sabato 16 luglio 2016

MUSICA

Chiedo sommessamente scusa ai miei lettori se mi permetto di riferire su una mia inaspettata recente conoscenza derivata dal personale emotivo apprezzamento offertomi dalla prima Sinfonia di Edward Elgar (1857-1934) un compositore fino a pochi mesi fa per me perfettamente sconosciuto. Puntuali e condivisibili le esegesi degli esperti, ma per me non addetto ai lavori, non aggiungono molto all’ allargamento emotivo e alla concreta aderenza al mio mondo musicale che questa sinfonia ha determinato in me. Nessun’altra delle composizioni musicali che hanno allietato la mia vita, si è così spontaneamente impressa in quelle che sono le mie più profonde essenzialità, alla luce del naturale necessario adeguamento alle conoscenze sempre in divenire. Analogamente mi sentirei di accostare ad Edward Elgar un altro compositore quasi coevo carico anche egli di una sensibilità musicale veramente eccezionale. Mi riferisco a Serghei Prokofiev, che giovanissimo, non ancora ventenne ha composto la sinfonia numero 1 per pianoforte e orchestra. Questa sinfonia descrive chiaramente le caratteristiche del personalissimo stile dell’autore. Una tecnica pianistica brillante che esprime con grande convinzione una vitalità penetrante, altamente coinvolgente, con una variegata descrizione di sensazioni profonde fino ad arrivare a livelli di altissimo lirismo. Imboccata questa strada mi sento impegnato ad ulteriori coinvolgenti conoscenze musicali. C é un altro grandissimo autore molto apprezzato nel mondo ma praticamente sconosciuto in Italia. Mi riferisco a James MacMillan e alla sua opera La confessione di Isobel Gowdie che alcuni anni fa ha avuto un eccezionale coinvolgente apprezzamento nell'ambito del programma Prom della Royal Albert Holl. Senza togliere niente del mio devoto apprezzamento per le composizioni musicali precedentemente apprezzate mi sento profondamente coinvolto nella atmosfera descritta da Gustav Mahler nella 3 sinfonia. Emotivamente altamente avvincente il finale dove tacciono le voci ma l'orchestra nel suo pieno acquista una intensità emotiva, una pervasiva luminosità difficilmente riscontrabile in altre composizioni. 

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