martedì 9 febbraio 2016

SANO DI MENTE ? PARTE 1°

Trascriviamo un argomento che ad una superficiale considerazione non sembra tenere conto dei drammatici anzi tragici avvenimenti della quotidianità. Mi sembra utile portare all'osservazione degli attenti lettori del blog, le riflessioni già esposte nel capitolo" Sano di mente?" tratto da Deep Revolution edizione 2011

SANO DI MENTE ?

Il  misticismo  è  una  componete  minoritaria,  ma  costantemente
presente  in  tutte  le  religioni,  ma  non  solo  in  esse;  anche  in  regimi
totalitari  (mistica  nazista,  mistica  fascista  …)  sono  presenti
integrazioni  mistiche  o  supposte  tali.   Nel  corso  del  tempo  è  stato
definito  variamente  e  varie  sono  state  le  modalità  di  viverlo;  la
mistica   è  considerata  sostanzialmente  come  l’esperienza
contemplativa diretta e personale del sacro, conoscenza “al di là” di
un  pensiero  logico  e  razionale  e  pertanto   difficile  da  inquadrare
chiaramente  e  da  esprimere.  Questa  esaltazione,  illuminazione,
questa  “irruzione”  di  un  qualcosa  di  divino,  di  un  Immenso  che
inonda il mistico, lo avvolge in un manto d’amore intenso, purissimo
è  il  momento  abbagliante,  l’esplosione,  il  massimo  di  uno  stato
continuato, di un atteggiamento “psicologico” ascetico che pervade
il quotidiano, un’ascesi che ha preparato il sopraggiungere dello stato
sublime. Questa ascesi è vista in maniera molto variabile nelle varie
religioni. Il distacco, l’allontanarsi dagli interessi più carnali, dagli
affetti e dallo egoismo comuni alla quasi totalità degli esseri umani, è
lo  stato  ascetico;  operare  in  semplicità,  in  genuina  festosità,  nella
osservazione, contemplazione di una bellezza diffusa nelle realtà più
concrete.  Sarebbe  questo   il  più  accettato  ed  ampio  modo  di
percorrere la via dell’ascesi.
Questi  inquadramenti   mentali  hanno  imperato,  con  modeste
variazioni, per tempi lunghissimi in cui fatti reali poco conosciuti e
frammisti  a  fantasticherie,  cercavano  di  spiegare  quello  che,  per  i
tempi, era impossibile o difficilissimo conoscere. Le varie concezioni
sviluppate  dai  sapienti  erano,  per  necessità  di  cose,  nebulose  ed
imprecise;   portavano  a  considerare  la  Terra  centro  universale  e
l’umanità, l’apice di tutto, il massimo della intelligenza e razionalità
possibile  in  assoluto.  Inoltre  il  rapporto  uomo-dio  era  soltanto  una
paterna  ingerenza  divina  nelle  piccole  necessità  del  singolo  e  in
quelle  più  grandi  delle  varie  comunità.  Da  un  tenero  ed  ingenuo
punto di vista umano, era  gratificante e  giusto, forse avvolto da un
po’  di  superbia  perché  l’uomo,  piccola  parte  di  un  piccolo  creato,
godeva  dell’amorevole  interessamento  del  Dio  di  quel  creato;
un universo  limitato  al  sistema  solare  o  poco  più.    Le  cose  erano
diverse,  anzi  notevolmente  diverse,  da  come  apparentemente  si
presentavano  e  come  sicuramente  lo  sono  anche  per  noi,  che
abbiamo una cognizione più larga, anche se sempre ridotta.
Siamo  obbligati  pertanto  ad  adeguare  la  visione  totale  e  relativa
operatività,  alle  nuove  realtà  conosciute,   sempre  in  costante
ampliamento conoscitivo.
Il panorama ascetico-mistico non può essere osservato come prima;
la  base,  i  pilastri  su  cui  si  fondava  sono  inadeguati  a  reggere  una
costruzione  consona  all’ oggi.  Bisogna  costruire  su  una  base,
compatibile  con  la  più  approfondita  conoscenza  del  terreno
edificabile, usare pilastri più adatti per la nuova costruzione.
E’  l’attuale  conoscenza  della  immensità  dell’universo  che  deve
guidarci  per  fondare  un  misticismo  che  faccia  perno  su  questa
immensità. L’al di là non è più accettabile come diversificazione,
tra  un  pensare  comune  alla  grande  maggioranza  umana,  ed  un
particolare  stato  di  sublimazione  di   pochi;   deve  considerarsi  uno
stato  esteso  alla  intera  umanità.   Comunità  comprendente  il  totale
terrestre  e   l’esistente  oltre  il  nostro  pianeta,  parte  integrale  ed
inscindibile di un immenso Tutto. Un “sacro empireo” che forse
è  la  mistica  epifania,  la  manifestazione  materico-energetica
pluridimensionale ed a-temporale, di un Assoluto.
Questa  impostazione,  ci  porterebbe  ad  aprire  uno  spiraglio
conoscitivo sulla essenza divina, una conoscenza del rapporto Dio  –
Universo;  un  azzardato  indagare,   impossibile  per  i  limiti  di  una
creatura. Ad ogni buon conto, nei fatti, l’idea, l’immagine di Dio,
nella variabilità espressa da tutte le religioni, configura una entità  di
completa inaccettabilità; un piccolo dio di un piccolo uomo.
Il  distacco  ascetico  di  cui  parlavamo  prima,  la  fuga  saeculi  ed  il
contemptus mundi  così presenti nel pensiero meditativo medioevale,
specie  della  scolastica,  può  essere  compreso,  nel  quadro  delle
conoscenze del tempo, ma accettato solo in parte; il mistero insito già
nel termine misticismo lo consideriamo qualcosa di diverso da quello
che può essere il mistero visto con gli occhi di oggi.....continua

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