martedì 15 maggio 2007

Mini Apocalisse

MINI - APOCALISSE

La vita dei popoli, il continuo progredire delle conoscenze fisiche e del pensiero, un'immensità umana, che rapporto possono avere con l'immensità delle realtà che sono oltre l'orizzonte della nostra conoscenza?
Niente e nessuno ci ha dato o ci può dare la base, l'indispensabile solida base, su cui costruire la fondamentale conoscenza del nostro esistere. La scienza con tutte le relative certezze non potrà darci ciò che vorremmo e le parziali certezze "scientifiche" di oggi, quanta certezza conserveranno nel futuro? Qualcosa di pragmaticamente accettabile si può trovare nella constatazione del nostro esistere e nella necessità di un equilibrio tra il singolo ed il resto dell'umanità e tra questa e l'ambiente che permette la vita e la esaltante consapevolezza di una parzialità in una mirabile totalità.
Dall'immenso spazio dove vivono puri, incontaminati, le utopie, gli ideali, desiderati, evocati, lievemente scendono e si fermano nelle menti, nei cuori nostri, il pianeta vivente li nutre, li avvolge in un abbraccio totale e li contamina con tutti i difetti, le parzialità delle umane realtà, ma l'abbraccio non li soffoca, non li sminuisce; la loro validità, la loro forza non può essere ridotta dal cumulo delle umane miserie, non necessita di sostegno da parte di coloro che sono convinti di essere gli eletti, tutti siamo scelti a dar loro dimora nella parte più profonda della nostra personalità. Tutti, a cominciare dal vicino di casa al più lonano da noi, dal più incolto al più sapiente, ne portiamo il lievito, gli impulsi, consapevoli o meno.
Quando la consapevolezza di tanto patrimonio sarà posseduta dalla maggior parte delle persone ed i poteri che indirizzano verso le loro visioni prenderanno consapevolezza della grettezza in cui navigano, soltanto allora potrà avere inizio il cammino che trasformerà l'utopia in concreta effettiva realtà, pur con tutte le umane difficoltà e quei squilibri che possono essere tollerati.



Preoccupante prospettiva

Lo stato fisico del pianeta è in continuo progressivo degrado; tutti i rapporti lo riconoscono, si può discutere solo sulle cause di esso.
Le contromisure anche se timide e parziali sono tentativi utili e necessari pur nella loro insufficienza. Ma la causa prevalente sta nel fatto che questo pianeta non può sopportare una popolazione umana che si è paurosamente avvicinata ai sette miliardi.
Esiste un aspetto sociale che è indissolubilmente legato alla "umana marea" (human tide) che non potrà essere onestamente, adeguatamente affrontato in una condizione di sovrapopolazione; non potranno essere tentate soluzioni valide, equilibratamente incisive.

Ogni essere umano è un "consumatore" su un pianeta la cui capacità di mantenere tutte le sue creature è quantitativamente limitata e dal punto di vista etico bisogna condannare l'accettazione sociale di una fecondità umana illimitata. L'arrogante supremazia umana è un insulto all'amore per la vita totale della Terra, un superbo, egoistico squilibrio.
Il fulcro, il fondamento della maggior parte dei problemi ecologici e sociali resta sempre la supremazia umana che sfrutta e vilipende criminalmente la natura e le persone, squilibrando la ripartizione delle risorse sempre limitate.
Apprezzabilissima l'opera del gruppo di studiosi canadesi con Ted Mosquin che hanno redatto il "Manifesto per la Terra".
C'è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta dalle Nazioni della Terra che riconosce dignità e diritti uguali ed inalienabili costituenti il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. La pace può trovare fondamento solo su un dinamico equilibrio generale e su una equa ripartizione delle risorse; bisogna rendersi conto che perchè si realizzino le condizioni necessarie per una pacificazione generale ed una vera pace sarà necessario del tempo (speriamo non troppo lungo). Tutte le manifestazioni, gli impegni sono importanti, ma purtroppo senza quelle condizioni fondamentali gli effetti positivi si faranno

attendere.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo accettata e sottoscritta da tutti i popoli della Terra riconosce quei diritti che sono il fondamento per la concreta realizzazione dei più alti ideali. Dobbiamo considerare detta Dichiarazione come una favola per esseri umani rimasti allo stato infantile oppure pensare che sia puro atto di ipocrisia.
I casi sono solo due: o si crede nella validità della Dichiarazione ed allora operare in conseguenza, oppure la si considera come fatto consolatorio praticamente irrealizzabile ed allora ognuno per la sua strada e vinca il migliore (chi ha più potere e risorse) con buona pace e rassegnazione totale e duratura per un'altissima percentuale di esseri umani, scarti di produzione.


Tutti insieme coraggiosamente sulla strada del progresso verso il disastro dell'umanità, della intrinseca dignità sua e del condominio terrestre.
Lunga vita a coloro che, sensibili, intelligenti, meritevoli, esuberanti d'amore inneggiano alla vita! ! ! ! !


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