giovedì 3 dicembre 2015

RELIGIONI PARTE 2°



La base primigenia di tutto si sviluppa dalle pagine della Genesi; la creazione di Adamo, la colpa commessa disubbidendo agli ordini divini, la trasmissione della colpa alla sua discendenza, quindi a tutti noi, nonché la remissione della colpa con l’uccisione e spargimento di sangue dell’agnello sacrificale, il quale per necessità di cose deve avere la natura umana e divina indissolubilmente unite, uomo per parte di madre, Dio per parte di padre; la limitata intelligenza umana è incapace di immaginare come l’onnipotenza divina si sarebbe esplicata nel caso inverso,cioè uomo per parte di padre, Dio per parte di madre. In questo quadro (maschilista) si può trovare coerenza nella visione del tempo, quando la conoscenza di dati di fatto reali era sufficientemente problematica; la pratica dei sacrifici animali ed anche di esseri umani era diffusissima ed il dio veniva placato nel suo furore, per il presunto insulto ricevuto, con l’offerta del sacrificio in suo onore ed in segno di riconoscimento della sua potenza; semplicemente coerente in quella logica. Il tutto si inquadrava in una concezione di tipo tolemaico che poneva la Terra al centro dell’universo ed al centro dell’amore divino. Sono moltissime le considerazioni che si possono sviluppare da quanto detto; non c’è bisogno di costruire sovrastrutture. La conoscenza di fatti, di osservazioni ripetutamente e rigorosamente controllate, (talvolta ob torto collo) ci porta a considerare le ispirate Verità narrate nella genesi prive di riscontro. Se le consideriamo come costruzioni leggendarie di una realtà di difficile conoscenza meritano un totale, gradito apprezzamento, non di più purtroppo. Leggende similari, d’altronde , sono presenti in tutte le civiltà che tentano di sistematizzare nel migliore dei modi possibile un tempo in cui una grave carenza di conoscenze rendeva impossibile procedere su basi meno evanescenti. Il dio biblico, far l’altro, è un dio medio-orientale, che “ignora “ quanto può essere esteso il mondo, che non ha ancora “scoperto” l’America e questo lo porta a scaricare su quel popolo che lo ha “creato”, sulle spalle di pochi, l’enorme peso “staminale” di un peccato incomprensibile,moralmente ingiusto, che contraddice qualità divine, che annullano la libera responsabilità personale. Esistono paleoantropolici che sappiano dirci dove collocare Adamo; dobbiamo collocarlo tra l’homo habilis e l’erectus, oppure tra i neandertaliani e l’homo sapiens? L’umanità di oggi deriva da tutto un unico ceppo (Adamo?) o vi sono derivazioni, deviazioni precedenti Adamo? Se così fosse una parte di umanità (gli aborigeni australiani?) sarebbe esente dal peccato originale; una grande costruzione vacilla per basi friabili. I teologi, i grandi esegeti, gli ispirati religiosi ci convincano con rigore sulla consistenza e validità di una indispensabile base, non perdano tempo a parlarci di quello che è semplicemente successivo. Perplesse riflessioni, gravosi dubbi, domande semplici per difficili, corrette risposte. Una gran parte dei disastri che l’umanità ha subito nel corso della storia umana è da attribuire alle religioni, all’idea che gli uomini, la società umana ha attribuito alla divinità; l’idea, spessissimo, è stata il supporto che il complesso dei vari poteri ha sviluppato per conservare ed incrementare  il potere già posseduto, con ciò depredando la dignità del singolo ed i diritti fondamentali umani. Il punto fondamentale e fondamentalmente negativo di ogni religione sistematizzata è sicuramente la contrapposizione ; ogni credente per il solo fatto che ha un credo religioso, qualunque possa essere, si pone in contrasto con chi ha un credo diverso e questo per necessità di cose genera intolleranza, anche se solo psicologica; le ipocrite velature di amore, fraternità ed altri simili buoni sentimenti nulla tolgono alla gravità della contrapposizione. La tolleranza che viene espressa a parole ha qualcosa di subdolamente superbo, un intimo atteggiamento di falsa comprensione. È da accettare nella maniera più piena la possibilità che esista un ente supremo che ha creato, “evolutivamente” ordinato l’universo di cui facciamo parte ed i possibili altri universi dalle “infinite” eventualità esplicative del tempo “eterno”, un tempo esistente già prima del super citato Big Bang; un passato di spazio – tempo, materia –energia di cui si incomincia ad intravedere  qualche piccola luce. L’immagine che di questo ente supremo ci dà ogni religione è umanamente piccola, ridotta, parziale, inaccettabile e perché lontanissima da quella che dovrebbe essere la vera essenza della divinità, è in effetti un blasfemo surrogato; un’idea che poteva essere inquadrata, e con difficoltà, in una concezione cosmologica tolemaica. L’idea è tanto più blasfema se si rapporta all’uso che dell’immagine i vari poteri coalizzati e fruitori ne fanno....continua 

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