lunedì 2 novembre 2015

EQUILIBRIO parte 2°

Sarà più tollerabile il compromesso se avrà
base  su  una  migliore  coerenza  dei  parlamenti  nazionali  e  sulla
riduzione degli squilibri.
Sicuramente, alcune delle nostre convinzioni più radicate, faranno la
fine  di  quei  prodotti  che  hanno  superato  la  data  di  scadenza.  Le
“ovvietà”, le secolari concezioni, supereranno la prova della storia?
I tedeschi dal sostantivo Suche (ricerca) e dal rispettivo verbo suchen
(cercare) creano il relativo sostantivo der Suchende per indicare colui
che cerca, cioè quello che non si limita ad osservare superficialmente
l’apparente,  ma  razionalmente  ed   emotivamente  tenta  di  andare  al
fondo  delle  cose  e  di  se  stesso,  senza  trascurare  gli  interconnessi
rapporti. Anche se il cercare non porta a trovare quel che si cerca, la
ricerca stessa di per se è già il trovare, è già un vivere intensamente il
limitato  tempo  che  è  stato  concesso  a  ciascuno;  pervenire  alla
consapevolezza  e  provare  ad  andare  oltre  le  quotidiane  miserie  e
stupidità che inesorabilmente ci assediano.
Pervenire,  non  all'equilibrio  statico  della  bilancia  che  porta  uguali
pesi  sui  due  piatti  ma,  ad  un  equilibrio  dinamico  che  permetta
oscillazioni, non tanto ampie però da mettere a rischio la funzionalità
dello attivo bilanciamento.
Un equilibrio instabile, variabile ma armonico nei rapporti interni e
con  il  restante,  che  tenda  costantemente  ad  una  operosa,
proporzionata  stabilità;  il  temporaneo  equilibrio  paritario  degli
equinozi  che,  giorno  dopo  giorno,  si  squilibrano,  raggiungono  il
massimo di disparità nei solstizi, per tornare inflessibilmente a quel
punto del ciclo che ripristina la parità; dinamica astronomica che si
ripete da miliardi di anni.
Nel  proprio  piccolo  ambito,  la  società  umana  vive  in  tempi  e
situazioni  ridotti,  il  relativo  equilibrio  può  tollerare  oscillazioni
frequenti ed irregolari. Oscillazioni troppo ampie sono gravemente
pericolose,  generano  ignominie,  disumanità,  disastri  dell'armonia
naturale; squilibri determinati dall'eccessivo peso che grava soltanto
su uno dei piatti della bilancia. Un dinamico equilibrio è essenziale
per  un  corretto  percorso  globale;  un  eccessivo,  prolungato
sbilanciamento  può  spiegare  molti  dei  disastri  che  costellano   la
storia dell’umanità.
Le  contrapposizioni,  l’accentuazione  delle  relative  diversità,  il
vedere  soltanto  i  propri  interessi  senza  il  rapportarsi  con  gli
ineliminabili interessi essenziali altrui, sono alcuni dei disequilibri
causati   dalle  miopi  intelligenze,  dall’eccessivo   peso  del  vitale
egoismo.
La maggior parte dei problemi oggi e da sempre percepiti e subiti,
sono secondari agli squilibri che l’umanità ha provocato e tollerato
nel proprio interno ed al di là della propria posizione naturale (parte
di  un  tutto).  Il  cercare   la  riduzione   delle  disarmonie  tra  uomo  e
uomo  e  tra  uomo  e  natura,  un  attivo,  vigile   equilibrio,  è  la
condizione  essenziale  per  un  pianeta  più  giustamente  vivibile.   Se
non  si  acquisisce  questa  ineludibile  necessità,  le  grandi  idee,  gli
enfatici  proponimenti,  i  sublimi  desideri  serviranno  soltanto  a
mobilizzare  programmi  che  saranno  di  corto  respiro,  mal  delineati,
impossibili  da  correlare,  portare  a  proporzionato  compimento.
Inevitabile  necessità per  una Umanità,  intelligente  guida, operatrice
di benessere in un bellissimo pianeta, consonante vitalmente in tutte
le sue parti, in armonia con l’equilibrio cosmico.
Con  Hegel  si  può  considerare  conclusa   l'epopea  delle  grandi
speculazioni  filosofiche,  impegnate  a  cercare  risposte  a  quesiti
essenziali; dopo nascono le filosofie della "esistenza" e le filosofie
della  "prassi",  più  attente  al  quotidiano  vivere,  ai  bisogni,  alle
aspirazioni  più  immediate,  alle  concretezze  più  semplici.  Bisogna
aggiungere  ciò  che  possiamo  chiamare   lo  "spirito  di  conoscenza"
che  motiva  l'inarrestabile  tensione  verso  l’indagare  le  realtà.
Conoscere  al  massimo  possibile  i  comportamenti   naturali,  le  leggi
fisico-chimiche, collegate alla cosmicità in cui è inserita la presenza
umana; avvicinarci, per quanto umanamente  consentito, a quel ch’è
possibile percepire della totalità del reale.
Quanto detto è uno spunto, un invito a riflettere profondamente sulla
necessità  di  tentare  con  perseveranza  l’armonizzare  ed   equilibrare
alle  possibilità  massime,  gli  aspetti  sociali  ed  ambientali,  con
l'essenza del tutto.
Non  possiamo  continuare  a  vedere  il  mondo,  come  lo  si  vedeva
qualche  millennio   o  anche  qualche  secolo  fa  in  condizioni
conoscitive molto più ridotte, per necessità ricorrendo ad invenzioni
fantasiose e mitiche, oggi difficili da accettare.
Forse  bisognerebbe  invertire  il  metodo  di  analisi,  partire  dalla
totalità,  da  quel  relativo   che  conosciamo,  per  cercare  un  nuovo
inquadramento  del  particolare,  dell'effimero,  il  dinamismo  del
contingente.  Non  tralasciare  di  inserire  le  singolarità,  le  loro
armoniche concordanze, nel mistico equilibrio della totalità.
Avere l'umiltà ed il coraggio di depositare tra i rifiuti la superbia, la
millantata gloriosa posizione del re del creato (che poi è soltanto la
Terra);  non  perdere   il  senso  della  misura,  altre  realtà  possono
presentarsi.  Il  grande  sviluppo  attuale  delle  comunicazioni
interpersonali e tra le varie culture, ci obbliga
alla  correzione  di  visioni  considerabili  ormai  sclerotizzate.   Non
abbarbicarsi  a  vedute,  concezioni  imposte  da  “illuminati”,  dai
numerosi testi "sacri" e sapienziali; convincerci che il libero,  onesto
ragionare  di  ognuno  di  noi,  può  essere  più  bilanciato  e  corretto  di
quello  esposto  secondo  idee  preconcette  oppure  precisi  interessi.
Inserire  spesso  nei  nostri  ragionamenti  i  semi  del  dubbio;  il  loro
sviluppo  ed  i  relativi  frutti  potranno  essere  notevolmente  utili.
Percorrere un regolare tragitto tra le reali complessità, guidati dagli
ideali di amore e conoscenza, di consapevolezza del nostro modesto
stato, armonicamente inserito in un’immensità.
Rendersi conto che guerre, terrorismo e gli altri  b e n i,   sono effetti
dei  persistenti  squilibri  generati  e  sempre  più  sostenuti  da
imprevidente intelligenza, coadiuvata dall’ insensibilità di coloro che
potrebbero e non vogliono o non sanno fare.... Continua


molto gradite osservazioni e critiche su quanto pubblicato
sugerencias y crtica muy bienvenida y de lo que se ha publicado

Nessun commento: