venerdì 21 novembre 2014

Absit iniuria verbis

Spesso in molti post pubblicati ho espresso critiche anche drastiche su idee, comportamenti, di vari personaggi.
Il divino dono del libero pensare mi ha sempre costretto a dire " pane al pane e vino al vino", secondo la mia limitata intelligenza e conoscenza.
A tal proposito voglio ricordare cosa ho scritto nel post "rifiorire di idealità" ovvero "NESSUNO HA PIU’ DIRITTI,  MERITI,  DIGNITA’  DI ME ed io non ho più diritti, meriti, dignità di alcuno".  
Mi sento di ripetere quello che spesso in procedimenti giudiziari usano dire alcuni avvocati " absit iniuria verbis" cioè anche nelle critiche più drastiche posso dire che nelle mie parole è sempre assente l'ingiuria , pertanto se qualcuno possa essersi sentito offeso me ne scuso umilmente.
Con questo voglio anche dire che continuerò drasticamente ad usare il dono del libero pensare, perchè questa libertà è forse la qualità più caratterizzante l'intelligenza umana e non usarla per interessi molto discutibili e pavidità è riprovevole.
A tal proposito vorrei precisare che il comportamento drastico può essere ricondotto a quello che può succedere ad una madre che si accorge che il proprio figliolo ha intrapreso un cammino che desta gravi preoccupazioni, un'accorata dolenzia e continue apprensioni.
La pavidità spesso associata ad ambiguità è forse la cosa più umiliante che possa limitare il pensiero e relativi comportamenti per molte persone che spesso esprimono parole e concetti edulcorati ed infiorati ma ripetitivi e privi di autentico valore.

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