giovedì 17 maggio 2007

CHI SONO


CHI SONO


Chi sono ?? . . . . bella domanda. In realtà potrei dire che non lo so, ma per accontentarvi posso dirvi le cose principali che ho fatto e che ora mi vengono in mente, senza sforzare troppo il cervello.Secondo i miei genitori sono nato a Messina alcuni anni prima della seconda guerra mondiale.Poi ho avuto la brillante idea di laurearmi in medicina e, come se non bastasse, anche di specializzarmi in radiologia e poi in tisiologia. Tre belle pergamene da varie università, ed in tutta sincerità non ricordo dove le ho potuto mettere.Per vivere, quindi, ho fatto il cosiddetto "cacciatore di ombre" o per dirla in breve mi sono dilettato in fotografia medica!!!

Come la chiamereste voi l'attività del radiologo?? ma con la piccolissima differenza che le mie foto non erano fondali marini del Mar Rosso o delle Figi, ma ossa, polmoni, intestini del corpo di migliaia di pazienti.Vabbè...ormai acqua passata. Godiamoci la pensione, finchè ce la danno . . . almeno..In compenso però, ho viaggiato molto, con tutti i mezzi di locomozione. . . piedi compresi.
Ho avuto la presunzione di pubblicare, osservazioni, idee e riflessioni nate dalla esperienza di una lunga serie di... settimane (o mesi o anni).
Nel 2003 "Equinozio", nel 2004"Equinozio d'autunno". Nel 2005 "Sovvertitor di cuori e di costumi", prevalentemente versi senza rima che mi limito a definire "integratori emozionali", cioè tentativi di una collaborazione fra fantasia e ragione, versi che aspirano a dare vita ad aride considerazioni "saggistiche".
Nel 2008, per i tipi di Armando Siciliano editore, ho pubblicato "Persona Persone et cetera" tematiche incentrate sull'importanza della Persona nel contesto della realtà terrestre e dell'Universo per quel poco che conosciamo.

NIENTE MI E' ESTRANEO

NIENTE MI E' ESTRANEO ( da Equinozio)

. . . . . . La Terra è nata da miliardi di anni ed è composta da un numero inimmaginabile di . . .atomi che si combinano e separano in un continuo gioco. . . .Tutti gli atomi esistono fin dalla nascita della Terra; . . . .i processi di combinazione e disgregazione molecolare sono in pratica infiniti. . .a questi processi partecipano sempre gli stessi atomi. Le molecole che oggi formano un albero ieri hanno fatto parte del terreno e dell'aria che l'albero ha utilizzato per la sua vita e le molecole che lo costituiscono hanno fatto parte di altre forme viventi; andando a ritroso nel tempo ritroveremo atomi che hanno fatto parte di altri esseri viventi. . . . .E' una constatazione che ci lascia attoniti; il pensare che il nostro corpo è formato da molecole che sicuramente hanno fatto parte di altri esseri umani, di animali, vegetali e minerali anche di migliaia di anni fa ci costringe a capire che la nostra Terra è un unico grande organismo di cui nulla ci può essere estraneo ed ognuno di noi ne è parte integrante.

GENESI

GENESI

La base su cui poggia la nostra azione, il nostro impegno è una convinzione semplicissima, elementare, è la fondamentale idea della dignità intrinseca, personale, inviolabile, di ogni donna e di ogni uomo, paritaria dignità di un elemosinante, di un presidente, di un re; nessun orpello ne nessun merito ne possono aggiungere una briciola.
I meriti personali permettono stima, ammirazione, apprezzamento, suscitano simpatia, sviluppano carisma ma non possono aggiungere dignità, poichè questa è posseduta al massimo da ogni persona e nessuno, neppure se stesso, nemmeno la criminalità la può diminuire o distruggere.
La consapevolezza di essere parte di una vastità che sfiora l'infinito è il sublime sigillo, la netta conferma di tanta grandezza.

Tessere infinitesime ma importanti per completare il mosaico universale. Atomi e molecole di quell'unicum che è il nostro piccolo, meraviglioso pianeta, misticamente e concretamente vitale, immagine visibile di un invisibile Assoluto.
Dignità dote, dono qualificante, espressione eloquente, sfavillante frammento di un'immensità.
Non dimentichiamolo mai, diuturna presenza nelle nostre menti e nel nostro cuore.

Ha scritto John D. Barrow (astrofisico)
. . . . . . . non dovrebbe stupirci la scoperta che il nostro universo è così grande: noi stessi non potremmo esistere in un universo di minori dimensioni.
Il lunghissimo tempo che occorre, se l'universo deve poter essere in grado di portare alla vita, ha anche altre conseguenze. L'espansione diluisce la densità della materia ed abbassa la temperatura della radiazione nell'universo, così che oggi è di soli 2,7 gradi - (1)- sopra lo zero assoluto. Il freddo ed il relativo vuoto dell'universo sono altri effetti secondari dell'enorme età necessaria ad un universo in grado di favorire la vita. Paradossalmente, queste caratteristiche dell'universo sembrano essere antitetiche alla vita stessa, eppure sono peculiarità essenziali di un universo in espansione che accolga nel suo ambito la vita.


Nota (1) Nei laboratori INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare) di Legnaro (a sud-est di Padova) si può arrivare ad una temperatura di 0,1 gradi assoluti; quasi sicuramente la temperatura più bassa dell'universo.


PRE -- GENESI

PRE -- GENESI

Per credere che il big-bang rappresenti l'istante iniziale dell'universo, o più precisamente dell'universo che abitiamo, non ci sono dati osservativi ed argomenti teorici di una qualche attendibilità; non possiamo certamente credere che prima dell'istante fondamentale ci fosse il nulla.. Per contro secondo il parere dei cosmologi, esistono validi motivi che si basano sugli sviluppi più recenti delle osservazioni e degli studi teorici, per orientare coerentemente il nostro pensiero; esistono, in atto, strumenti scientifici di altissima validità che ci permettono di investigare con rigore e quindi di ricostruire, a grandi linee, la vita dell'universo prima del citato bang. Già oggi (e sicuramente meglio in un prossimo futuro) possiamo sapere, con relativa approssimazione, la situazione dell'universo in epoche più arcaiche (vuoto quantistico prima del bang); gli studi, intensissimi, degli astrofisici sia dal punto di vista teorico che sperimentale, nei prossimi decenni porteranno un viva luce per affermare che il big-bang si può considerare l'istante iniziale della fase attuale dell'universo, cioè dell'universo che conosciamo ed abitiamo, fatto di energia,materia, tempo vuoto ed uomini.
Questa brevissima e superficiale esposizione vuole invitare ad un interessamento, ad una diligente attenzione verso una comprensione umilmente possibile del quadro attuale cosmologico e di noi esseri viventi, piccole tessere del mosaico universale.


Per chi ha voglia di sapere e capire qualcosa di più possiamo suggerire la lettura di qualcuno tra i numerosi recenti testi scritti da studiosi come S.Weinberg, O. Struve, S. Hawking, M. Gasperini, G. Veneziano, E. Witten e di altri meno recenti ma non meno importanti come Penzias e Wilson ed ancora più indietro (primi anni 20 del '900) Shapley e Trumpler.

ESERCITI E DIPLOMAZIA

ESERCITI E DIPLOMAZIA

Bisogna provare a sostituire gli eserciti incrementando il dialogo, le trattative, i contatti diplomatici su base paritaria, non trattando da posizioni di forza, minacciando ritorsioni, sanzioni economiche.
Bisogna trattare equamente cercando di capire le posizioni e le autentiche e giuste necessità altrui; è questa operatività, non le tracotanti minacce della violenza bellica e di un arsenale di belluina potenza.
Solo questa operatività fraterna, umile ma determinata, arma veramente intelligente può tentare l'avvicinamento, senza morte e distruzione, ai crismi della democrazia e della civiltà.
E' questa la semplice lezione che ogni piccolo essere umano deve impartire ai potenti della Terra che hanno nelle loro mani un potere di cui non riescono nemmeno a farsi un'idea. 

Bisogna fissar loro precetti e divieti vincolanti e soprattutto ricordare loro costantemente che sono al servizio della comunità che , non obbligati, giurando hanno accettato di governare.

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Guerra = terrorismo "legalizzato". Eserciti = alte possibilità terroristiche; il "numero" dei morti e delle distruzioni è di molto superiore a quello causato dal terrorismo più criminale.
Guerra condotta secondo le "civili" condizioni internazionali, secondo le regole; morti e distruzioni secondo le regole.
Le armi uccidono anche quando non vengono usate: Uccidono la vita di coloro cui sono state rubate le necessarie risorse, criminalmente trasferite alla produzione bellica; nessuna eccelsamente ipocrita giustificazione è accettabile. Anche se potenziali, sempre strumenti di morte e distruzione; ignobile attentato alla dignità personale, inalienabile qualità, donazione, simbolico contrassegno, pegno dell'amore Assoluto.

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ESERCITI - PACIFISMO

ESERCITI - PACIFISMO
( da EQUINOZIO d'AUTUNNO - EDAS - Messina 2004 )


." . . . . . . . . . . . . . Tutte le violenze anche quelle "legali", oltre all'indiscutibile oltraggio al senso morale, si debbono considerare devastanti da diversi punti di vista; anche se nell'immediato possono dare la sensazione di influire positivamente su una situazione, alla distanza mostrano le crepe che quella violenza ha determinato sul tessuto sociale e sull'atteggiamento psicologico di quelle persone o comunità che più o meno direttamente hanno subito la violenza. Le violenze che vengono esercitate a fin di bene o come deterrente producono sempre un ineliminabile squilibrio e fertilizzano il terreno su cui attecchiranno con facilità i semi delle violenze future . . . . . . .i governanti di tutte le nazioni non hanno il coraggio o la netta e chiara visione di operare nella direzione dell'antiviolenza. Il loro orizzonte culturale, in perfetto accordo con la maggioranza dei governati, è troppo miope e per di più velato da una serie di condizionamenti da cui, obiettivamente, non è facile liberarsi. . . . . . . .. Le vie che possono portare ad una sempre migliore equità sono lastricate da grandi difficoltà, ma queste vie sono molto più numerose di quanto una ristretta e fumosa visione possa intravvedere; se si allontana dal proprio orizzonte la mentalità che con la violenza si possano risolvere una serie di problemi, si determina una luminosità che permette di vedere ciò che prima non si sospettava nemmeno poter fare. . . . . . .. .
Un uomo quando comincia a far parte di un esercito non può far altro che rinunciare alle sue visioni democratiche, alle sue facoltà di giudizio; ogni singolo componente di un esercito, dal semplice soldato al generale, diventa ingranaggio di una macchina che esige per un buon funzionamento la quiescenza della personalità umana per eseguire gli ordini senza discutere e senza possibilità di dissentire, giusti o sbagliati che possano essere (usi ad obbedir tacendo e tacendo morir!) con buona pace della propria libertà e dignità; esaltante, educativa funzione a maggior onore e gloria della Patria. I militari vengono addestrati alla violenza e questa per necessità di cose deve far parte dell'armamentario militare; non può esistere un esercito che non sia addestrato ad uccidere e distruggere perchè questa formazione comportamentale è insita nello stato delle cose. . . . . . . . . . . .

Il pacifismo non è affatto ingenuità, al minimo è solo semplice buonsenso; è amore per l'umanità ed orrore per la bestialità della violenza esercitata con la bestialità di certi poteri che, con la forza, distruggono il giusto diritto alla vita ed ipocritamente ricostruiscono (ottime occasioni di lavoro e di guadagni) ciò che hanno distrutto. Un esercito nazionale se supera una certa potenzialità nei confronti degli altri, se vuole dimostrare una forza, una superba prevalenza non si può accettare nella maniera più convinta perchè si deve considerare un terribile, minaccioso nemico di altri popoli, di altri interessi. Gli eserciti da sempre hanno avuto la grezza funzione di proclamare un modo di vedere la realtà, ammantarsi di idealità fasulle per coprire interessi a danno di altri interessi probabilmente altrettanto criticabili.. La vera grandezza di un popolo, di una precisa realtà deve essere riposta su altre basi, invece che sulla forza dei muscoli; questo modo di vedere semplice e da accettare con convinzione oggi deve essere tenuto in grande considerazione perchè in tutto il mondo il numero di persone che aborre la violenza e lo manifesta è in costante aumento. E' uno dei meriti della democrazia l'estendere l'autodeterminazione di notevoli masse umane, non ostante i rallentamenti cercati dal potere di pochi; è questo in prospettiva il discorso da intraprendere con decisione per tentare di avvicinarci progressivamente a quelle situazioni di alto significato cui tutti aneliamo. E' cattivo l'uomo nella sua natura oppure sono particolarmente "cattivi" quei pochi che hanno in mano le redini della vita sociale umana? . . . . . . .
Le considerazioni di cui sopra possono essere oggetto di diverse valutazioni e drastiche critiche, specialmente da parte di quelle persone intelligenti e pratiche ancorate a visioni che oggi potrebbero essere diverse, persone che sanno che l'uomo è quello che è, che è sempre stato e sempre sarà (forse).

Prendendo l'avvio da quanto detto c'è da chiedersi se gli esperti di psicologia hanno preso in considerazione l'idea pacifista nella mente dei pacifisti; per quel poco che ci è dato sapere non sembra che l'argomento sia stato sufficientemente studiato e sia stato tentato un approccio per capire se l'impulso alla violenza faccia parte di quell'immagine primordiale, comune a tutti gli uomini, archetipica, che ha base nella zona profonda della psiche, ancora più profonda dell'inconscio personale, che ha archiviato e sistematizzato le esperienze primordiali acquisite nel corso dell'evoluzione biologica; per intenderci meglio l'incoscio collettivo come è stato proposto da Jung. Indagine difficilissima da svolgere anche perchè bisognerebbe capire, per distinguere, ciò che è proprio del singolo da ciò che il singolo subisce ed assorbe da parte di quei poteri che in tutti i tempi e latitudini hanno insidiato e continuano ad insidiare i veri valori dell'umano, frantumando la dignità del singolo, fortificando protervamente sentimenti violenti per gli interessi del potente, spargendo con malizia i semi della violenza su quel terreno che pervicacemente hanno preparato per la semina e successiva rigogliosa crscita.

La strada per eliminare gli ingiusti privilegi, le subdole o criminalmente manifeste prevaricazioni, gli squilibri, gli sfruttamenti è una lunga strada di asperità ma il solo percorso possibile per ridurre le drammatiche prospettive di morte e distruzione, di vilipendio dei giusti diritti, il solo percorso razionalmente ed emozionalmente corretto che può contrastare e ridurre tanti disastri.
Non arrendersi all'indifferenza ed alla convinzione che non possiamo fare nulla; cerchiamo di sentire il dovere elementare di opporci, con tutta la forza morale che riusciamo a formare nel nostro intimo, all'idea della violenza, di tutte le manifestazioni di essa. Sarebbe la vera arma intelligente, supertecnologica di un esercito invincibile, capace di sbaragliare con la semplice consapevolezza della propria luminosa umanità il buio dei superbi e disumani poteri."

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Valori

VALORI --- Riflessioni e domande


Sentiamo spesso parlare di valori e quasi sempre ci si sente in dovere e diritto di specificare tipo e validità di quella esaltante perfezione che è stata issata come bandiera, che è ammantata da un'aura di assoluto.
Un valore, qualsiasi valore, cui si appiccica una etichetta più o meno nobile,perde parte della propria validità, diventa parziale, ridotto, svilito; un valore per essere veramente tale dovrebbero accettarlo tutti.
Può essere limitato da una specificazione?
Qualcuno può avere l'esclusiva, può insuperbirsi come fosse sua proprietà?
Sono pochi i veri valori accettabili dalla totalità del genere umano.
Ogni aggettivazione li rende sospetti, li annulla?
I valori plasmanti le radici che sorreggono il tronco che porta alla fioritura di ideali non condivisi da tutti quanto possono essere validi?
Da quale terreno e come viene coltivata, fertilizzata la terra che li nutre?
Forse meglio cercare altre definizioni, altri titoli; non togliamo valore al valore.


TUTTE LE RIVOLUZIONI DEGENERANO IN GOVERNI

. . . . . . . " i movimenti rivoluzionari si trasformano in sistemi rigidi. La migliore definizione di questo processo appartiene ad un guerrigliero del Michoacàn: tutte le rivoluzioni degenerano in governi". . . . . . . . .
Il mondo moderno nacque con la rivoluzione democratica della borghesia che, per così dire, nazionalizzò e collettivizzo la politica. Aprendo alla collettività una sfera che fino a quel momento era stata esclusivo dominio di pochi, si pensò che la politicizzazione generale (la democrazia) avrebbe avuto come conseguenza immediata la distribuzione del potere tra tutti.

Per quanto la democrazia, per artificio dei partiti e per manipolazione dei mezzi di informazione, si sia convertita in un metodo di alcuni pochi per controllare ed accumulare il potere, noi siamo abitati dai fantasmi della democrazia rivoluzionaria, cioè da tutti quei principi, credenze, idee e forme del vivere e del sentire che sono all'origine del nostro mondo.
Nostalgia e rimorso. . . . . . . la ribellione contemporanea se articola la sua passione nell'immaginazione poetica, nel senso più libero ed ampio della parola "poesia", i nostri occhi increduli saranno testimoni del risveglio . . . di quella realtà, corporale e spirituale, che chiamiamo presenza amata.
Allora l'amore cesserà di essere esperienza isolata di un individuo o di una coppia, un'eccezione o uno scandalo."

(Octavio Paz - 1914-2002 - Premio Nobel per la letteratura nel 1990)


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mercoledì 16 maggio 2007

TUTTI

TUTTI

"Tutti nascono liberi ed uguali" . . . . .
"La sovranità appartiene al Popolo . . . . .Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale . . . .rimuovere gli ostacoli che limitando libertà ed uguaglianza . . . . impediscono il pieno sviluppo della persona umana" . . . .
Magnifici princìpi, accettabili senza riserve; quanto, nei fatti, trovano la indispensabile, totale accettazione?
E' il singolo, il cittadino, la Persona che in tutto il mondo, in linea di diritto, è detentore della propria inviolabile dignità, della autotità; quest'ultima, per evidenti necessità pragmatiche, viene parzialmente e temporaneamente concessa ad altri, a coloro che nel loro specifico campo, e variamente, la esercitano nelle pubbliche istituzioni e nell'interesse generale. Costoro, TUTTI, sono al servizio delle Persone, fra l'altro da queste pagate mediante le quote di tassazione. Nessuno sfugge alla tassazione (a parte i furbi criminali evasori); pagano le tasse, pur se indirettamente, anche i mendicanti, gli indigenti, i disabili.
Da queste elementari, evidenti constatazioni e riflessioni deriva la necessità di riconoscere che le istituzioni promanano dalla intrinseca autorità delle Persone e coloro che operano nelle pubbliche istituzioni sono al diretto servizio del cittadino; se non hanno la necessaria umiltà di riconoscere quel dato di fatto possono benissimo andare a casa a godersi la loro splendida libertà. Fin quando prestano servizio pubblico, qualunque si il grado d'importanza, non possono, democraticamente, pretendere privilegi; qualsiasi privilegio annulla la democrazia.
Quelle che impropriamente vengono chiamate autorità hanno il sacrosanto diritto alla stima, all'onore personale ed al riconoscimento dei loro meriti, se consapevolmente umili, operano in onestà d'intenti, non approfittando della situazione per fare gli interessi loro e del contorno che li supporta.
A quanto detto molti appiccicheranno la "infamante" etichetta di visionaria illusione.
Ma utopia ancora più grave è allora l'assunto delle varie Dichiarazioni e Costituzioni nazionali, con le belle parole di giustizia, libertà, equità, diritti civili ecc. Utopia con l'aggravante della strisciante ipocrisia. I vari poteri disumanamente coalizzati contro il vaso di coccio dell'umano valore della Persona.
Ognuno di noi dovrebbe fare propria questa semplice convinzione: NESSUNO su questa Terra ha più dignità di me; uno tra pari.

martedì 15 maggio 2007

Mini Apocalisse

MINI - APOCALISSE

La vita dei popoli, il continuo progredire delle conoscenze fisiche e del pensiero, un'immensità umana, che rapporto possono avere con l'immensità delle realtà che sono oltre l'orizzonte della nostra conoscenza?
Niente e nessuno ci ha dato o ci può dare la base, l'indispensabile solida base, su cui costruire la fondamentale conoscenza del nostro esistere. La scienza con tutte le relative certezze non potrà darci ciò che vorremmo e le parziali certezze "scientifiche" di oggi, quanta certezza conserveranno nel futuro? Qualcosa di pragmaticamente accettabile si può trovare nella constatazione del nostro esistere e nella necessità di un equilibrio tra il singolo ed il resto dell'umanità e tra questa e l'ambiente che permette la vita e la esaltante consapevolezza di una parzialità in una mirabile totalità.
Dall'immenso spazio dove vivono puri, incontaminati, le utopie, gli ideali, desiderati, evocati, lievemente scendono e si fermano nelle menti, nei cuori nostri, il pianeta vivente li nutre, li avvolge in un abbraccio totale e li contamina con tutti i difetti, le parzialità delle umane realtà, ma l'abbraccio non li soffoca, non li sminuisce; la loro validità, la loro forza non può essere ridotta dal cumulo delle umane miserie, non necessita di sostegno da parte di coloro che sono convinti di essere gli eletti, tutti siamo scelti a dar loro dimora nella parte più profonda della nostra personalità. Tutti, a cominciare dal vicino di casa al più lonano da noi, dal più incolto al più sapiente, ne portiamo il lievito, gli impulsi, consapevoli o meno.
Quando la consapevolezza di tanto patrimonio sarà posseduta dalla maggior parte delle persone ed i poteri che indirizzano verso le loro visioni prenderanno consapevolezza della grettezza in cui navigano, soltanto allora potrà avere inizio il cammino che trasformerà l'utopia in concreta effettiva realtà, pur con tutte le umane difficoltà e quei squilibri che possono essere tollerati.



Preoccupante prospettiva

Lo stato fisico del pianeta è in continuo progressivo degrado; tutti i rapporti lo riconoscono, si può discutere solo sulle cause di esso.
Le contromisure anche se timide e parziali sono tentativi utili e necessari pur nella loro insufficienza. Ma la causa prevalente sta nel fatto che questo pianeta non può sopportare una popolazione umana che si è paurosamente avvicinata ai sette miliardi.
Esiste un aspetto sociale che è indissolubilmente legato alla "umana marea" (human tide) che non potrà essere onestamente, adeguatamente affrontato in una condizione di sovrapopolazione; non potranno essere tentate soluzioni valide, equilibratamente incisive.

Ogni essere umano è un "consumatore" su un pianeta la cui capacità di mantenere tutte le sue creature è quantitativamente limitata e dal punto di vista etico bisogna condannare l'accettazione sociale di una fecondità umana illimitata. L'arrogante supremazia umana è un insulto all'amore per la vita totale della Terra, un superbo, egoistico squilibrio.
Il fulcro, il fondamento della maggior parte dei problemi ecologici e sociali resta sempre la supremazia umana che sfrutta e vilipende criminalmente la natura e le persone, squilibrando la ripartizione delle risorse sempre limitate.
Apprezzabilissima l'opera del gruppo di studiosi canadesi con Ted Mosquin che hanno redatto il "Manifesto per la Terra".
C'è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta dalle Nazioni della Terra che riconosce dignità e diritti uguali ed inalienabili costituenti il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. La pace può trovare fondamento solo su un dinamico equilibrio generale e su una equa ripartizione delle risorse; bisogna rendersi conto che perchè si realizzino le condizioni necessarie per una pacificazione generale ed una vera pace sarà necessario del tempo (speriamo non troppo lungo). Tutte le manifestazioni, gli impegni sono importanti, ma purtroppo senza quelle condizioni fondamentali gli effetti positivi si faranno

attendere.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta da tutti i popoli della Terra riconosce quei diritti che sono il fondamento per la concreta realizzazione dei più alti ideali. Dobbiamo considerare detta Dichiarazione come una favola per esseri umani rimasti allo stato infantile oppure pensare che sia puro atto di ipocrisia.
I casi sono solo due: o si crede nella validità della Dichiarazione ed allora operare in conseguenza, oppure la si considera come fatto consolatorio praticamente irrealizzabile ed allora ognuno per la sua strada e vinca il migliore (chi ha più potere e risorse) con buona pace e rassegnazione totale e duratura per un'altissima percentuale di esseri umani, scarti di produzione.


Tutti insieme coraggiosamente sulla strada del progresso verso il disastro dell'umanità, della intrinseca dignità sua e del condominio terrestre.
Lunga vita a coloro che, sensibili, intelligenti, meritevoli, esuberanti d'amore inneggiano alla vita! ! ! ! !


lunedì 14 maggio 2007

Nessuno

NESSUNO

Nessuno può dire di avere la Verità, le verità sbandierate sono sempre punti di vista limitati e discutibili; le molteplici verità umane costituiscono una gamma di coloriture vasta e variabile nel tempo.
Ci si può avvicinare alla Verità, ad una serie di verità quando queste trovano riscontro nei fatti concreti, in alcuni punti su cui può convergere la totalità delle osservazioni e del libero, non condizionato da alcunchè, pensare, la splendida sintesi che porta alla virtuosa integrazione tra mondo fisico e mondo del pensiero, dello spirito, segno evidente della qualità, dell'essenza umana.
Al di là di questi limiti si sprofonda nella superbia e nella millanteria, nella fumosità di ideologie ed illuminazioni varie.
Prego chiunque non trovi accettabili queste riflessioni di farmi capire dove stà in punto debole, quale aberrazione si insinua nell'apparente coerenza, quanta ignoranza di cose fondamentali inquina il modesto ragionare. Grazie.

domenica 13 maggio 2007

Bellezza


BELLEZZA

La bellezza di una mente libera, aperta alla più ampia conoscenza, orgogliosamente impoverita delle certezze, arricchita dai dubbi, protesa a comprendere, disposta gioiosamente a dare e ricevere amore, illuminata dal naturale valore umano, parte consapevole della "eterna" immensità cosmica.

venerdì 20 aprile 2007

AUNG SAN SUU KYI



AUNG SAN SUU KYI(Premio Nobel per la Pace nel 1991)

Solidarietà - Simpatia - Stima
La Suu Kyi è venerata perchè è un simbolo: rappresenta la continuità storica della Birmania.

"Ciò che la gente della Birmania vuole oggi è democrazia; una volta raggiunta avremo tutti i mezzi per risolvere le questioni che affliggono il Paese"
Forse idealista! Ma senza ideali non è possibile raggiungere alcuna meta. Le teorie sono necessarie per continuare il corso della storia.
Il governo birmano le ha prorogato per un anno gli arresti domiciliari.
Protestiamo.

giovedì 19 aprile 2007

L' ASINO MALATO

L' ASINO MALATO


Hans Sachs (1494-1576) con L'asino malato, breve ma intensa composizione, descrive una situazione di preoccupata perplessità e diffidenza, un piccolo dettaglio di un vivido affresco della vita del suo tempo.
Riprendendo quella perplessità riscriviamo

L'asino malato

Chiunque
può venire a casa mia.
Benvenuto!
Mai in armi
nemmeno se dice
ti aiuto.
Diffido!
Caritatevoli elemosine
sollecitazioni
velate da superiorità
mi offendono.
Pretendo soltanto
giusti diritti.

mercoledì 18 aprile 2007

ESSERE

ESSERE

Orgoglioso di essere siciliano, italiano, europeo; non così superbamente stupido da ritenermi migliore di altri, non così sprovveduto, arrogante da contrappormi a chicchesia.

Un cittadino del pianeta Terra, sempre attento (nei personali limiti) a non turbarne l'armonico equilibrio. Formato da atomi, elementi fondamentali delle molecole del mio corpo, in continuo, vicendevole scambio con altri atomi, sempre quelli, ieri ed oggi.
Profondamente consapevole di far parte dell'immensità cosmica.

domenica 15 aprile 2007

UMILTA' ED ORGOGLIO
( inedita)

Ha detto Paolo
né giudeo né greco
né schiavo né libero;
la travolgente inesorabile
alluvione dei secoli
l'umano cammino del conoscere
permettono di dire:
non sono musulmano
né buddista né cristiano
neanche scintoista induista,
non sono francese
né italiano né canadese
neppure cinese nigeriano
non mi diminuisco
non mi contrappongo
non mi ungo
di sciocca arroganza.

Proteso a comprendere
sollecito a riflettere
incline ad amare
umilmente orgogliosamente
ho radici estese
dall'estrema Thule
alla Terra del Fuoco
da dove sorge il sole
all'occaso
radici diffuse per assorbire
nutrimento al meditare
permettere l'ascesa
alle vette mistiche
rinsaldare l'intimità
con il sole e le altre stelle,
non mi limito
sono un essere umano
un'immensità
corporea incorporea
consapevole briciolina
d'infinito.

Vivo il mio tempo
nel tempo del terrestre universo,
nel mio breve soggiorno
porto in me tutti gli eventi
sono la preistoria
il sapiens mio padre
l'erectus suo nonno,
sono il compimento
sono la storia
la transitoria fase finale
della storia umana,
conscio inconsapevole
ognuno di noi lo è
ha in se migliaia di anni
di fatti importanti
provvisoriamente decisivi,
rivive giorno dopo giorno
la rincorsa delle aurore
la cavalcata delle stagioni
il girotondo delle stelle
l'ampliarsi delle conoscenze
il dolore degli olocausti
l'ignominia dello sfruttamento
i fermenti le aspirazioni
dilaniate dal lerciume
che ci impasta ed avvolge
l'ostinato rifiorire
delle speranze degli ideali
il riapparire della meraviglia
tutto il fluire
della vita dei popoli.

giovedì 12 aprile 2007

Privilegi

PRIVILEGI

La Costituzione della R. I.:
art. 1 . . . la sovranità appartiene al popolo.
art. 2 La Republica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo . . . .
art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali avanti alla legge . . . .

La democrazia non ammette privilegi; ogni privilegio elargito a qualsiasi titolo, sia a persone che a gruppi od organizzazioni è antidemocratico ed immorale. Non può essere tollerato per il grave svilimento dei concreti ideali che valorizzano il concetto stesso di democrazia.
Le varie istituzioni pubbliche, la gerarchia umana degli impiegati pubblici politici ed amministrativi (pagati tramite le tasse e le imposte) DEVE essere al servizio del cittadino perchè questo servizio, questa umile convinzione ne costituisce la base ineliminabile (il cittadino non può essere sminuito nei suoi valori umani, come presuppone l'art. 1 della costituzione Italiana).
Le varie meritorie e stimabili funzioni devono ammantarsi di quell'umiltà che ne giustifica la pratica funzionalità; l'assenza di quella convinzione, della persuasione di svolgere un nobile servizio nell'interesse della comunità è motivo abbondantemente sufficiente per decidersi di andarsene a casa ed interessarsi dei proprii affari privati e vivere la propria libertà senza il gravoso sovrappiù della ulteriore responsabilità liberamente accettata.

mercoledì 11 aprile 2007

Disumanità

DISUMANITA'

Faraoni, re, presidenti, papi, zar, sultani, imperatori, potenti in vario assortimento, tutte le personalità eminenti che nel corso della storia dei popoli hanno ricoperto ruoli di primaria importanza dovrebbero essere considerati carichi di intollerabili difetti, criticati aspramente e giudicati per cieca condotta, anche se molti ed in molti campi hanno dimostrato doti interessanti ed apprezzabili. Nessuno dei suddetti ha capito o non ha voluto capire che l'importante carica di cui erano o sono investiti comporta l'inderogabile principio della pari dignità e diritti con TUTTI I LORO "SUDDITI".
Prima di dare lustro al loro potere con piramidi, reggie sontuose, grandi palazzi, tutti segni della loro insensibile DISUMANITA', non tenendo in nessun conto la miriade di esseri umani ignobilmente, criminalmente sfruttati, avrebbero dovuto, DEVONO doverosamente mirare a ridurre gli squilibri tra chi ha troppo e chi pochissimo o niente, operare in modo che non vi siano sfruttati e sfruttatori.
Se perseverano ancora oggi in questa intollerabile criminalità, accampando scappatoie, cavilli e giustificazioni varie, meritano inesorabilmente da parte del cosidetto "popolo", degli sfruttati, dei "vasi di coccio", meritano solo disistima, disdoro, irriverenza, condanna.
Correi in questa ignominia i vasi di coccio, incapaci di pretendere i giusti, sacrosanti diritti, incapaci di far valere con fierezza la loro dignità; i più "furbi" soddisfatti di far parte dei cortigiani, giullari, faccendieri, parte "invidiata ed apprezzata" del servitorame.

martedì 10 aprile 2007

ETERNA NOTTE QUANDO SVANIRAI ?Annuit coeptis .....Novus Ordo Seclorum

Piramide tronca sormontata dall'occhio della conoscenza MDCCLXXVI

In un foglio stampato in un numero sterminato di copie, nel suo verso, un piccolo gruppo transnazionale di superintelligenti di superba ignoranza ha stabilito le fondamenta di un eccelso Novus ordo mondiale, con il grave difetto ideologico di una visione ristretta ed aberrante, con l'aggravante di manifestare antiscientismo, farciture scaramantiche e sprezzante negazione delle evidenze empiriche. (Tra tanto senno assente giustificata la donna: piacevole ineliminabile zavorra).
Frasi altisonanti, simboli, numerologia ed altre prelibatezze di impossibile digeribilità guarniscono mentalità e comportamenti semplicemente disumani, di una disumanità che potrebbe trovare posto in diversi capitoli di un trattato di psichiatria; forse, invece, mentalità e comportamenti possono ispirare e delineare personaggi da cabaret e da farse ridanciane.
I superintelligenti di cui sopra, (ispirati emuli, copia, imitazione senza fantasia di un Sarastro, di altri discutibili personaggi che affondano le loro radici in una ancestrale ignoranza delle immediatamente percepite realtà) non si rendono minimamente conto del ridicolo dei loro riti iniziatici, degli intollerabili segreti, degli abbigliamenti grotteschi, comicamente goffi, dei simboli assurdi, devianti, drasticamente avulsi dalla più semplice realtà, dalle comuni osservazioni di ogni giorno.


Potrebbero ispirare la tenera affettuosità che va rivolta ad un disabile, ad un "povero di spirito" se quella mentalità non avesse come obiettivo la "illuminazione" del genere umano, relegato nel buio della caverna della insignificanza, della ereditaria nullità.
Quella mentalità fa base, fondamento sul delinquenziale potere di una enorme ricchezza di beni materiali sottratta, con "intelligenza", con comprovato "merito", ad una massa di incapaci, di stupidi ed idioti.
Tragica pericolosità di un brutale, barbarico progetto globale che fa impallidire il millenario Reich nazista.
"O iniziati, salute a voi ! "
"La luce del sole ha scacciato la notte".

lunedì 9 aprile 2007


EQUILIBRIO (pag. 115 di "Sovvertitor . . . .Edas 2005)
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Altrettanto grave moralmente indegno
dissacrare la vita degli altri viventi
il loro criminale sfruttamento
criminale per stupida superbia
insensata utilizzazione
non comprensibile lotta
per la giusta sopravvivenza
della specie, della persona.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Impegno prioritario
di assoluta priorità
convincerci personalmente
in totalità
che non abbiamo il diritto
di svilire disperdere
con la immorale supremazia
numerica
un immenso patrimonio
donatoci dal lavorio
d'innumerevoli ere.

Ogni coppia umana
deve trovare nel proprio
intimo amore
equilibrata consapevolezza
che l'amore il vero amore
deve comprendere con gioia
la riduzione dei personali egoismi,
non farsi guidare da ciechi
che non vedono la loro cecità.

Non incrementiamo falso progresso
con prevedibili disastri,
blocchiamo in amore per amore
il devastante incremento demografico
rispettiamo l'equilibrio
la gioiosa vita totale
della nostra unica casa
conserviamo responsabilmente
coralmente generosi
verso tutti i naturali componenti
che ci fanno corona
la suprema armonia
del condominio terrestre
segno concreto tangibile
della divina presenza dell'amore.

domenica 8 aprile 2007

ART.29


ART. 29


"Nessun paese, se vuole superare il test della dignità umana, dovrebbe permettere che vi siano individui o gruppi le cui capacità in uno o più settori sono lasciati sistematicamente al di sotto di una soglia minima, o non possono tradursi in effettivi funzionamenti". (C. Saraceno)
La famiglia, con i bisogni intrinseci di dare e ricevere cure per ogni suo componente, fondamento di una giustizia che fa perno sulla dignità di ciascuna delle persone, può considerarsi una "istituzione privata"? Lo stato con i suoi comportamenti pervasivi fino a che punto può intromettersi, quanto e come normare lo status familiare e la vita relazionale dei singoli soggetti? Può opporsi al riconoscimento di modi diversi di fare famiglia? Quanto è tollerabile, in mome dei valori fondamentali della Persona, l'opposizione intransigente, superba che la chiesa cattolica e tanti studiosi e politici di contorno, minoranza di una minoranza umana, si affannano ad attuare, ad incrementare?
Cosa intendere per "società naturale"?
La famiglia influisce notevolmente nella vita di ciascuno; è solo, però, una istituzione che non ha una naturalità, come moltissimi si sforzano a farci credere? (cos'è la naturalità?). Le istituzioni, è troppo ovvio, sono enti costruiti secondo le necessità di una società, non hanno né natura né naturalità intrinseca, sono costruzioni successive e non dovrebbero contribuire a fare scempio di quelle che sono le immodificabili leggi della natura. La famiglia è una istituzione "naturalizzata" e questa impronta viene trasmessa a noi da un'infinità di generazioni; una serie di mentalità e comportamenti non corretti, anche se protratta nel tempo, non può ricevere il crisma della normalità e correttezza. Non è corretto trasferire ad una istituzione (qualcosa di posteriore) una serie di norme, di leggi che promanano da una concezione che fa perno su poteri che deprimono la interna, intima dignità delle singole persone.
La famiglia ha un suo valore istituzionale perchè si basa sulla dignità di tutti i componenti; i legami affettivi, le correlazioni interne sono importantissimi perchè costituiscono il cemento della istituzione ma sono accessoriamente consolidanti non basilari. Il valore ideale della famiglia viene annullato quando anche un solo componente di essa è svilito nella propria dignità; il padre padrone, l'ancestrale potere del capo-famiglia è stato giustamente ridimensionato. Non si è ancora raggiunta, purtroppo, un'armonica dignità per tutto il complesso familiare.
Una mentalità, sostenuta dai poteri che vogliono influenzare secondo le loro verità ed i loro interessi, attenta continuamente ai sacrosanti ed irrinunciabili diritti che sono il patrimonio personale, inviolabile, qualificante ogni essere umano che nessuna guida, mente illuminata deve permettersi di conculcare; giustamente corretto, apprezzabilmente liberale esprimere meditati punti di vista. Tutti coloro che si interessano apertamente all'argomento dovrebbero sviluppare un largo dibattito, eliminando inesorabilmente idee che le reali evidenze non possono consentire di condividere.
Esiste in atto una scuola di pensiero, prevalentemente nordamericana, che sta sviluppando una ricerca nel senso suddetto.
I costituzionalisti hanno elaborato una Costituzione Italiana che merita grandi apprezzamenti.
Per quanto riguarda l'art. 29, però, sono incorsi in una gravissima contraddizione ideologica, probabilmente causata dalla necessità di un compromesso, di non prendere di punta una distorta mentalità abbastanza diffusa, di non contrastare forti poteri "spirituali". Come tutti i compromessi anche questo genera inevitabili critiche ed opposizioni che aggravano ulteriormente la già intollerabile, miope confusione tra inviolabili leggi naturali ed umane istituzioni; una istituzione può essere valida hic ed nunc, qui ed oggi, forse non domani ed altrove.
Ammesso che la famiglia sia una società naturale, questa non può essere "fondata" sul matrimonio, istituzione non naturale; avremmo potuto accettare facilmente, "regolata" dal matrimonio.
Proponimento personale da aver sempre presente nelle riflessioni:
Quando si legge qualsiasi cosa, anche se scritta da personaggi eminenti del passato e del presente, quando si ascoltano personaggi eminenti che da ogni parte ci spiegano idee, ci sollecitano comportamenti, bisogna prestare attenzione con mente lucida, rischiarati dalla libertà di giudizio, mente che lasci aperto uno spiraglio al dubbio, che non accetta ciecamente quello che apparentemente è la reale verità da diffondere, che si propone di appurare se vi è coerenza con fatti ed esperienze accertate rigorosamente ed accettati largamente.
Purtroppo anche intelligenze di alto profilo possono commettere sbagli grossolani incoscientemente; peggio ancora possono esprimere idee farcite di superbia, sussiegosa ignoranza e, gravissimo, scrivere e parlare a difesa di interessi personali e di gruppo.

Cristallo, Relatività, Realtà.




CRISTALLO

Un disumano cristallo,
si intromette subdolamente
tra chi osserva le cose bellissime esposte in una vetrina,
come terribile cherubino con spada fiammeggiante
limita il pieno chiaro contatto
l'entrata profonda in quel mondo
dove luminosa bellezza amorosamente
abbraccia l'intima reale conoscenza.



RELATIVITA'

Soluzioni assolute,
reiteratamente
proclamare certezze
valide sempre
per tutti.
Inquinanti millanterie.
Accettiamo tranquilli il dubbio
tutto meravigliosamente
relativo discutibile;
discutiamone. -


REALTA'

Da torme di realtà roditorie
attaccato rosicchiato
trascurato velato
dimenticato deriso
l'Ideale
compagno di Utopia
non vuole morire
testardo e superbo
faro si considera.
Vuole convincerti che nessuno
su questo scoglio della galassia
è migliore di te
ricordare
tutti nascono liberi
uguali in dignità e diritti.

( piccole variazioni tratte da Equinozio d'autunno ed. Edas 2oo4)

utopie

UTOPIE

Delirio vano è questo. Inutili sproloqui, farneticazioni e disastrose utopie per questo Diogene che non è riuscito a tenere accesa la lanterna del buonsenso. Perchè tollerare questo Don Chisciotte che, nei meandri del suo cervello bacato ha perso anche il contatto con Sancho.
Non può trovare concreto rapporto tra una stella e tre pioppi, né sulla riva del ruscello un albero secco può fiorire in circoli concentrici, meglio, molto meglio sognare una morenita anche se i sogni annegheranno in una fontana di lacrime. Non ha ancora capito che non è più tempo di aggirarsi nei cortili e tra le torri dell'Abbazia di Theléme, che non c'è follia più grande del "fay ce que vouldras". Quando arriverà il momento di abbandonare Ulrich e l'Azione Parallela, rendersi conto che "der Mann ohne Eigenschaftten" è veramente, sconsolatamente senza qualità.
E' passato il tempo della Recherche, un pò di concretezza, desinas ineptire, et quod vides perisse perditum ducas.
Lascia ad altri i colloqui col Tirsano, il clima dell'isola di Bensalem potrebbe essere nefasto. Passeggiare per le strade di Amauroto può portare fuori dal mondo di tutti i giorni, lì dove sei nato e cresciuto, lì dove hai visto le bellezze e le concrete brutture.
Il Mappamondo del Tempio della Città del Sole è forse più interessante di un piccolo, comune, plastificato mappamondo di pochi soldi, ma questo è visibile con fisici occhi, palpabile con corporee mani.
I lamenti di coloro che subiscono la fame, le spoliazioni, i soprusi, continuano a coprire le poderose architetture sonore di Bach, il razionale, imperterrito procedere della sua musica.
I fumi degli incendi, delle esplosioni velano le rigorose prospettive di Piero della Francesca.
Anche se sappiamo che l'equità, la "Verità" non la troveremo, non possiamo assolutamente permetterci di non cercarla.
Conosci tu il Paese. Laggiù laggiù io e te, mia amata, andremo.

(da Equinozio - EDAS -Messina)

sabato 7 aprile 2007

Hide Park Corner

HIDE PARK CORNER ---------


......L'inizio della "sapienza" dove sta ?
-----E' il timore di Dio ? Può il timore di qualcuno o di qualcosa dare un inizio ?
-----Forse una sapienza può trovare lo spunto, l'esordio nell'osservazione del reale ? Che rapporto tra un'osservazione a largo raggio, al massimo delle possibilità umane, ed una "ratio" articolata con quel minimo di necessaria libertà mentale?
-----La tendenza attuale alla super specializzazione quanto può portare alla riduzione della ratio, ad una grave schizofrenia degli esperti ?
-----Il grande ampliamento della conoscenza di quest'ultimo periodo, la somma delle conoscenze dell'intera umanità ha reso difficile per il singolo la possibilità di una qualche "sintetica" sintesi ? E' possibile selezionare, tra la miriade di informazioni, quello che è fondamentale per una corretta e luminosa visione della realtà fisica e "metafisica"; quello che porti in sè ed irradi il mistico nitore della bellezza ?
-----Il dato di fatto che il progresso tecnologico sta rendendo sempre più "piccolo" il nostro mondo, processo che sembra incrementarsi in modo esponenziale, quanto ci consente visione generale e comportamenti che potevano essere tranquillamente accettati nel passato anche prossimo ?
-----Potremo avere il coraggio sufficiente per eliminare i dibattiti inconcludenti, gravemente egoistici e parziali ed allargarci a prospettive ampie che comprendano un necessario equilibrio tra tutti i continenti, un dinamico , instabile equilibrio che viva tra spinte diverse ma tenta di tenerne conto, di ridurle ?
Refrattari alle comuni, piccole ambizioni, nel viscido di insufficienze ed errori, cercare . . . . . . . . . . . . cercare di essere uomini.

giovedì 5 aprile 2007

PRO e CONTRO



PRO E CONTRO

C'è una parte di italiani che accusa un'altra parte di essere antiamericani; essere antiamericani è un fatto gravissimo mentre, eventualmente, essere antiinglesi è meno grave, così come essere antifrancesi, antitedeschi o antirussi. Addirittura lodevole è essere antiarabi, anticinesi o antialtri. Certamente non si può fare di tutta l'erba un fascio; esistono delle differenze di cui un corretto ragionare deve tenere conto. Tanto per cominciare osserviamo che essere anti o a favore di qualcuno in maniera semplicistica è chiaramente non accettabile; è corretto criticare o condividere cercando sempre, in onestà, cosa va criticato o condiviso. Ognuno ha il dovere ed il diritto di rendersi conto di tutte le situazioni che sono alla propria osservazione e quello che deve guidare nella ricerca della comprensione sono i fatti concreti; questi spesso, purtroppo, si presentano oppure vengono artatamente presentati in maniera parziale o peggio mistificatoria, perchè chi ha i mezzi li porta a conoscenza dell'opinione pubblica sotto la propria luce. Il quadro conoscitivo generale è abbastanza complesso ed è una faticaccia cercare di analizzare singoli particolari. Ripetiamo perchè ci sembra fondamentale: ognuno ha il diritto-dovere di analizzare idee e comportamenti per approvarli o respingerli; il non farlo per amicizia, solidarietà, alleanza, interesse personale, connivenza o vile quieto vivere non è accettabile moralmente.
Esposte queste elementari osservazioni restringiamo il campo all'antiamericanismo; non sembra doversi vergognare ad esprimere con correttezza la detta opinione, anzi numerosissimi dati di fatto portano ad una seria e doverosa critica sia dell'attuale amministrazione che di quasi tutte quelle passate (nessun governo di qualsiasi nazione può essere assolto da errori commessi per miopia, egoismo, superbia).

Quanto può essere accettabile l'American way of life; questa via quanto ha presenti i giusti ed inalienabili diritti degli altri? Quanto il balance of power è presente nei rapporti con il resto del mondo? Come si può accettare che gli Stati Uniti debbano proseguire su una strada di grandissima potenza economica e militare quando una grandissima parte dell'umanità ha un livello di vita molto al di sotto di quello occidentale? Un mondo che si proclama democratico al suo interno può conservare la sua democraticità negando agli altri gli elementari diritti di dignità e sopravvivenza? Come si può accettare che la democrazia possa essere esportata ed imposta (solo per qualche dittatura, trascurandone altre) con le armi e pertanto è giustificabile il sospetto che questa "ideale missione" possa mascherar gretto predominio ed altri interessi poco nobili? Un ideale senso di giustizia ed equanimità si può considerare necessario per manifestare con forza e senza malvolenza un antiamericanismo? Questa posizione morale potrebbe mettere il popolo americano di fronte alla sua responsabilità di asso pigliatutto nei confronti del resto del mondo e far capire che non è possibile accettare tanta incoscienza nel cercare di migliorare ulteriormente e sproporzionatamente il proprio benessere? Dobbiamo vergognarci per non avere il coraggio e la lungimiranza indispensabili per non tentare di rallentare (per lo meno) l'incremento di tanta strapotenza, a chiedere la riduzione delle pazze, criminali spese militari (la enfatizzata lotta al terrorismo è una buona scusa) a non dimenticare e non far dimenticare che tanti esseri umani, che ci allarghiamo la bocca a chiamare fratelli, anche dentro le nostre nazioni, vivono in uno stato di precarietà e disagi che annulla anche la dignità di tutti?
Una nazione che ha l'apparato militare più potente del mondo, con l'aggravante della concreta minaccia dell'enorme quantità delle armi nucleari (cerchiamo di non dimenticarlo), si può purtroppo considerare la versione attuale di un organizzato totalitarismo applicato con arroganza alla politica estera, un ricatto permanente verso tutti gli altri che contrastano precisi interessi, che non si allineano, che debbono obbedire ai comandi dell'"alleato". E speriamo che chi di dovere trovi il coraggio sufficiente per eliminare quella aberrante dichiarazione d'intenti stampata sulle banconote da un dollaro.

Non sufficientemente tranquillizzanti gli eventuali "anticorpi" democratici interni. E' un fatto positivo, comunque, che vi siano custodi che vegliano sul nostro sonno, che custodiscono e custodiranno il futuro dell'umanità. Solo i malpensanti mantengono nella loro mente il quis custodiet ipsos custodes.
Purtroppo oggi è necessario essere responsabilmente, fraternamente, dolentemente antiamericani, oggi e fino a quando non scompariranno quegli elementi di intollerabile supremazia ed arroganza, fin quando non smetteranno di considerare il resto del mondo pieno di incapaci e disabili bisognosi di tutela e prezioso, generoso interessamento, fin quando l'apprezzabilissima fierezza potrà essere portata ad esempio per tutti.

martedì 3 aprile 2007

J'ACCUSE

Tutti i "grandi" delle Terra, governanti democratici e non, politici, religiosi, proprietari di immense risorse, in piena coscienza, coscienza straziata, dal profondo del cuore, un cuore dolente, ACCUSO TUTTI di superbia, arroganza, stupidità, malversazioni continue a danno della grandissima maggioranza degli esseri umani; tutti quei potenti individui che prima di poter essere imputati di colpe che ricadono sotto i rigori della "legge" sono colpevoli di gravissima
D I S U M A N I T A'
Questi "grandi" sotto tutti i paralleli e meridiani, per tutto il corso della storia, hanno rubato ricchezze, risorse che sono di TUTTI, se ne sono appropriati usando ed incrementando tutti i poteri a disposizione con cinico disinteresse verso la vita degli altri.
La prima semplice aspirazione che si dovrebbe tentare di realizzare è l'equa ripartizione delle risorse.; non esistono giustificazioni per il loro strapotere utilizzato ignobilmente. 

Le doti personali, l'intelligenza, la meritocrazia e tutti gli altri appigli sono scuse e difese completamente inaccettabili.
Lo sconforto ed il pessimismo che ci assale genera afflizioni ed uccide la speranza.
Nell'attuale situazione generale (tenendo presente il grandissimo numero di persone che sopravvivono con il minimo di risorse) l'arraffare ed accumulare beni da parte di coloro che si discolpano con le meritevoli rodomontate, le solite baggianate giustificatorie, può essere considerata VIOLENZA, subdola, intollerabile aggressività, stupido, superfluo egoismo? Questo criticabile comportamento quanto è influenzato dal perverso operare, dalle carismatiche fanfaronate dei super-potenti?
Una sola la via da auspicare: la presa di coscienza, la consapevolezza che tanta ignominia dipende da noi "miserabili" che, dimentichi della grandezza intrinseca di ogni essere umano, chiniamo vigliaccamente il capo nella speranza di poter raccogliere qualche briciola di tanto potere e ricchezza. Ognuno di noi deve coltivare il giusto orgoglio che quei signori non sono migliori di noi, che non hanno diritto a particolari diritti e pertanto dobbiamo avere l'obbligo morale di insegnare loro ragionevolezza, di far capire che, come tutti, sono piccoli esseri che non meritano particolarità di alcun genere.
Questa è la priorità, l'essenziale priorità da avere continuamente presente nella nostra mente e nel nostro cuore: Non diventiamo complici di grassatori, respingiamo con sdegno questi disumani inviti: "obbedite ai vostri capi e siate sottomessi" - "siate soggetti ad ogni istituzione umana, tanto al re quanto ai governatori" - . . . "servi siate soggetti ai vostri padroni".
Ci rubano i beni economici, non permettiamo che ci rubino la dignità, almeno questo.

Cerchiamo di prendere consapevolezza, in estrema sintesi, del quadro della realtà totale (secondo le conoscenze - sempre in divenire - di oggi). Sono conoscenze essenziali, irrinunciabili, anche se sono pochi quelli che ne parlano.
Il nostro mondo è un pianeta che occupa una parte piccolissima di un universo la cui estensione spaziale è immensa, un unicum che sicuramente non ha il suo inizio col big bang poichè questo si può considerare un evento evolutivo di "qualcosa" che esisteva prima. Quanto detto ci porta a riconsiderare quadri cosmologici che hanno imperato, senza possibilità di un qualche controllo, nel passato. Da quei quadri cosmologici, basati su osservazioni estremamente lacunose nascevano concezioni, ideologie, illuminazioni teologiche e vari comportamenti umani che per obbligo di coerenza sono da sottoporre a drastici aggiornamenti.
Sul nostro pianeta l'essere umano, compimento provvisorio di una evoluzione di milioni di anni, è il massimo in una natura che comprende tutti i gradi di vita animale e vegetale. L'uomo è l'unico essere biologico che, consapevole, regola il suo esistere; la persona è l'unica realtà naturale, così come sono naturali i singoli alberi ed i singoli animali. L'intelligenza umana, pur con le sue contraddittorietà, costruisce la società e le relative istituzioni al fine di una regolazione della vita del singolo in rapporto con il suo prossimo. L'armonizzazione tra l'animalità e lo spirito del singolo protagonista umano dovrebbe improntare l'aspirazione più importante ed i nostri pragmatici comportamenti quotidiani.
Possiamo azzardare le seguenti considerazioni:
1) Nessuno può permettersi l'affermazione di avere la verità assoluta (intollerabile superbia).
2) Abbiamo il dovere di renderci conto di essere solo una PARTE del complesso della realtà terrestre.
3) Le risorse planetarie sempre limitate difficilmente potranno adeguarsi equamente alle esigenze della intera umanità.
4) Le leggi economiche che regolano la produzione e la distribuzione dei beni materiali non devono dimenticare che esiste qualcos'altro altrettanto importante delle leggi di mercato; il progresso economico per essere veramente progresso non deve creare intollerabili squilibri umani ed ambientali.
5) Religioni: Non può esistere, su un piano di razionalità umana, nessuna possibilità di conoscenza dell'ente supremo che per sua natura è eterno e la sua onnipotenza si esplica su tutto l'universo che conosciamo e su tutto quell'altro che difficilmente potremo conoscere. L'uomo non può essere così superbo da credersi un privilegiato nell'immensità dell'universo; proviamo ad immaginare quello che stà al di là del del nostro limitato angolo visuale. Le numerose religioni si contraddicono, si limitano a vicenda; possiamo pensare che non hanno niente a che vedere con Dio. Il bene ed il male, se vogliamo, lo percepiamo senza che nessuno ci ammaestri, indirizzi il nostro operare; ci guida l'intima, naturale consapevolezza che siamo parte di un tutto immenso e meraviglioso, pervasi da quell'amore che fa muovere "il sole e le altre stelle".
Potenti contemporanei assortiti, vi prego, lasciateci semplicemente vivere i nostri giorni, non complicatecili inutilmente, non arraffate risorse NON VOSTRE; non infiorate con squallidi orpelli la nullità esistenziale separandola da una luminosa unicità; immensa è la grandezza di essere parte consapevole di una immensità.
Quanto detto sono soltanto sofferte considerazioni personali nate, abbozzate alcuni decenni fà e sviluppate (tentativi insufficienti, forse inutili) cercando una difficile coerenza, un rigore altrettanto difficile.
Spero sempre che qualcuno abbia l'affettuosa bontà di correggere quel poco o molto di non accettabile.

lunedì 2 aprile 2007

tentativi di ristrutturazione



TENTATIVI DI RISTRUTTURAZIONE
Vaneggiamenti?

La natura, quello che abitualmente chiamiamo così, ha le proprie leggi che normano tutto rigorosamente e non possono, mai, sconfinare da parametri inflessibili.
Questo, almeno, sul nostro pianeta; in altre condizioni di temperatura, pressione, gravità ecc. alcuni dati potrebbero essere diversi, altre eventualità possibili.
Tutto quello che chiamiamo natura, nella sua evoluzione, esiste da tempo immemorabile; è natura gli animali e le piante, esseri vitali naturali ed è anche natura la fisicità (montagne mari).
Tutto il resto viene dopo. Spesso, forse sempre, sono innaturali le varie forme di società umana, le istituzioni, prodotti secondariamente naturali, variabili nel tempo e nelle circostanze. Per semplice conseguenzialità possiamo convincerci che il loro valore non è assoluto e la loro idealità è legata a significati di rilevanza relativa e sovente contingenti.

E' il singolo essere umano, in prima persona, il detentore di tutti gli umani "diritti naturali"; la società umana, nelle varie articolazioni nazionali e transnazionali, è costituita ed opera (deve operare) nell'esclusivo interesse del singolo, nell'azione di obbligatorio equilibrio per ciascuno e per tutti. La società umana e le relative istituzioni, per trovare la necessaria giustificazione al loro esistere, per inevitabile vincolo, fare in modo che non vi siano sfruttatori che non sviliscano la dignità dei più deboli, fare in modo da ridurre il baratro tra il troppo ed il poco; solo su questo può basarsi la grandezza di una istituzione, di tutte le istituzioni, non le vuote enfatizzazioni, non la squilibrata funzionalità ottenuta con cavilli, pretesti, astuzie, scappatoie, sotterfugi, maliziosi stratagemmi.
Tutti coloro che hanno potere (incarichi di potere), nei vari gradi, sono completamente e sempre responsabili di tutte le "brutture" della società; se non sentono questo inalienabile impegno vadano a casa a curare i loro giusti interessi di base.
Il cosidetto progresso non può avere principio e sostegno solo sui fatti economici e tecnologici (importantissimi), ma deve trovare stimoli, possibilità per realizzare il sostanziale progresso umano, progresso verso il raggiungimento di un equilibrio dignitoso per tutti i componenti dell'umanità e per l'intrinseca importanza funzionale, non sottovalutabile, dell'ambiente che permette la vita umana.

Variazioni

VARIAZIONI

Molecola per molecola
atomo per atomo
dispersi donati
alla terra alle acque
al soffio dei respiri
al tempo che avrà cura
del totale completamento;
continua mescolanza
di piccoli doni
apparente inutile polvere
ritornata alla polvere madre.

SCUOLA SUPERIORE
Insegnare?
No davvero.
Rendere partecipi
delle personali limitate
esperienze.
Stimolare ad aprire
altre finestre
allargare la visione
stimolare a cercare
il pelo nell'uovo
invitare ad allargarsi
al sacrosanto dubbio
autocriticarsi.
Irrinunciabile gratificante convinzione
comprendere
l'umana impossibilità
alle certezze.
(da Equinozio d'autunno ed. Edas 2004 Messina)
PARADISO TERRESTRE

Girando con la fiasca in mano Mime, nano mostriciattolo, pauroso, pieno di malizia, "fabbro di frottole" canta:
l'oro lucente
che fa dominatori
io me lo son guadagnato!
Io ne disporrò!

E pluribus unum
Novus ordo sec lorum
Superuomo nel ristrutturato Walhalla
the great seal
Illuminati
Bilderberg spirituali arcani
INTELLIGENZA CULTURA CONCRETEZZA
SOLDI POTERE

Pochi ma buoni
che con intelligenza, cultura, concretezza si assumono il gravoso compito di guidare ammaestrare
la massa informe dell'incolto, disorganizzato pecorume.
Dopo una lacuna ultramillenaria, la speranza di ripristinare il paradiso terrestre.
Finiranno le controversie, le guerre, tutti ubbidiranno con gioia agli equanimi ordini degli Iniziati, degli Immacolati, dei pieni di grazia e di soldi.
Il Novus Ordo si estenderà a tutto il sistema solare e (senza fretta) alla galassia. Ci vorra un pò di tempo (pazienza) per estendere il Grande Sigillo all'intero universo.

Un breve estratto da Sovvertitor di cuori e di costumi ed. Edas 2oo5 - Messina

COMPRENSIONE
. . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . .
Non invidiare imitare
gli sciocchi che vivono
i vacui boriosi poteri
la loro superficialità
la vuota ricchezza
l'incosciente insensibilità;

comprendiamoli
non si rendono conto
della loro povertà
della loro nullità.

sabato 3 marzo 2007

Bilancia

BILANCIAUn progresso squilibrato non potrà mai essere vero progresso; questo sarà possibile quando si ridurranno i fossati fra i gruppi sociali interni alle nazionalità ed i fossati fra le varie aree geografiche, quando si creerà un dinamico equilibrio generale che non trascurerà il rispetto per l'ambiente, l'obbligatorio rispetto per tutto quello che ci consente di vivere.

MODERNITA'

Con Hegel si chiude l'epoca, l'epopea dei grandi sistemi filosofici; dopo nascono le filosofie della "esistenza" e le filosofie della "prassi".
Lo "spirito del mondo", la "ragione del mondo" forse sono state sempre supervalutate. Si possono considerare determinanti a formare i "presupposti spirituali" i vari e variabili mutamenti materiali con le loro vitali necessità; queste cambiano le cose ed incidono profondamente sul corso della storia dell'intero pianeta.
A questi aspetti "sociali" bisogna aggiungere quello che possiamo chiamare "spirito di conoscenza" che causa l'inarrestabile tensione verso una conoscenza della realtà fisica, del maggior numero possibile delle sue inesorabili leggi che si allargano a tutta la realtà cosmica; avvicinarci, per quanto umanamente consentito, ad una percezione della concreta essenza del tutto.
Quanto detto è uno spunto, un invito a riflettere, profondamente, determinatamente, sulla necessità o meglio sull'obbligo ineludibile di tentare costantemente di armonizzare gli aspetti sociali con l'essenza del tutto.
Non possiamo continuare a vedere il mondo come lo si vedeva qualche secolo, qualche millennio fa.


AVVISO AI NAVIGANTI

La semplice osservazione dei fatti storici dell'umanità ci dice che sempre ed in tutte le aree geografiche la vita delle singole persone è stata diretta da gruppi limitati che hanno, in vari modi, conquistato potere decisionale, associato a notevoli quantità di beni economici; in effetti poche persone hanno rubato dignità e beni materiali alla stragrande maggioranza dei "sudditi", adducendo doti, personali e di gruppo, di
impossibile accettazione. Con le cosidette conquiste democratiche di quest'ultimo periodo la situazione è cambiata, anche se di poco, purtroppo.
Tutti i "comandanti" pro tempore di oggi continuano ad addurre doti di particolare intelligenza, spiritualità, managerialità, come se fossero tutti, molto più di altri, adatti a governare, come se le doti personali di intelligenza e capacità fossero infinitamente più luminose di quelle di un lavoratore metalmeccanico od edile, di un artigiano o commerciante, di un addetto alla rimozione dei rifiuti o di un infermiere. Tutti costoro se avessero beni economici ed interessati sostegni di gruppo, quasi sicuramente potrebbero fare meglio dei tanto osannati capi.
Non svalutiamo i nostri autentici valori correndo dietro alla loro superbia e ricordiamo loro e ricordiamoci che hanno giurato di essere al "servizio del popolo" e stimiamoli soltanto se lo meritano veramente.
Bisogna lottare ogni giorno personalmente ed estesamente per ottenere una libertà che permetta di vivere senza coercizioni esterne, ACQUISTARE L'INTIMA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO VALORE, pretendere i giusti diritti, essere in pari dignità con tutti i naviganti.

SUB SPECIE AETERNITATIS

L'uomo è al centro di una complessità immensa (constatazione di estrema facilità);
possiamo distinguere questa in due filoni fondamentali.
1) La complessità propria dell'umanità con la sua storia ultramillenaria e con le idee, le visioni del mondo, variabilissime nei dettagli, di ogni singolo essere umano, spesso conglobate in sistemi molto ampi di arduo studio e difficoltosa sintesi. I tentativi di semplificazione sono sempre limitati, parziali, spesso disastrosi; una parte consistente della complessità è determinata da comportamenti umani di evitabile negatività.
2) L'altro filone comprende tutta la complessità della casa dell'uomo, inserita in una immensità che travalica smisuratamente l'intelligenza umana, che con gradualità e fatica cerca, per quanto possibile, di esplorare e comprendere.
Questo secondo filone raramente è stato tenuto in considerazione e l'importante influenza sui fatti umani difficilmente è stata presente nelle visioni e nella ricerca delle cause determinanti tanta parte dei comportamenti sociali.
Sarebbe il caso di tornare, con i necessari aggiornamenti, a quello che Spinoza chiamò sub specie aeternitatis in modo da poter cogliere una visione totale del tutto, l'inarrestabile divenire, l'insieme, tutte le connessioni, la totale unità.
Forse bisognerebbe invertire il metodo analitico, partire dalla totalità per cercare un nuovo inquadramento del particolare, dell'effimero, il dinamismo del contingente.
Non tralasciare di inserire le singolarità, le loro armoniche concatenazioni, la proporzionata concordanza nel sublime, mistico equilibrio della totalità.
Avere l'umile coraggio di depositare tra i rifiuti la superbia, la millantata gloriosa posizione del re del creato (che poi è soltanto la Terra, piccolo granello dell'universo); non perdere il senso della misura, cercare di avere sempre presente che esistono altre realtà al di fuori del nostro quartiere, che il grande sviluppo attuale delle comunicazioni, sia dirette, personali che mediate dai mezzi tecnici di trasmissione in tempo reale di idee e fatti, ci obbliga alla correzione della miopia di visioni di per se sclerotizzate. Non abbarbicarsi a vedute, concezioni imposte dai numerosi testi "sacri" che circolano su tutto il pianeta, convincerci che l'onesto ragionare di ognuno di noi può essere più libero e corretto rispetto quello esposto secondo idee preconcette e schemi spietatamente contradetti dal progredire delle conoscenze rigorosamente controllate.
Tenere ben saldo il bandolo che permette di percorrere un regolare tragitto, in umiltà, tra le reali complessità, un tragitto guidato dalla fiamma degli ideali di amore e conoscenza.


D O M A N D A
Considerando che si parla tanto di grande intelligenza umana, di civiltà, giustizia e di tutti gli altri alti valori morali e sociali, vorrei mi si spiegasse come sia possibile l'immenso, diffuso divario tra chi possiede tanto, tantissimo e chi poco o nulla, smarrendo, per di più, l'intrinseca dignità.