venerdì 15 luglio 2016

PROBABILITA' E VEROSIMIGLIANZA

Vi sono molte possibilità probabilistiche offerte dalla miriade di stelle che costituiscono la piccola immensa galassia di cui siamo parte.
È verosimile che molte stelle della nostra galassia abbiano oggetti planetari che orbitano intorno ad esse; è altrettanto verosimile che alcuni di questi corpi possano essere abitati da esseri viventi, possessori di vari gradi di intelligenza con conseguente conoscenza di quel che li costituisce e li contorna.
Quanto detto potrebbe essere utile ad orientare le essenzialità che sono dentro e intorno a noi.
Nelle concretezze delle possibilità che animano gli evidenti effetti delle più varie quotidianità, sarebbe utilissimo prendere consapevolezza del relativistico significato della nostra esistenza. Ridimensionare alla luce di fatti prima non conosciuti, l’improponibile, tracotante geo-antropocentrismo, deleteria conseguenza di  favolistiche convinzioni.
Convinzioni nate e cresciute nella totale sconoscenza del concreto fatto che il nostro mondo è uno dei mondi che costituiscono la via lattea, la nostra galassia; è più che sufficiente limitarsi alla concreta rivoluzione copernicana che naturalmente ha corretto la superba, improponibile posizione geocentrica creata e spavaldamente mantenuta da ignoranti posizioni di eccelsa unica soluzione che riteneva l’umanità, l’essenza giustificante dell’intero universo.
Un universo semplicisticamente limato a poche stelle e pochi pianeti e l’arrogante, improponibile presenza di un essere che assomma in sé un privilegio di cui non può appropriarsi. Convinzioni improponibili gravate da tracotanti sicumere che inquinano ancora oggi verosimiglianze di semplice naturalità.  Probabilità e verosimiglianze hanno trovato concreti e ripetutamente controllati dati di fatto relativisticamente inoppugnabili, che annullano inesorabilmente fantasiose certezze circolate per millenni nelle menti di tanti convinti di possedere certezze “documentate” in numerosi testi spesso sacralizzati.
L’antropocentrismo è elementare dimostrazione della modesta intelligenza umana che nonostante tutto potrebbe vantaggiosamente utilizzare le naturali doti del libero pensare, della logica, della razionalità. Questa intelligente operatività dovrebbe portare, non in tempi brevi, purtroppo, alla necessaria consapevolezza che l’umanità, nei concreti limiti planetari, fa parte di un armonico tessuto connettivo, di una stupefacente rete relazionale di strabiliante significato.
Quanto detto dovrebbe formare una naturale comunione con gli altri componenti della galassia di cui siamo parte, semplici interconnessioni.
Certamente non è necessario spingersi oltre quanto detto e coinvolgere la totalità dell’universo nato dal super citato Bang.
Questo ha utilizzato, secondo le recenti acquisizioni soltanto una parte delle fluttuazioni quantistiche esistenti che probabilisticamente potrebbero aver creato universi paralleli.
A tal proposito concrete verosimiglianze potrebbero essere indagate da quelle poche persone che compiono osservazioni in accordo con quei pochi altri che cercano di spingersi in un passato di miliardi e miliardi di anni e in un futuro cosmico altrettanto lungo.
Queste relativistiche deduzioni annullano millenni di inconsistenti elucubrazioni avanzate e sviluppate da sopravvalutate personalità che hanno operato ignorantemente, superficialmente negli ultimi ventimila, trentamila anni e più; un complesso storiografico, artistico, culturale drasticamente improponibile, fatto salvo il lavorio, l’impegno di tutte le personalità che hanno elaborato accettabili ipotesi pur nella più grave sconoscenza di dati di fatto evidenzianti nuove acquisizioni di ineccepibili evidenze.
Quanto detto potrebbe essere già sufficiente per inquadrare con coerenza la continua serie di quegli effetti della quotidianità che coinvolgono determinatamente una miriade di piccoli dettagli. Le cause che determinano gli effetti di cui sopra vengono prese assaI difficilmente in considerazione; la preoccupazione, che modeste posizioni di altisonanti prestigi possano essere accantonate ed intasare archivi di secondaria importanza, mantiene posizioni improponibili.
È difficile che tutti coloro che si reputano all’apice di una grandiosa piramide che comprende una quantità di umane eccellenze, cerchino di capire l’enorme distanza tra le leggi della società umana e quelle della naturalità.
Opportunamente mi sento spinto a rivedere quanto precedentemente avevo detto a proposito dell’importantissima attività di Caleb Scharf, direttore dell’ Astrobiology Center della prestigiosa Columbia University e del suo testo dal titolo “Il complesso di Copernico”.
Quel titolo non mi piace per nulla; ci vedo un che di denigratorio nella fondamentale rivoluzionaria inversione che ridimensiona senza nessuna possibile accettabilità, un dato di fatto esclusivamente limitato al nostro pianeta.
Quel titolo accomuna quella rivoluzione ad alcune elaborazioni psico analitiche, può essere valido soltanto per il nostro pianeta; per i vari componenti planetari e semplicemente, drasticamente per essi. Non può essere semplicisticamente trasferito oltre questi limiti. Ancora più difficilmente condivisibile quello che modestamente ritengo un maldestro tentativo di rivalutare un geocentrismo inesorabilmente distrutto dalla planetaria rivoluzione copernicana.
Confermo la mia piena aderenza all’immensa apertura che Scharf ha operato nel mio modesto angolo visuale.
Il mio ringraziamento è totale e duraturo. Detto questo mi addolora constatare che il caro Caleb non riesce a scrollarsi di dosso l’opprimente convinzione della particolare luminosa  eccellenza della società umana; come spesso ripetuto l’umanità  è una parte dei numerosi componenti che formano il meraviglioso tessuto connettivo, la luminosa correlazione dei numerosi componenti della rete planetaria.
Soltanto immettendosi gioiosamente, emotivamente nella totalità planetaria si potrà completare la stupefacente unità che coinvolge biologia e fisicità.
Assurda, improponibile una burocratica gerarchia che non può di certo assolvere i gravosi compiti di equiparazione che animeranno un futuro in atto  imprevedibile, in considerazione della tracotanza che annebbia le menti e le operatività di coloro che dovrebbero adoperarsi per la auspicabile interconnessa realizzazione.
A parer mio, il punto fondamentale che dovrebbe orientare le dette doti umane, deve essere la convinzione che l’ antropocentrismo è da considerare come una delle più comuni patologie psichiatriche.
Patologie che affliggono esclusivamente quelle arroganti elite che si auto considerano il massimo dell’intelligenza e di quel culturame in corsa affannosa per acquisire visibilità, considerazione e vantaggi economici; se vogliamo azzardare una statistica, quella eccelsa parte potrà raggiungere una percentuale non superiore all’ 1% della popolazione umana. Questo immenso resto deve adattarsi per necessità, ai comandamenti dei gradi più alti di quella gerarchia. Opportunamente possiamo aggiungere a quanto detto, quelle persone e quei gruppi che si accontentano di raccogliere le briciole sparse da quella piccola percentuale.
Possiamo dire in piena convinzione però che l’umanità, ha grandissime possibilità di accogliere nel proprio tessuto connettivo e nella propria rete relazionale alcune eccellenze che consolidano quelle eclatanti qualità umane che sono meritevoli di apprezzamenti di altissima, coinvolgente emotività.
A tal proposito, voglio evidenziare alcune figure femminili che a parer mio sono di altissima eccellenza.
La più lontana nel tempo (1310-1345) è la siciliana di Messina il cui nome è Camiola Turinga che con sdegno e motivato rifiuto non acconsentiva al pattuito matrimonio con Orlando di Aragona per l’altezzoso e superbo comportamento di colui che sarebbe dovuto diventare suo sposo e per cui aveva sborsato una notevole somma per la sua libertà.
Un altro esempio di eccellenza è quello offerto da Marie Olympe de Gouges che in piena rivoluzione francese pubblica la “Dichiarazione universale dei diritti della donna e della cittadina”. Come giusto premio e con il generoso contributo di Robespierre viene ghigliottinata.
Il terzo esempio, abbastanza recente riguarda la cittadina inglese Emily Hobhouse che ha avuto il semplice, naturale, ma immenso coraggio di opporsi da sola all’arroganza, ai criminali comportamenti dell’imperialismo inglese, sostenuto dalla casa reale e dalle istituzioni democratiche!!! Queste eccellenze opprimevano le naturali, correttissime aspirazioni dei boeri.
Decisamente ammirevole anche la personalità di Emma Goldman "siamo nel 1887" per lo sdegno nato dall’ indegna montatura costruita da una super valorizzata giustizia statunitense
I comportamenti attuali del così detto califfato possono essere equiparati con facilità a certi comportamenti obbrobriosi che la superba ignoranza della società umana ha sviluppato negli ultimi trenta, quaranta mila anni. Situazioni di alta criminalità che hanno comune origine nella modesta intelligenza umana incapace di percepire condizioni che sono di indiscutibile e ripetutamente documentata accettabilità. L’intelligenza umana con netta evidenza è molto modesta e per di più annebbiata da una tracotanza che genera profondi dolori.
Non ci si vuole rendere conto che l’umanità è soltanto una delle componenti di quel meraviglioso tessuto, quelle connessioni che unificano la totalità degli equilibri planetari.
Non dovremmo mai dimenticare che il nostro mondo fa parte della piccola immensa galassia che chiamiamo via lattea e dipendiamo totalmente dall’energia che ci invia la nostra stella madre.

Che disastro per tante sicumere, per tante evidenti inaccettabilità è stato rendere operativa la ricerca del DNA che con concreti dati di fatto può annullare pagine e pagine di esaltanti mitologie, idolatrie facevano risalire ad innaturalità, ad interventi extra umani, la creazione di improponibili ed inaccettabili persone avvolte in fumose descrizioni.
Queste umane creazioni venivano circondate da presunte verità che non avevano, non potevano avere riscontri concreti, pur nel relativismo più evidente in cui questo nostro mondo è vissuto e continua a vivere.
 Per limitarci a concretezze quotidiane da un esame del sangue condotto con le tecniche più rigorose ed approfondite, come si fa a ricavare la regalità di tante, tante dinastie? Riconoscere il gruppo sanguigno non ha significato di decisive concretezze. Solo la ricerca del DNA dove e quando è possibile, può consentire una corretta, documentata e ripetutamente controllata linea guida che possa portarci su un percorso relativisticamente ineccepibile valido hic et nunc, certamente non un ignorante e presuntuoso semper et ubique. La quotidiana, ripetizione della transustanziazione officiata nella parte centrale della liturgia della messa cattolica quanto può essere presa in considerazione? Mi fermo qui per non turbare la credula convinzione di tanti.

Chiedo sommessamente scusa ai miei lettori se mi permetto di riferire su una mia inaspettata recente conoscenza derivata dal personale emotivo apprezzamento offertomi dalla prima Sinfonia di Edward Elgar (1857-1934) un compositore fino a pochi mesi fa per me perfettamente sconosciuto. Puntuali e condivisibili le esegesi degli esperti, ma per me non addetto ai lavori, non aggiungono molto all’ allargamento emotivo e alla concreta aderenza al mio mondo musicale che questa sinfonia ha determinato in me. Nessun’altra delle composizioni musicali che hanno allietato la mia vita, si è così spontaneamente impressa in quelle che sono le mie più profonde essenzialità, alla luce del naturale necessario adeguamento alle conoscenze sempre in divenire.


Il grandissimo numero degli eventi quotidiani in cui siamo immersi, rientrano di fatto nel quadro conoscitivo generale delle probabilità, anche se è difficile essendo continuamente sommersi da accidentalità discernere ciò che ha importanza maggiore rispetto ad altre che possano essere provvisoriamente accantonate. Riconoscere in questi fatti particolarità che abbisognano di verosimiglianza è un po’ più difficile perché questo comporta una maggiore attenzione e qualche modesta ulteriore conoscenza; nonostante queste evidenti difficoltà questa metodica dovrebbe essere profondamente attuata se si vuole cercare di capire il più chiaramente possibile il profondo che spesso si nasconde sotto le ovvietà più semplici e accettate. Numerosissima la serie di essere umani che hanno costellato le operatività più storicamente e intellettualmente più accettate. Questi appartenenti alla mia razza animale sono da inserire senza nessuna esclusione nelle quotidianità planetarie; totale il rispetto per il loro inquadramento logico razionale nella stupefacente rete relazionale planetaria. Bisogna ricordare però l’immensa distanza tra le rigorose ed accettabili leggi della natura ed il prodotto di millenari, discutibili inquadramenti elaborati dalla varia e variabile razionalità umana che non si è resa sufficiente conto che le varie nazionalità operanti sulla superficie planetaria non possiedono nulla che può avvicinarle alle leggi della natura.

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