venerdì 28 giugno 2013

democrazia.!. .?. .?. .. .?.

Dolenti e drammatici segni in quotidiana successione generano in me una condizione di costante apprensione.
Termini come democrazia,valori,crescita,libertà,sbandierati con incauta incoscienza ed ipocrita frequenza,danno vita ad una serie di considerazioni di notevole insofferenza con qualche venatura di rabbia.
Da non esperto,da un'intelligenza uguale a quella della maggior parte degli esseri umani mi sembra necessaria una sintetica esposizione del termine democrazia.
Questo termine di altissimo significato consta di due parti (gli esperti direbbero di due lemmi).
Cominciamo a riflettere sul termine demo che può essere considerato un termine astratto;la componente fondamentale del popolo è la persona singola,che sommata paritariamente ad altri  forma e costituisce il popolo.
E' da dire che nel termine suddetto può essere compreso anche l'ambiente che da la possibilità di vivere ed operare alle singole persone.
Visto così il significato di demo assumerebbe una valenza molto più ampia con necessità di un ulteriore equilibrio tra i diversi componenti umani ed i componenti fisico-biologici dell'insieme.
Il termine crazia comporta una serie di delicate riflessioni molto varie e variegate di difficile catalogazione.
Però la nota fondamentale da non perdere di vista è che chi assume senza alcuna imposizione il compito di amministrare,lo deve fare costantemente con la convinzione di essere un servitore della comunità.
Va da se,che questo lavoro deve essere remunerato ed inoltre accompagnata alla remunerazione è giusto aggiungere la stima e la considerazione per il lavoro svolto,soltanto se questo si svolge nei limiti precedentemente detti;eventuali privilegi non sono ammessi.
Una semplice riflessione dice che gli emonumenti percepiti dall'amministratore sono derivati dalla tassazione che ogni cittadino versa.
Bisogna tener conto che tutti i dipendenti pubblici,nella completezza della scala gerarchica, sono pagati con le ritenute fiscali che vengono operate sui vari introiti e sulle altre fruizioni.
Una riflessione di estrema importanza sociale ed umana,ci costringe a dire che alla remunerazione spesso spropositata di alcuni strati della scala gerarchica,partecipano non solo quelli che percepiscono assegni di assistenza sociale di poche centinaia di euro,paragonabili quasi ad uno scippo criminale ma anche, ed ancora più grave, la parte più debole non assistita,ma più sventurata, barboni e senza fissa dimora, ma sempre esseri umani dotati di altissima dignità personale,quella parte che con gli acquisti di beni di prima necessità per la loro sopravvivenza normalmente tassati contribuisce a vergognose remunerazioni.
Sperare in un senso di vergogna per la percezione di queste remunerazioni da parte di queste superuomini è qualcosa di impensabile;legalmente le leggi esistenti in atto lo consentono spudoratamente, ed i diritti acquisiti meritoriamente vanno drasticamente rispettati.
 Numerose sono le altre considerazioni da mettere in campo,ma per una obbligatoria sintesi,che mi sono imposto,lascio alla sensibilità del lettore,la stesura mentale del restante ardatamente complicato groviglio legislativo.

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