giovedì 17 maggio 2007

CHI SONO


CHI SONO


Chi sono ?? . . . . bella domanda. In realtà potrei dire che non lo so, ma per accontentarvi posso dirvi le cose principali che ho fatto e che ora mi vengono in mente, senza sforzare troppo il cervello.Secondo i miei genitori sono nato a Messina alcuni anni prima della seconda guerra mondiale.Poi ho avuto la brillante idea di laurearmi in medicina e, come se non bastasse, anche di specializzarmi in radiologia e poi in tisiologia. Tre belle pergamene da varie università, ed in tutta sincerità non ricordo dove le ho potuto mettere.Per vivere, quindi, ho fatto il cosiddetto "cacciatore di ombre" o per dirla in breve mi sono dilettato in fotografia medica!!!

Come la chiamereste voi l'attività del radiologo?? ma con la piccolissima differenza che le mie foto non erano fondali marini del Mar Rosso o delle Figi, ma ossa, polmoni, intestini del corpo di migliaia di pazienti.Vabbè...ormai acqua passata. Godiamoci la pensione, finchè ce la danno . . . almeno..In compenso però, ho viaggiato molto, con tutti i mezzi di locomozione. . . piedi compresi.
Ho avuto la presunzione di pubblicare, osservazioni, idee e riflessioni nate dalla esperienza di una lunga serie di... settimane (o mesi o anni).
Nel 2003 "Equinozio", nel 2004"Equinozio d'autunno". Nel 2005 "Sovvertitor di cuori e di costumi", prevalentemente versi senza rima che mi limito a definire "integratori emozionali", cioè tentativi di una collaborazione fra fantasia e ragione, versi che aspirano a dare vita ad aride considerazioni "saggistiche".
Nel 2008, per i tipi di Armando Siciliano editore, ho pubblicato "Persona Persone et cetera" tematiche incentrate sull'importanza della Persona nel contesto della realtà terrestre e dell'Universo per quel poco che conosciamo.

NIENTE MI E' ESTRANEO

NIENTE MI E' ESTRANEO ( da Equinozio)

. . . . . . La Terra è nata da miliardi di anni ed è composta da un numero inimmaginabile di . . .atomi che si combinano e separano in un continuo gioco. . . .Tutti gli atomi esistono fin dalla nascita della Terra; . . . .i processi di combinazione e disgregazione molecolare sono in pratica infiniti. . .a questi processi partecipano sempre gli stessi atomi. Le molecole che oggi formano un albero ieri hanno fatto parte del terreno e dell'aria che l'albero ha utilizzato per la sua vita e le molecole che lo costituiscono hanno fatto parte di altre forme viventi; andando a ritroso nel tempo ritroveremo atomi che hanno fatto parte di altri esseri viventi. . . . .E' una constatazione che ci lascia attoniti; il pensare che il nostro corpo è formato da molecole che sicuramente hanno fatto parte di altri esseri umani, di animali, vegetali e minerali anche di migliaia di anni fa ci costringe a capire che la nostra Terra è un unico grande organismo di cui nulla ci può essere estraneo ed ognuno di noi ne è parte integrante.

GENESI

GENESI

La base su cui poggia la nostra azione, il nostro impegno è una convinzione semplicissima, elementare, è la fondamentale idea della dignità intrinseca, personale, inviolabile, di ogni donna e di ogni uomo, paritaria dignità di un elemosinante, di un presidente, di un re; nessun orpello ne nessun merito ne possono aggiungere una briciola.
I meriti personali permettono stima, ammirazione, apprezzamento, suscitano simpatia, sviluppano carisma ma non possono aggiungere dignità, poichè questa è posseduta al massimo da ogni persona e nessuno, neppure se stesso, nemmeno la criminalità la può diminuire o distruggere.
La consapevolezza di essere parte di una vastità che sfiora l'infinito è il sublime sigillo, la netta conferma di tanta grandezza.

Tessere infinitesime ma importanti per completare il mosaico universale. Atomi e molecole di quell'unicum che è il nostro piccolo, meraviglioso pianeta, misticamente e concretamente vitale, immagine visibile di un invisibile Assoluto.
Dignità dote, dono qualificante, espressione eloquente, sfavillante frammento di un'immensità.
Non dimentichiamolo mai, diuturna presenza nelle nostre menti e nel nostro cuore.

Ha scritto John D. Barrow (astrofisico)
. . . . . . . non dovrebbe stupirci la scoperta che il nostro universo è così grande: noi stessi non potremmo esistere in un universo di minori dimensioni.
Il lunghissimo tempo che occorre, se l'universo deve poter essere in grado di portare alla vita, ha anche altre conseguenze. L'espansione diluisce la densità della materia ed abbassa la temperatura della radiazione nell'universo, così che oggi è di soli 2,7 gradi - (1)- sopra lo zero assoluto. Il freddo ed il relativo vuoto dell'universo sono altri effetti secondari dell'enorme età necessaria ad un universo in grado di favorire la vita. Paradossalmente, queste caratteristiche dell'universo sembrano essere antitetiche alla vita stessa, eppure sono peculiarità essenziali di un universo in espansione che accolga nel suo ambito la vita.


Nota (1) Nei laboratori INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare) di Legnaro (a sud-est di Padova) si può arrivare ad una temperatura di 0,1 gradi assoluti; quasi sicuramente la temperatura più bassa dell'universo.


PRE -- GENESI

PRE -- GENESI

Per credere che il big-bang rappresenti l'istante iniziale dell'universo, o più precisamente dell'universo che abitiamo, non ci sono dati osservativi ed argomenti teorici di una qualche attendibilità; non possiamo certamente credere che prima dell'istante fondamentale ci fosse il nulla.. Per contro secondo il parere dei cosmologi, esistono validi motivi che si basano sugli sviluppi più recenti delle osservazioni e degli studi teorici, per orientare coerentemente il nostro pensiero; esistono, in atto, strumenti scientifici di altissima validità che ci permettono di investigare con rigore e quindi di ricostruire, a grandi linee, la vita dell'universo prima del citato bang. Già oggi (e sicuramente meglio in un prossimo futuro) possiamo sapere, con relativa approssimazione, la situazione dell'universo in epoche più arcaiche (vuoto quantistico prima del bang); gli studi, intensissimi, degli astrofisici sia dal punto di vista teorico che sperimentale, nei prossimi decenni porteranno un viva luce per affermare che il big-bang si può considerare l'istante iniziale della fase attuale dell'universo, cioè dell'universo che conosciamo ed abitiamo, fatto di energia,materia, tempo vuoto ed uomini.
Questa brevissima e superficiale esposizione vuole invitare ad un interessamento, ad una diligente attenzione verso una comprensione umilmente possibile del quadro attuale cosmologico e di noi esseri viventi, piccole tessere del mosaico universale.


Per chi ha voglia di sapere e capire qualcosa di più possiamo suggerire la lettura di qualcuno tra i numerosi recenti testi scritti da studiosi come S.Weinberg, O. Struve, S. Hawking, M. Gasperini, G. Veneziano, E. Witten e di altri meno recenti ma non meno importanti come Penzias e Wilson ed ancora più indietro (primi anni 20 del '900) Shapley e Trumpler.

ESERCITI E DIPLOMAZIA

ESERCITI E DIPLOMAZIA

Bisogna provare a sostituire gli eserciti incrementando il dialogo, le trattative, i contatti diplomatici su base paritaria, non trattando da posizioni di forza, minacciando ritorsioni, sanzioni economiche.
Bisogna trattare equamente cercando di capire le posizioni e le autentiche e giuste necessità altrui; è questa operatività, non le tracotanti minacce della violenza bellica e di un arsenale di belluina potenza.
Solo questa operatività fraterna, umile ma determinata, arma veramente intelligente può tentare l'avvicinamento, senza morte e distruzione, ai crismi della democrazia e della civiltà.
E' questa la semplice lezione che ogni piccolo essere umano deve impartire ai potenti della Terra che hanno nelle loro mani un potere di cui non riescono nemmeno a farsi un'idea. 

Bisogna fissar loro precetti e divieti vincolanti e soprattutto ricordare loro costantemente che sono al servizio della comunità che , non obbligati, giurando hanno accettato di governare.

--------------------------


Guerra = terrorismo "legalizzato". Eserciti = alte possibilità terroristiche; il "numero" dei morti e delle distruzioni è di molto superiore a quello causato dal terrorismo più criminale.
Guerra condotta secondo le "civili" condizioni internazionali, secondo le regole; morti e distruzioni secondo le regole.
Le armi uccidono anche quando non vengono usate: Uccidono la vita di coloro cui sono state rubate le necessarie risorse, criminalmente trasferite alla produzione bellica; nessuna eccelsamente ipocrita giustificazione è accettabile. Anche se potenziali, sempre strumenti di morte e distruzione; ignobile attentato alla dignità personale, inalienabile qualità, donazione, simbolico contrassegno, pegno dell'amore Assoluto.

-->

ESERCITI - PACIFISMO

ESERCITI - PACIFISMO
( da EQUINOZIO d'AUTUNNO - EDAS - Messina 2004 )


." . . . . . . . . . . . . . Tutte le violenze anche quelle "legali", oltre all'indiscutibile oltraggio al senso morale, si debbono considerare devastanti da diversi punti di vista; anche se nell'immediato possono dare la sensazione di influire positivamente su una situazione, alla distanza mostrano le crepe che quella violenza ha determinato sul tessuto sociale e sull'atteggiamento psicologico di quelle persone o comunità che più o meno direttamente hanno subito la violenza. Le violenze che vengono esercitate a fin di bene o come deterrente producono sempre un ineliminabile squilibrio e fertilizzano il terreno su cui attecchiranno con facilità i semi delle violenze future . . . . . . .i governanti di tutte le nazioni non hanno il coraggio o la netta e chiara visione di operare nella direzione dell'antiviolenza. Il loro orizzonte culturale, in perfetto accordo con la maggioranza dei governati, è troppo miope e per di più velato da una serie di condizionamenti da cui, obiettivamente, non è facile liberarsi. . . . . . . .. Le vie che possono portare ad una sempre migliore equità sono lastricate da grandi difficoltà, ma queste vie sono molto più numerose di quanto una ristretta e fumosa visione possa intravvedere; se si allontana dal proprio orizzonte la mentalità che con la violenza si possano risolvere una serie di problemi, si determina una luminosità che permette di vedere ciò che prima non si sospettava nemmeno poter fare. . . . . . .. .
Un uomo quando comincia a far parte di un esercito non può far altro che rinunciare alle sue visioni democratiche, alle sue facoltà di giudizio; ogni singolo componente di un esercito, dal semplice soldato al generale, diventa ingranaggio di una macchina che esige per un buon funzionamento la quiescenza della personalità umana per eseguire gli ordini senza discutere e senza possibilità di dissentire, giusti o sbagliati che possano essere (usi ad obbedir tacendo e tacendo morir!) con buona pace della propria libertà e dignità; esaltante, educativa funzione a maggior onore e gloria della Patria. I militari vengono addestrati alla violenza e questa per necessità di cose deve far parte dell'armamentario militare; non può esistere un esercito che non sia addestrato ad uccidere e distruggere perchè questa formazione comportamentale è insita nello stato delle cose. . . . . . . . . . . .

Il pacifismo non è affatto ingenuità, al minimo è solo semplice buonsenso; è amore per l'umanità ed orrore per la bestialità della violenza esercitata con la bestialità di certi poteri che, con la forza, distruggono il giusto diritto alla vita ed ipocritamente ricostruiscono (ottime occasioni di lavoro e di guadagni) ciò che hanno distrutto. Un esercito nazionale se supera una certa potenzialità nei confronti degli altri, se vuole dimostrare una forza, una superba prevalenza non si può accettare nella maniera più convinta perchè si deve considerare un terribile, minaccioso nemico di altri popoli, di altri interessi. Gli eserciti da sempre hanno avuto la grezza funzione di proclamare un modo di vedere la realtà, ammantarsi di idealità fasulle per coprire interessi a danno di altri interessi probabilmente altrettanto criticabili.. La vera grandezza di un popolo, di una precisa realtà deve essere riposta su altre basi, invece che sulla forza dei muscoli; questo modo di vedere semplice e da accettare con convinzione oggi deve essere tenuto in grande considerazione perchè in tutto il mondo il numero di persone che aborre la violenza e lo manifesta è in costante aumento. E' uno dei meriti della democrazia l'estendere l'autodeterminazione di notevoli masse umane, non ostante i rallentamenti cercati dal potere di pochi; è questo in prospettiva il discorso da intraprendere con decisione per tentare di avvicinarci progressivamente a quelle situazioni di alto significato cui tutti aneliamo. E' cattivo l'uomo nella sua natura oppure sono particolarmente "cattivi" quei pochi che hanno in mano le redini della vita sociale umana? . . . . . . .
Le considerazioni di cui sopra possono essere oggetto di diverse valutazioni e drastiche critiche, specialmente da parte di quelle persone intelligenti e pratiche ancorate a visioni che oggi potrebbero essere diverse, persone che sanno che l'uomo è quello che è, che è sempre stato e sempre sarà (forse).

Prendendo l'avvio da quanto detto c'è da chiedersi se gli esperti di psicologia hanno preso in considerazione l'idea pacifista nella mente dei pacifisti; per quel poco che ci è dato sapere non sembra che l'argomento sia stato sufficientemente studiato e sia stato tentato un approccio per capire se l'impulso alla violenza faccia parte di quell'immagine primordiale, comune a tutti gli uomini, archetipica, che ha base nella zona profonda della psiche, ancora più profonda dell'inconscio personale, che ha archiviato e sistematizzato le esperienze primordiali acquisite nel corso dell'evoluzione biologica; per intenderci meglio l'incoscio collettivo come è stato proposto da Jung. Indagine difficilissima da svolgere anche perchè bisognerebbe capire, per distinguere, ciò che è proprio del singolo da ciò che il singolo subisce ed assorbe da parte di quei poteri che in tutti i tempi e latitudini hanno insidiato e continuano ad insidiare i veri valori dell'umano, frantumando la dignità del singolo, fortificando protervamente sentimenti violenti per gli interessi del potente, spargendo con malizia i semi della violenza su quel terreno che pervicacemente hanno preparato per la semina e successiva rigogliosa crscita.

La strada per eliminare gli ingiusti privilegi, le subdole o criminalmente manifeste prevaricazioni, gli squilibri, gli sfruttamenti è una lunga strada di asperità ma il solo percorso possibile per ridurre le drammatiche prospettive di morte e distruzione, di vilipendio dei giusti diritti, il solo percorso razionalmente ed emozionalmente corretto che può contrastare e ridurre tanti disastri.
Non arrendersi all'indifferenza ed alla convinzione che non possiamo fare nulla; cerchiamo di sentire il dovere elementare di opporci, con tutta la forza morale che riusciamo a formare nel nostro intimo, all'idea della violenza, di tutte le manifestazioni di essa. Sarebbe la vera arma intelligente, supertecnologica di un esercito invincibile, capace di sbaragliare con la semplice consapevolezza della propria luminosa umanità il buio dei superbi e disumani poteri."

-->

Valori

VALORI --- Riflessioni e domande


Sentiamo spesso parlare di valori e quasi sempre ci si sente in dovere e diritto di specificare tipo e validità di quella esaltante perfezione che è stata issata come bandiera, che è ammantata da un'aura di assoluto.
Un valore, qualsiasi valore, cui si appiccica una etichetta più o meno nobile,perde parte della propria validità, diventa parziale, ridotto, svilito; un valore per essere veramente tale dovrebbero accettarlo tutti.
Può essere limitato da una specificazione?
Qualcuno può avere l'esclusiva, può insuperbirsi come fosse sua proprietà?
Sono pochi i veri valori accettabili dalla totalità del genere umano.
Ogni aggettivazione li rende sospetti, li annulla?
I valori plasmanti le radici che sorreggono il tronco che porta alla fioritura di ideali non condivisi da tutti quanto possono essere validi?
Da quale terreno e come viene coltivata, fertilizzata la terra che li nutre?
Forse meglio cercare altre definizioni, altri titoli; non togliamo valore al valore.


TUTTE LE RIVOLUZIONI DEGENERANO IN GOVERNI

. . . . . . . " i movimenti rivoluzionari si trasformano in sistemi rigidi. La migliore definizione di questo processo appartiene ad un guerrigliero del Michoacàn: tutte le rivoluzioni degenerano in governi". . . . . . . . .
Il mondo moderno nacque con la rivoluzione democratica della borghesia che, per così dire, nazionalizzò e collettivizzo la politica. Aprendo alla collettività una sfera che fino a quel momento era stata esclusivo dominio di pochi, si pensò che la politicizzazione generale (la democrazia) avrebbe avuto come conseguenza immediata la distribuzione del potere tra tutti.

Per quanto la democrazia, per artificio dei partiti e per manipolazione dei mezzi di informazione, si sia convertita in un metodo di alcuni pochi per controllare ed accumulare il potere, noi siamo abitati dai fantasmi della democrazia rivoluzionaria, cioè da tutti quei principi, credenze, idee e forme del vivere e del sentire che sono all'origine del nostro mondo.
Nostalgia e rimorso. . . . . . . la ribellione contemporanea se articola la sua passione nell'immaginazione poetica, nel senso più libero ed ampio della parola "poesia", i nostri occhi increduli saranno testimoni del risveglio . . . di quella realtà, corporale e spirituale, che chiamiamo presenza amata.
Allora l'amore cesserà di essere esperienza isolata di un individuo o di una coppia, un'eccezione o uno scandalo."

(Octavio Paz - 1914-2002 - Premio Nobel per la letteratura nel 1990)


-->

mercoledì 16 maggio 2007

TUTTI

TUTTI

"Tutti nascono liberi ed uguali" . . . . .
"La sovranità appartiene al Popolo . . . . .Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale . . . .rimuovere gli ostacoli che limitando libertà ed uguaglianza . . . . impediscono il pieno sviluppo della persona umana" . . . .
Magnifici princìpi, accettabili senza riserve; quanto, nei fatti, trovano la indispensabile, totale accettazione?
E' il singolo, il cittadino, la Persona che in tutto il mondo, in linea di diritto, è detentore della propria inviolabile dignità, della autotità; quest'ultima, per evidenti necessità pragmatiche, viene parzialmente e temporaneamente concessa ad altri, a coloro che nel loro specifico campo, e variamente, la esercitano nelle pubbliche istituzioni e nell'interesse generale. Costoro, TUTTI, sono al servizio delle Persone, fra l'altro da queste pagate mediante le quote di tassazione. Nessuno sfugge alla tassazione (a parte i furbi criminali evasori); pagano le tasse, pur se indirettamente, anche i mendicanti, gli indigenti, i disabili.
Da queste elementari, evidenti constatazioni e riflessioni deriva la necessità di riconoscere che le istituzioni promanano dalla intrinseca autorità delle Persone e coloro che operano nelle pubbliche istituzioni sono al diretto servizio del cittadino; se non hanno la necessaria umiltà di riconoscere quel dato di fatto possono benissimo andare a casa a godersi la loro splendida libertà. Fin quando prestano servizio pubblico, qualunque si il grado d'importanza, non possono, democraticamente, pretendere privilegi; qualsiasi privilegio annulla la democrazia.
Quelle che impropriamente vengono chiamate autorità hanno il sacrosanto diritto alla stima, all'onore personale ed al riconoscimento dei loro meriti, se consapevolmente umili, operano in onestà d'intenti, non approfittando della situazione per fare gli interessi loro e del contorno che li supporta.
A quanto detto molti appiccicheranno la "infamante" etichetta di visionaria illusione.
Ma utopia ancora più grave è allora l'assunto delle varie Dichiarazioni e Costituzioni nazionali, con le belle parole di giustizia, libertà, equità, diritti civili ecc. Utopia con l'aggravante della strisciante ipocrisia. I vari poteri disumanamente coalizzati contro il vaso di coccio dell'umano valore della Persona.
Ognuno di noi dovrebbe fare propria questa semplice convinzione: NESSUNO su questa Terra ha più dignità di me; uno tra pari.

martedì 15 maggio 2007

Mini Apocalisse

MINI - APOCALISSE

La vita dei popoli, il continuo progredire delle conoscenze fisiche e del pensiero, un'immensità umana, che rapporto possono avere con l'immensità delle realtà che sono oltre l'orizzonte della nostra conoscenza?
Niente e nessuno ci ha dato o ci può dare la base, l'indispensabile solida base, su cui costruire la fondamentale conoscenza del nostro esistere. La scienza con tutte le relative certezze non potrà darci ciò che vorremmo e le parziali certezze "scientifiche" di oggi, quanta certezza conserveranno nel futuro? Qualcosa di pragmaticamente accettabile si può trovare nella constatazione del nostro esistere e nella necessità di un equilibrio tra il singolo ed il resto dell'umanità e tra questa e l'ambiente che permette la vita e la esaltante consapevolezza di una parzialità in una mirabile totalità.
Dall'immenso spazio dove vivono puri, incontaminati, le utopie, gli ideali, desiderati, evocati, lievemente scendono e si fermano nelle menti, nei cuori nostri, il pianeta vivente li nutre, li avvolge in un abbraccio totale e li contamina con tutti i difetti, le parzialità delle umane realtà, ma l'abbraccio non li soffoca, non li sminuisce; la loro validità, la loro forza non può essere ridotta dal cumulo delle umane miserie, non necessita di sostegno da parte di coloro che sono convinti di essere gli eletti, tutti siamo scelti a dar loro dimora nella parte più profonda della nostra personalità. Tutti, a cominciare dal vicino di casa al più lonano da noi, dal più incolto al più sapiente, ne portiamo il lievito, gli impulsi, consapevoli o meno.
Quando la consapevolezza di tanto patrimonio sarà posseduta dalla maggior parte delle persone ed i poteri che indirizzano verso le loro visioni prenderanno consapevolezza della grettezza in cui navigano, soltanto allora potrà avere inizio il cammino che trasformerà l'utopia in concreta effettiva realtà, pur con tutte le umane difficoltà e quei squilibri che possono essere tollerati.



Preoccupante prospettiva

Lo stato fisico del pianeta è in continuo progressivo degrado; tutti i rapporti lo riconoscono, si può discutere solo sulle cause di esso.
Le contromisure anche se timide e parziali sono tentativi utili e necessari pur nella loro insufficienza. Ma la causa prevalente sta nel fatto che questo pianeta non può sopportare una popolazione umana che si è paurosamente avvicinata ai sette miliardi.
Esiste un aspetto sociale che è indissolubilmente legato alla "umana marea" (human tide) che non potrà essere onestamente, adeguatamente affrontato in una condizione di sovrapopolazione; non potranno essere tentate soluzioni valide, equilibratamente incisive.

Ogni essere umano è un "consumatore" su un pianeta la cui capacità di mantenere tutte le sue creature è quantitativamente limitata e dal punto di vista etico bisogna condannare l'accettazione sociale di una fecondità umana illimitata. L'arrogante supremazia umana è un insulto all'amore per la vita totale della Terra, un superbo, egoistico squilibrio.
Il fulcro, il fondamento della maggior parte dei problemi ecologici e sociali resta sempre la supremazia umana che sfrutta e vilipende criminalmente la natura e le persone, squilibrando la ripartizione delle risorse sempre limitate.
Apprezzabilissima l'opera del gruppo di studiosi canadesi con Ted Mosquin che hanno redatto il "Manifesto per la Terra".
C'è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta dalle Nazioni della Terra che riconosce dignità e diritti uguali ed inalienabili costituenti il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. La pace può trovare fondamento solo su un dinamico equilibrio generale e su una equa ripartizione delle risorse; bisogna rendersi conto che perchè si realizzino le condizioni necessarie per una pacificazione generale ed una vera pace sarà necessario del tempo (speriamo non troppo lungo). Tutte le manifestazioni, gli impegni sono importanti, ma purtroppo senza quelle condizioni fondamentali gli effetti positivi si faranno

attendere.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta da tutti i popoli della Terra riconosce quei diritti che sono il fondamento per la concreta realizzazione dei più alti ideali. Dobbiamo considerare detta Dichiarazione come una favola per esseri umani rimasti allo stato infantile oppure pensare che sia puro atto di ipocrisia.
I casi sono solo due: o si crede nella validità della Dichiarazione ed allora operare in conseguenza, oppure la si considera come fatto consolatorio praticamente irrealizzabile ed allora ognuno per la sua strada e vinca il migliore (chi ha più potere e risorse) con buona pace e rassegnazione totale e duratura per un'altissima percentuale di esseri umani, scarti di produzione.


Tutti insieme coraggiosamente sulla strada del progresso verso il disastro dell'umanità, della intrinseca dignità sua e del condominio terrestre.
Lunga vita a coloro che, sensibili, intelligenti, meritevoli, esuberanti d'amore inneggiano alla vita! ! ! ! !


lunedì 14 maggio 2007

Nessuno

NESSUNO

Nessuno può dire di avere la Verità, le verità sbandierate sono sempre punti di vista limitati e discutibili; le molteplici verità umane costituiscono una gamma di coloriture vasta e variabile nel tempo.
Ci si può avvicinare alla Verità, ad una serie di verità quando queste trovano riscontro nei fatti concreti, in alcuni punti su cui può convergere la totalità delle osservazioni e del libero, non condizionato da alcunchè, pensare, la splendida sintesi che porta alla virtuosa integrazione tra mondo fisico e mondo del pensiero, dello spirito, segno evidente della qualità, dell'essenza umana.
Al di là di questi limiti si sprofonda nella superbia e nella millanteria, nella fumosità di ideologie ed illuminazioni varie.
Prego chiunque non trovi accettabili queste riflessioni di farmi capire dove stà in punto debole, quale aberrazione si insinua nell'apparente coerenza, quanta ignoranza di cose fondamentali inquina il modesto ragionare. Grazie.

domenica 13 maggio 2007

Bellezza


BELLEZZA

La bellezza di una mente libera, aperta alla più ampia conoscenza, orgogliosamente impoverita delle certezze, arricchita dai dubbi, protesa a comprendere, disposta gioiosamente a dare e ricevere amore, illuminata dal naturale valore umano, parte consapevole della "eterna" immensità cosmica.