mercoledì 25 marzo 2015

Considerazioni (parte I)

Il nostro mondo è un pianeta che occupa una parte piccolissima di un universo la cui estensione spaziale è immensa, un universo che non trova il suo inizio, la sua creazione nel super citato big-bang ; questo si può considerare un evento evolutivo di un “qualcosa” che è sempre esistito o che comunque esisteva prima.
Quanto detto ci porta a considerare inesorabilmente quadri cosmologici che hanno imperato in maniera incontrollata nel passato, da quei quadri cosmologici fantasiosi , sono nate idee , concezioni, ideologie comportamenti umani, illuminazioni teologiche che onestà vorrebbe fossero coerentemente rivedute per essere aggiornate in modo che l’essere umano, in umiltà si renda conto che è soltanto una magnifica esaltante, espressione , una grande parzialità terrestre dispersa in un “infinito” inimmaginabile, probabilisticamente popolato da esseri con superiore intelletto.

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Per molti anni , per una buona percentuale dei miei giorni, ho assorbito, mi hanno fatto assorbire, la mentalità generale che non teneva conto di tutte quelle conoscenze , nuove conoscenze che avrebbero arricchito giorno dopo giorno le possibilità personali di un allargamento concettuale; il lavorio mentale impostomi di continuo, con fatica ed il necessario vigore, per combattere i germi infetti, mi ha portato ad una individuazione ,umilmente, delle cause della velatura concettuale ed alla eliminazione dei germi verosimilmente responsabili, avendo sempre presente la possibilità che altri germi possano inquinare il quadro concettuale.
L’azione principale della razionalità dovrebbe consistere, a parer mio, nel cercare di capire quello che è fondante, primario per liberarlo di tutte le sovrastrutture le incrostazioni , sub costruzioni successive che snaturano o addirittura ribaltano le basi su cui poggia l’esistenza di ognuno di noi e della società umana nel suo complesso.

E’ l’individuo, la persona, il protagonista, umile ma protagonista, della realtà umana; la società, le istituzioni con tutto il carico delle norme, delle leggi e loro doveri e diritti, sono soltanto successive e servono a regolare l’esistenza del singolo protagonista che non può permettersi di disconoscere l’altro, di sopraffarlo.
Soltanto quando la maggior parte delle persone prenderà coscienza di quanto detto potrà iniziare il vero progresso dell’umanità.

Nessuno può permettersi di affermare di possedere la verità assoluta, di possederla in proprio, o sorretto, spalleggiato da illuminazioni, rivelazioni o quant’altro può metterlo in una situazione di supremazia rispetto ad altri e non può esserci chi ha il diritto di imporre la propria visione ritenendosi autorizzato a stabilire qual è il bene qual è il male; la persona con il proprio giudizio cosciente è in grado di distinguere se lo vuole.
Le leggi, i regolamenti intervengono sui fatti delittuosi commessi, quando cioè il giudizio cosciente personale ha ignorato e calpestato la presenza ed i giusti diritti dell’altro
L’umanità  ha il dovere di rendersi conto che è solo una parte di tutto il complesso della realtà terrestre e dato che si vanta d’avere il dono della razionalità, ha il preciso compito di usarlo tenendo conto del contesta totale terrestre;  non può distruggere, sfruttare insensatamente un equilibrio naturale che ha regolato la vita della terra fin dalla nascita e nel corso dell’evoluzione e questo sia in considerazione dell’interesse immediato che delle generazioni che verranno.
Il tanto decantato amore, decantato a parole, ma di fatto tradito, deve essere rivolto anche agli altri esseri viventi , nostri compagni, di viaggio, ed alla fisicità che rende possibile la vita umana e l’amore che la vivifica.
Per amore bisogna ridurre lo squilibrio causato dalla superba supremazia umana.
I tentativi molte blandi, poco efficienti sono soltanto pannicelli caldi che non curano le cause della malattia. 

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