giovedì 17 maggio 2007

ESERCITI E DIPLOMAZIA

ESERCITI E DIPLOMAZIA

Bisogna provare a sostituire gli eserciti incrementando il dialogo, le trattative, i contatti diplomatici su base paritaria, non trattando da posizioni di forza, minacciando ritorsioni, sanzioni economiche.
Bisogna trattare equamente cercando di capire le posizioni e le autentiche e giuste necessità altrui; è questa operatività, non le tracotanti minacce della violenza bellica e di un arsenale di belluina potenza.
Solo questa operatività fraterna, umile ma determinata, arma veramente intelligente può tentare l'avvicinamento, senza morte e distruzione, ai crismi della democrazia e della civiltà.
E' questa la semplice lezione che ogni piccolo essere umano deve impartire ai potenti della Terra che hanno nelle loro mani un potere di cui non riescono nemmeno a farsi un'idea. 

Bisogna fissar loro precetti e divieti vincolanti e soprattutto ricordare loro costantemente che sono al servizio della comunità che , non obbligati, giurando hanno accettato di governare.

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Guerra = terrorismo "legalizzato". Eserciti = alte possibilità terroristiche; il "numero" dei morti e delle distruzioni è di molto superiore a quello causato dal terrorismo più criminale.
Guerra condotta secondo le "civili" condizioni internazionali, secondo le regole; morti e distruzioni secondo le regole.
Le armi uccidono anche quando non vengono usate: Uccidono la vita di coloro cui sono state rubate le necessarie risorse, criminalmente trasferite alla produzione bellica; nessuna eccelsamente ipocrita giustificazione è accettabile. Anche se potenziali, sempre strumenti di morte e distruzione; ignobile attentato alla dignità personale, inalienabile qualità, donazione, simbolico contrassegno, pegno dell'amore Assoluto.

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