sabato 30 gennaio 2016

ANTROPOCENTRISMO

Lunghe ed approfondite riflessioni mi hanno confermato ciò che già da tempo mi aveva profondamente turbato e cioè che l’antropocentrismo  potrebbe essere annoverato tra i numerosi disturbi psichiatrici che affliggono una parte della umanità, come la grave schizofrenia, delirio paranoide ed altre patologie forse meno gravi come psicosi e vari disturbi della personalità. L’antropocentrismo che mette superbamente l’uomo all’ apice di una improponibile piramide, è un disturbo che colpisce prevalentemente la classe colta o per essere più precisi la parte di questa classe arrogantemente convinta di essere l’apice di quella piramide.
Le tre linee guide che mi hanno sostenuto sono, il libero pensare che non può ammettere assolutismi e che di questi ne ha addirittura orrore, la logica e la razionalità inquadrate nell’ angolo visuale del relativismo, evidenziato dettagliatamente e ripetutamente confermato da Einstein e successori.
Da un punto di vista statistico potrei azzardare che soltanto una quota inferiore all’1% della popolazione umana può essere variamente contagiata da questo grave stato mentale su cui stiamo riflettendo. La grande quantità di umanità per modesta, coscienziosa auto considerazione è immune da quella superba, ignorante tracotanza che annebbia splendide evidenze e distrugge migliaia e migliaia di pagine edite ed apprezzate.
Fondamentale e prioritario fare una netta distinzione tra le leggi naturali che regolano inflessibilmente e armonicamente  tutto quello che è al di là delle leggi umane, mentre queste ultime dobbiamo correttamente considerarle variabili nel tempo e nelle varie parti della società umana; queste ultime sono con evidenza incommensurabilmente distanti dalle leggi della natura ed operano in campi totalmente diversi, pur non dimenticando che anche l’umanità fa parte dei vari costituenti planetari.
Mi sento di dire determinatamente che tutto quello che è naturale è degno di incontestabile considerazione, non ha bisogno di ipocrite velature e sotterfugi che di fatto ne sminuiscono ed annullano la mirabile eccellenza che li permea e li connette alla totalità delle rete planetaria.
Questa reciproca relazione tra le leggi naturali e la variabile attività delle varie sezioni comprese nella quota umana dovrebbe  avere come obiettivo l’obbligatorio, ecologico equilibrio.
Ad esempio l’evacuazione delle feci e delle urine, sono immediati segni di vita e di vitalità, solo nei cimiteri queste naturali manifestazioni non esistono; di conseguenza non arricciamo sdegnosamente il naso di fronte a fatti semplicemente naturali. Le nudità presenti nelle sculture e nei dipinti, sono ovvi segni che riproducono artisticamente le pregnanti naturalità. Personali segni di privacy e pudore meritano il dovuto rispetto.
È difficilmente prevedibile, che l’antropocentrismo possa trovare una umana consapevolezza che corregga quell’ ignorante superbia, contagiante  quella parte di umanità che si fortifica nella personale eccellenza. Quanti secoli saranno necessari per ridurre la tracotanza che annebbia quelle menti che vengono fortificate da gretti valori abbondantemente distribuiti da chi ha mezzi e possibilità economiche per inquinare i liberi comportamenti della maggior parte della popolazione mondiale? Forse le forze della natura tendenzialmente orientate all’ equilibrio, costringeranno gli arroganti ignoranti a ridimensionare la modesta intelligenza umana che è stata ed è sopravvalutata da quei pochi che si sentono autorizzati a stare all’apice della piramide. Il deciso intervento equilibratore della naturalità purtroppo si estenderà anche al resto incolpevole della umanità. Questo ci consiglia pragmaticamente a contrastare con impegno, per generale convenienza, quel tracotante comportamento che satura l’antropocentrismo.

UN ANEDDOTO:
Difficile per la mente di Agostino far entrare la trinità nel monoteismo come gli ha dimostrato il bambino sulla battigia.
UNA FAVOLA:
La rana non raggiungerà la mole del bue anche gonfiandosi al massimo.
UNA CONCRETEZZA:
Due comuni manufatti, una cisterna ed un secchio, anche usando  intraprendenti furbizie, impossibile fra entrare il contenuto della cisterna nel secchio.

molto gradite osservazioni e critiche su quanto pubblicato.

Data la particolare importanza di quanto in estrema necessaria sintesi è stato esposto, ritengo particolarmente necessarie articolate, interconnesse critiche. 

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