condanna" ed essere obbligati, "liberamente obbligati" alle scelte?
Non possiamo nè potremo trovare risposte definitive alle domande esistenziali; le domande fondamentali saranno sempre quelle che ogni essere umano di volta in volta dovrà porsi per dare significato alla propria esistenza, per capire che, forse, il suo breve esistere non potrà avere spiegazione, motivazione al di fuori dell'appartenenza, coesistenza ad un universo atemporale, alla sua verosimile trascendenza.
" Più non vaga il mio cuore e la mia mente rimane immobile... quel Brahaman è dentro di te"; qualche verso tratto da Guru Granth, un canto di Ramananda, considerato una delle discese, incarnazioni di Visnù.
Da parte nostra possiamo tentare un intimo anelito, una personale, inesprimibile creazione; l'annullamento-esaltazione nella divina presenza, la profonda percezione di sfiorare la realtà dell'Assoluto.
Con i piedi ancorati al passato, anche se vacillante, miasmatico, osserviamo attenti il presente volgendo lo sguardo e la ragione ad un futuro rischiarato dal reale in progresso, all'incalcolabile ricchezza del reale che si espande dal piccolissimo all'immenso, vivifica, avvera i sogni, che con agile facilità supera, se non ci si limita a galleggiare inerti, tutte le libere, sfrenate, impavide, bizzarre, immaginifiche fantasticherie.

martedì 3 marzo 2015

Religio (parte II)

Esponendo, disinvoltamente, una personale e criticabile riflessione potrei dire che con Hegel si chiudono i grandi sistemi speculativi che hanno illuminato il modo di pensare umano più alto.
Però, come qualcuno ha detto, Hegel ha fatto "camminare gli uomini sulla testa" altrettanto hanno fatto molti filosofi prima di lui.
Dopo sono nate filosofie " dell'esistenza" e filosofie "della prassi" che tentano di capire le situazioni e gli elementari bisogni esistenziali umani.
Già Kierkegaard aveva osservato come le "verità oggettive" hegeliane non avevano significato per la vita della Persona e che bisognava ricercare invece quelle verità importanti per il singolo.
A mio giudizio il pensiero della gran parte dei filosofi contemporanei non ha preso sufficiente consapevolezza del fatto che ogni essere umano è unico e vive la sua vita in maniera unica con tutte le relative responsabilità, un essere che cerca la verità, non quella assoluta, ma quella relativa ed importante per se stesso.
Non dimentichiamo che la base fondamentale che pervade e determina la vita sociale dell'intera umanità è la persona nella interezza di corpo e mente.
Questo protagonismo è indiscutibile, si insinua timidamente nei cuori e nella mente di coloro che tendono a guardare al di là dei ristretti limiti delle mentalità guidate dai potenti.
E' necessario, altamente giusto portare attenzione all'enorme "massa" di persone misconosciute, anonime, di seconda e terza categoria per non dimostrare disumanità, non deviare in abissi delinquenziali la troppo enfatizzata intelligenza, la terrestre, limitata intelligenza umana.
Tentiamo di inquadrare le precedenti affermazioni considerando che la storia umana o meglio ancora i tempi dell'evoluzione sono lenti, lunghissimi ed il loro scorrere non lineare con accelerazioni e rallentamenti possibili e frequenti nel fluire dei millenni.
Un' età dell'oro, un paradiso terrestre favole ed illusorie, vetuste aspirazioni; un paradiso perduto, solo un'opera letteraria, una magnifica fantasia.