mercoledì 11 novembre 2015

NASCE L'ELIOCENTRISMO

Dalla recente pubblicazione del libro "1543-Disfatta globale del geocentrismo" pubblichiamo la Prefazione:
1543. A prima vista dal titolo potrebbe essere catalogato come un ulteriore trattato di astronomia, un libro storico, scientifico ma dietro a una semplice data si nasconde un mondo che l'autore ha cercato di far comprendere e apprezzare al lettore.
1543, anno di nascita della rivoluzione copernicana. A un lettore poco attento o superficiale, potrebbe sembrare una data banale come tante altre, per un lettore un po più attento una data di rilevanza scientifica, ma per in nostro autore corrisponde all'anno zero, in cui la luce del sovvertimento entra a illuminare e squarciare il buio della superbia umana. A prima impressione sembra complicato poter dare una degna identificazione a questo libro, non perché sia di difficile comprensione ma perché ogni tentativo di catalogazione sarebbe inutile e riduttivo. L'autore abbraccia ogni possibile genere toccando la storia, la fisica, la religione, l'attualità. Filo conduttore di tutto è sempre quella semplice ma fondamentale data, 1543. L'autore espone non una sua teoria ma una semplice costatazione alla portata di tutti e cioè che l'uomo prima della rivoluzione copernicana, per i suoi naturali limiti si credeva re e centro dell'universo. Carmelo Briguglio, in piena umiltà e dichiarando sempre la sua semplice insignificanza di essere umano, parte di un meraviglioso tutto che ci circonda, vuole stimolare il lettore ad ampliare il proprio orizzonte, a scendere da quel piedistallo auto-costruitosi per guardare non da ottuso cieco ma con occhi di meraviglia, la stupenda terra, nostra UNICA CASA e l'universo, che ci deve far ricordare che siamo solo dei piccoli tasselli di un puzzle immenso. L'autore si sente obbligato con amarezza di denunciare tutto e tutti: i così detti grandi della terra. Politici avari di ricchezze, artisti bravi solo nei lori piccoli campi di studio, capi religiosi che dichiarano il loro diretto contatto con un divino che non è possibile conoscere data quell'immensa distanza tra il creatore e la creatura. Tutti colpevoli di arrogante superbia e soprattutto di gretta convinzione di essere i migliori e di possedere le verità assolute. Ma come dice Carmelo, in un mondo in cui regna il relativo non c'è posto per questo fantasioso assoluto e l'uomo in piena umiltà dovrebbe riconoscerlo. Certo il passare dalle stelle alle stalle non è facile, ma le stalle se ordinate e pulite possono emanare un nitore da lasciare senza fiato. Il nostro Carmelo puo' essere etichettato come visionario, utopico, folle? Per qualcuno forse potrebbe essere, ma lui da cocciuto Don Chisciotte corazzato di dignità di essere uomo e armato della spada di sete di conoscenza continua imperterrito a cercare la verità. Questo libro non è un'opera carica di pessimismo, ma rivalutazione di ognuno di noi. L'insignificanza, concetto che potrebbe far rabbrividire ognuno di noi per l'autore diviene un solido piedistallo ancorato a dura roccia da cui slanciarsi verso orizzonti che non possono essere eguagliati da nessun ipotizzato paradiso futuro costruito dall'immaginazione umana. In nostro paradiso è qui, ci viviamo giornalmente. Sta solo a noi decidere se saperlo e volerlo vivere in piena armonia con tutto il resto che ci circonda, che ci avvolge, per creare quella rete, quel tessuto connettivo che può solo lasciarci solo senza fiato.
É questo l'invito dell'autore, non un poeta, non uno scrittore ma un vecchio cieco che sa vedere meglio di tutti noi e che per primo ha saputo mettersi in discussione e cercando sempre più di ogni altra cosa, il confronto, il dibattito, il perché, su ogni cosa.

Un libro immenso, di poche pagine.
Gabriele Di Stefano


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