venerdì 6 novembre 2015

ECOLOGIA parte 2°

Questo circolo però non è indenne da conseguenze poco accettabili;
per molti versi produce effetti indesiderati per i singoli e l’umanità
nel suo insieme, oltre che per la totalità del pianeta, che ha necessità
di  non  subire  turbamenti  per  l’armonia  totale  del  complesso
dinamismo.
In questi ultimi anni si sta creando il mito della tecnologia; questa è
importante  per  dare  una  vita  migliore  per  i  quotidiani  bisogni.
Diciamo  subito  che  la  tecnologia  non  è  qualcosa  di  innaturale,
rimane  nei  limiti  delle  leggi  naturali  chimico-fisiche,  della
conoscenza delle proprietà dell’insieme terrestre. Come tutte le cose
di  questo  mondo  è  limitata  e  sempre  soggetta  ad  inconvenienti  di
varia natura.
In questo periodo si insiste sul rispetto ecologico che garantiscono
molti prodotti tecnologici:  le relative promozioni pubblicitarie sono
assillanti. Diciamo che sono soltanto enfatizzazioni non vere poiché
non  possono  esistere  prodotti  tecnologici  ecologici.  Questi  prodotti
possono essere più o meno i n q u i n a n t i ma non saranno mai in
accordo  con  i  criteri  ecologici  per  una  serie  di  cause  che  sono  in
contrasto  insanabile  con  l’ecologia;  per  brevità  e  non  generare
patimenti  omettiamo  un   inquietante  elenco.    Si  afferma  che  le
attività  nucleari  rispettano  le  necessità  ecologiche  perché  non
causano  l’inquinamento  atmosferico  prodotto  utilizzando  i
giacimenti fossili. Se si eliminasse l’utilizzazione del fossile, nel giro
di   mesi  o  qualche  anno  l’atmosfera  ritornerebbe  pulita  e  salubre
come  qualche  secolo  fa;  se  si  eliminasse  immediatamente  l’attività
nucleare,  il  tempo  per  una  normalità  ecologica  sarebbe
tremendamente incalcolabile
La tanto discussa sicurezza non sarà mai assoluta e più abbondanti
saranno  le  parti  assemblate,  i  sempre  più  numerosi  componenti  di
esse,  maggiormente  difficile  sarà  aumentare  i  livelli  di  sicurezza  e
sempre più gravi i disastri che potranno derivarne. Creato il mito, ci
stanno convincendo che la tecnologia possieda in se la soluzione di
quasi  tutti  i  problemi  che  sempre  hanno  ostacolato  il  “progresso”
della  umanità;  il  costante  sviluppo  tecnologico  risolverà,  poco  alla
volta, la maggior parte delle difficoltà e l’uomo vivrà nel bene e nella
felicità. Dobbiamo disilluderci, purtroppo non sarà come detto. Già
oggi  siamo  invasi  materialmente  da  prodotti  tecnologici  di  scarsa
utilità.  Basta  entrare  in  un  negozio  adatto  per  accorgersi  che  una
grande quantità di prodotti esposti, il comune visitatore non sa a cosa
servano;  i  conoscitori  vanno  in  visibilio  per  piccoli  miglioramenti
che li stimolano a comprare la novità. Questi sono inconvenienti di
poca  entità,  se  non  considerati  nella  totalità  della  tecnologia;
purtroppo sono accaduti disastri molto preoccupanti e non possiamo
escludere  che  il  prevedibile  incremento  tecnico  ne  determini  altri,
gravissimi  per  gli  ecosistemi  e  l’economia.  Un  oculato  sviluppo
tecnologico può essere utile se non si superano certi limiti, se non si
accettano  passivamente  interessi  commerciali  di  grandi  gruppi,
lontani  nella  loro  operatività  da  visioni  un  poco  più  ampie;  una
lungimiranza prevalentemente, o peggio esclusivamente economica.
Bisogna  chiedersi  quanto  la  tecnologia  sciupi  risorse  preziose  per
l’altro tipo di avanzamento umano di certo più importante. Quanto,
nel  complesso,  la  sottovalutata  ragione  ecologica,  messa  da  parte
dalle grandi industrie per aumentare guadagni immediati, aggraverà
nel  futuro  le  possibilità  necessarie  alla  società  per  il  regolare
inserimento  della  vita  umana  nella  totalità  ambientale.  L’autentico
avanzamento umano non può prescindere da un organico, dinamico
livellamento  delle possibilità vitali di ognuno e dell’intera società.
Non  può  verificarsi  avanzamento  in  una  situazione  in  cui  agiscono
t r o p p i    consumatori inquinatori che, anche se animati da buoni
propositi  e  comportamenti,   squilibrano  i  rapporti  armonici  di  tutto
l’insieme.
La  maggior  parte  degli  intellettuali  e  politici  non  riescono  o  non
vogliono staccarsi da fossilizzate visioni non più accettabili; concetti
e  valori  discutibili  continuano  ad  essere  seminati  e  coltivati  nelle
menti e nei comportamenti dei più, valori che spesso sbilanciano gli
essenziali equilibri ecologici ed etici.
Miliardi di I O singolarmente, con il patrimonio di gioie e dolori,
di  conoscenza,  di  affetti  e  tendenze,  devono  sentirsi    obbligati  a
pretendere       l'equilibrata   acquisizione  delle  prerogative
fondamentali;   chiedere    il  necessario  conseguimento  della  piena
dignità dei Singoli,  a coloro  che hanno accettato la responsabilità di
dedicare il loro impegno alla attività pubblica.
Siamo  portati  a  fare  un  ragionamento  più  complesso,  anche  se
sostanzialmente più lineare, a dire qualcosa che quasi nessuno dice; i
motivi di questo quasi silenzio sono vari, ma non molto numerosi.
Partiamo da discussioni e conferenze sul clima che, da Kioto in poi
sono  presenti  in  molti  ambiti.  Diciamo  che  le  preoccupazioni  sugli
andamenti  ambientali  sono giustificate e  le proposte, relative anche
se ridotte, sicuramente utili.
Sono  utili  ma  di  certo   insufficienti  sia  nel  presente  che  nel  futuro
anche  lontano.                  Una  immediata  osservazione       --
decisamente  importante  per  il  futuro  remoto,  di  impossibile
soluzione in tempi brevi  --  è il progressivo aumento  numerico della
popolazione  umana,  in  confronto  alla  superficie  terrestre  utilmente
disponibile e in rapporto con  gli  altri  componenti fisici e biologici.
Bisogna provare a trovare un poco di quell’amore rivolto al proprio
figlio  ed  agli  altri  intimi;  estendere  quel  sentimento  o  almeno  un
profondo  rispetto,  sia  al  prossimo  vivente   umano  ed  extra-umano,
che al fisicamente esistente.
Decisamente non  accettabili  le sollecitazioni addotte continuamente
dalle  considerazioni  economiche  e  consumistiche  per  la  necessaria
“crescita”  delle  nazioni  e  per  creare  posti  di  lavoro  con  produzioni
inutili  o  dannose.   Che  significato  dare  al  concetto,  al  termine
p  r  o  g  r  e  s  s  o;   non  possiamo  accettare,   con  l’intollerabile
semplicismo  che  oggi  coinvolge   un  copioso  argomentare,   una
situazione estesamente diffusa. Inaccettabili disparità, sia etiche che
di  pratica  vita  quotidiana,  contraddicono  spietatamente  vane  parole
ed  irrealizzabili  programmi.  Di  fatto  quello  di  oggi  è  un  progresso
disarmonico; un autentico progredire può ammettere picchi positivi e
negativi in una dinamica, ma poco ampi e limitati nel tempo.
Uno  sviluppo,  un  progresso  corretto  non  può  basarsi  soltanto  su
novità  e  miglioramenti  tecnologici,  deve  necessariamente
comprendere un aumento delle conoscenze non elitario ma diffuso e
ridurre determinatamente i disumani baratri  che insultano la dignità
di ogni componente della società umana. Dice Eduardo Galeano “lo
sviluppo  è  un  viaggio  con  molti  più  naufraghi  che  naviganti”....
continua

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